
In un liceo di Roma in questo periodo mancano i banchi e i professori sono costretti a fare lezioni sulle sedie. La vicepreside, per questa ragione, ha invitato le studentesse a non venire a scuola con le minigonne, spiegando che “ai professori cade l’occhio”. Questo è stato il mio commento alla vicenda su facebook:
“Sembrerebbe superfluo dover spiegare che un istituto scolastico non è un bordello dove mettersi in mostra, ma purtroppo, in un mondo sempre più lobotomizzato da propaganda femminista, anche questo semplice messaggio è difficile da far interiorizzare.
Infatti, per tutta risposta, le studentesse si sono presentate a scuola tutte in minigonna, postando cartelli insulsi come quello sotto.
Ora, se io fossi il loro professore a questo punto mi rifiuterei di fare lezione. Non è colpa loro se mi cade l’occhio, ma non è neppure colpa mia. E’ semplice istinto essere attratti da un corpo femminile e indossare certi abiti per farlo risaltare è un preciso messaggio che si vuole lanciare. E’ una questione di rispetto verso gli altri, per cui se vai in un luogo dove devi imparare qualcosa non vai a distrarre il tuo insegnante imponendogli di guardarti solo per appagare il tuo narcisismo, ma ti vesti in maniera decorosa e consona al luogo in cui ti trovi. La minigonna te la tieni per quando devi andare a sbaldraccare in disco, altrimenti puoi trovarti un lavoro. E stai certa che col tuo titolare la ribelle non la fai.”
Le righe appena lette però purtroppo non le vedrete più, perché sono state “zuckate”, come si suol dire, spazzate via da facebook su segnalazione delle solite note.
Non ho idea di qualche condizione d’uso possa aver violato, non ci leggo nulla di minaccioso, offensivo o che possa istigare all’odio, ma vabbè.
Visto che le femministe mi insegnano che una ragazzina minorenne può tranquillamente non rispettare le regole di un istituto scolastico, non vedo perché io a 30 anni debba rispettare le regole di uno stupido social, per cui ripropongo il pezzo e non è certo colpa mia se le fottute femministe continuano a far cadere l’occhio sul mio blog.
In verità c’è poco da aggiungere a quanto detto sopra. Il succo è che agli uomini piace la figa e le donne usano le figa per manipolare gli uomini. Uno dei mezzi per farlo è il vestiario, come ad esempio la minigonna che mette in mostra una parte del corpo molto sexy, cioè le gambe.
Se siete di quelli che dicono che un adulto non dovrebbe essere attratto dal corpo di un’adolescente, per cortesia levatevi dai coglioni. Essere attratti da una liceale è un comportamento perfettamente normale, legale e sognare le teen è uno dei valori fondanti di questo blog. L’uomo ha una sessualità visiva [Sex Differences in Response to Visual Sexual Stimuli, HA Rupp-2008] quindi non ha colpa nell’essere attirato dalle cosce femminili, sta semplicemente seguendo un suo istinto. Le prostitute girano in minigonna proprio per essere il più attraenti possibile e attrarre il maggior numero di clienti, le ragazze normali la usano perché capiscono che un uomo eccitato si può controllare meglio e gli si possono strappare più favori. Nascondersi dietro una presunta “libertà” di vestirsi come vogliono è pura ipocrisa. Come faceva notare Mahler già non esiste una libertà assoluta, ci sono precise convenzioni sociali. Ogni contesto ha il suo abbigliamento più appropriato e siamo tutti d’accordo che a scuola non ci vai ad esempio in pigiama o bikini. C’è già un’asticella che si può alzare o abbassare, e queste ragazze vogliono alzarla nel senso che fa loro più comodo, scaricando poi la colpa sull’uomo porco e appellandosi alla violenza di genere.
Le violenza non c’entra un bel nulla, al limite c’è un’ammissione di debolezza da parte dell’uomo e se c’è una violenza è proprio da parte della donna che vuole sfruttare questa sua debolezza in un contesto come quello scolastico, distraendo il professore mentre cerca di lavorare, riducendo l’aula scolastica a una vetrina del quartiere a luci rosse di Amsterdam.
Ricordo bene le mie compagne di liceo che si chinavano sulla cattedra per mostrare le tette e far arrapare l’insegnante di turno, ma almeno all’epoca veniva fatta passare come una cosa casuale. Oggi invece le ragazzine, con il cervello completamente lavato dalla propaganda femminista fin dalla più tenera età, rivendicano la libertà (sarebbe meglio dire onnipotenza) di fare ciò che vogliono alla luce del sole senza prendersi alcuna responsabilità e senza rispetto per l’autorità.
Questo è il problema reale più che la minigonna in sè: ci si lamenta che le istituzioni scolastiche sono in crisi, ma se delle studentesse sono insofferenti a un semplice consiglio sul proprio abbigliamento e fanno le ribelli anche per questo, come si può pretendere che gli insegnanti si facciano rispettare per cose più importanti?
Ecco cosa ha creato il femminismo, generazioni di donne totalmente deresponsabilizzate, con la perenne pretesa che tutto il mondo si adatti ai loro capricci, ma subito pronte a piangere contro la società quando la vita le prende giustamente a bastonate in faccia per la loro arroganza.
Oramai la scuola è sempre più un parcheggio imbarazzante senza regole. Quello che dovrebbe essere la spina dorsale di qualunque Paese serio è lasciata al pressapochismo più totale.
Chi scambia la scuola per la disco o casa propria, e crede di potersi vestire come vuole, dovrebbe essere preso a calci in culo, invece queste “poverette” con tette e figa al vento vogliono pure avere ragione. La dirigente doveva limitarsi a dire che a scuola ci si veste in maniera decorosa, senza la pantomima della “caduta dell’occhio”, che fa passare i prof maschi come vecchi bavosi che non sembra altro aspettino di poter intravedere un po’ di pelle scoperta.
Studenti allo stato brado, genitori inesistenti, prof che aspettano giusto lo stipendio e dirigenti rimasti al 1985; si salvi chi può.
Direi che il post è impeccabile, talmente ineccepibile che le femministe della buon ora e gli zerbini qualora provassero a controargomentare risulterebbero estremamente ridicoli.
Un concentrato di pura logica e buon senso….
Il bello è che non sono il tipo che si lancia in complimenti eccessivi, ma il femminismo becero a questo ci ha ridotti: a dove fare dei discorsi talmente lapalissiani che non possono che venir fuori inattaccabili.
La quantità di vantaggi che hanno le vaginomunite rispetto agli uomini è davvero imbarazzante.
E la cosa incredibile è che la società occidentale finge che ci siano persecuzioni verso le donne, con maschi super cattivoni e super avvantaggiati. E’ assurdo e vergognoso.
Gli stessi sinistroidi correttini poi sono i primi a chiudere occhi e orecchie nei confronti delle culture che imprigionano le donne sotto orride lenzuola, che rimuovono i loro organi genitali, che le uccidono se adultere. Quello va bene per il maninstream.
In tutto questo mi colpisce la totale assenza delle famiglie. Una volta la ragazzina andava a dormire dall’amica e nello zaino aveva i vestiti per la serata in discoteca invece che il pigiama, ma questa cosa non è possibile riguardo la scuola. Quindi vuol dire che queste ragazzine escono di casa già così, nella totale indifferenza della famiglia o con il beneplacito della stessa. Visto l’andazzo non mi stupirei che qualche mamma incentivi le figlie a vestirsi così per avere qualche ritorno a livello di rendimento scolastico.
Io da madre di una quasi ragazzina credo che avrei preso a randellate mia figlia se avesse volutamente scavalcato la decisione e del preside. La colpa non è di queste lolite impertinenti ma di chi le ha “educate” così. Mi vergogno di essere donna per colpa di queste sgallettate e delle loro figlie. Inoltre fanno religione cattolica, cresime, comunioni e poi non sanno che sulla Bibbia è scritto testualmente che noi donne abbiamo il dovere di vestirci con decoro per non tentare gli uomini. Sono solo delle ignoranti capre!
La cosa che piu’ mi infastidisce è la prepotenza e lo strapotere delle femministe.
Loro riescono a far cancellare immediatamente contenuti per nulla offensivi che pero’ non gradiscono mentre contemporaneamente hanno successo nell’ imporre programmi, film, serie tv, giornali ecc. che hanno come unici obbiettivi:
1) l’incitare all’odio verso i maschi, metterli in ridicolo, accusarli, criticarli, farli sentire in colpa, insicuri, azzerbinarli, ecc.
2) esaltare le donne, attribuire loro meriti, qualita’ e caratteristiche che non gli appartengono,, falsificare la storia, le statistiche, i dati in modo da rendere meno ridicole le loro assurde tesi, chiedere sempre nuovi privilegi, ecc.
Bisogna reagire in massa e boicottare i contenuti femministi in ogni modo: segnalarli, non comprare giornali femministi, non vedere film femministi,ecc.
A quelle ragazze non interessa la scuola: sanno già che…
-1) le sistema papi nel suo studio
-2) potranno campare vendendo slip usati ai japponesi (o altre forme di automercificazione tipo twitch, instagaz, webcam varie eccetera)
-3) si faranno mantenere da un coglione nerd incrociato all’università
-4) avendo la giusta platea internazionale, come a Roma, in dieci anni di prostituzione guadagneranno come un calciatore di serie A
-5) le 4 soluzioni sopracitate non si escludono l’un l’altra ma anzi possono funzionare in combinazione.
Secondo me è anche un lavoro sistematico per tenere l’uomo sotto schiaffo. Mi svesto sempre più in ogni luogo, e se mi guardi o, peggio, ci provi, sei un porco (e ti denuncio per stalking, stupro, e via peggiorando). Nel più classico gioco a somma zero, la libertà che si prende una parte va ad erodere sempre più quella dell’altra. La ormai popolarissima domanda deficiente “e a te che ti toglie?” rivela qui la sua idiozia di fondo. Toglie sempre di più, sino alla libertà di guardare, lavorare, pensare in tutta serenità.
Quoto anche le virgole!
La censura di Facebook è stata a dir poco vergognosa, ma ormai siamo ampiamente abituati al fatto che le opinioni “scomode” non siano accette nel piccolo mondo petaloso dei liberals.
Nel caso del post di FB, non c’è nulla di “scomodo” : è una disamina sacrosanta e pienamente condivisibile.
Forse per alcune studenti, studentesse e professori la didattica a distanza è veramente la soluzione ideale : 20 minuti di lezione e poi tutti su onlyfans, patreon! A fare le thots e i simps, che è la cosa che gli riesce meglio.
Questa situazione mi fa’ venire in mente la famosa scenetta del film di Fantozzi che va nella clinica per dimagrire ed è costretto al digiuno totale per giorni. Il culmine dell’ilarità si raggiunge quando il dottore lo invita a “partecipare” alla propria cena, situazione in cui Fantozzi dovrebbe rimanere impassibile; ovviamente si assiste al protagonista che dissimulando indifferenza ruba goffamente qualche boccone. La scenetta appariva divertente perché era chiaro allo spettatore che la situazione era appunto surreale in quanto la posizione di Fantozzi era parificata ad una tortura di cui si capiva facilmente l’epilogo. La situazione del liceo appare invece ribaltata: l’esibizione del corpo viene ritenuta normale perché oggi si pensa che alle donne deve essere permesso tutto e di più, anzi si utilizza quello che è successo per far passare il solito messaggio femminista “degli uomini dai bassi istinti”, tralasciando di parlare invece dello strapotere sessuale femminile che lo determina.
Occorre quindi iniziare a comunicare cosa evidenziano e cosa determinano questi atteggiamenti femminili: in pratica io penso che questo sito dovrebbe periodicamente pubblicare delle vignette che rendano visivamente (la comunicazione umana è visiva al 75%, quindi un’immagine vale molto di più di una spiegazione scritta) il significato degli odierni eccessi femminili (ad es. “il meme della settimana”, eventualmente scelto tra le proposte dei lettori su fatti recenti, con logo di approvazione e implicito richiamo alle pagine del Redpillatore). Le immagini giuste girerebbero molto più velocemente dei post sulla RedPill e dei link a questo sito, permettendo rapida diffusione e popolarità alle ns. idee.
Per me la questione è piu’ semplice: a scuola in minigonna non si va perche’ siamo a scuola e non in discoteca. Punto. Così come un ragazzino non va a scuola in bermuda e ciabatte. Indipendentemente dal cascare e non cascare l’occhio. Fossi un professore mi sentirei pure offeso perche’ significherebbe dare per scontato che l’occhio mi ci caschi … potrebbe anche essere vero, ma chi è lei per darlo per scontato? E comunque anche se fossi un prof e mi cascasse l’occhio potrei essere così professionale da non darlo a vedere e fare lezione normalmente. Il punto non è che casca l’occhio o no, il punto è a monte: siamo a scuola e si rispetta il luogo con un dress code decoroso. Io al lavoro porto sempre i pantaloni lunghi nonostante in ufficio non ci sia aria condizionata, per rispetto del posto di lavoro e degli utenti; non avrei problemi se -temperatura permettendo- il datore di lavoro (che poi è lo Stato) mi imponesse la giacca e la cravatta o una divisa.
Sempre dalle femministe: “la donna non è un oggetto sessuale”.
Quando si dice “fare pace col cervello”…
Non capisco perchè non venga ripristinato l’uso della divisa, come fanno in Giappone…
Dalla Capitale del Puttanesimo solo notizie come queste possono venire: i professori additati come una massa di bavosi che se la cattedra lo permettesse si masturberebbero in diretta, e le adolescenti che riescono solo a esercitare la loro libertà di squillo.
S’attende il commento del solito PUA a spiegare come va tutto bene anzi è un’opportunità per i più svegli…
Sono d’accordo sul fatto che la minigonna non sia appropriata a una scuola e credo che nelle scuole ci dovrebbe essere un “dress code” da rispettare (come già esiste nelle aziende).
Per il resto credo che gli uomini, nel loro stesso interesse, debbano avere l’intelligenza di non cadere in certe trappole. L’attrazione è normale, è un istinto naturale certo… ma un uomo fatto, adulto e responsabile non si lascia turbare o manipolare da una scollatura o da una minigonna come un ragazzino… un uomo adulto di fronte a un abito succinto fa finta di niente e la cosa finisce lì, in questo senso la frase “al professore cade l’occhio” mi sembra infelice.
La dirigente ha sbagliato a parlare di “professori” , è una questione di decoro e stile , punto e basta . L’occhio putroppo cade anche a parti invertite, anche se vi può sembrare incredibile , gli studenti guardano le prof. Bisogna essere seri e vestirsi – e comportarsi- in modo rigoroso e appropriato.
Penso che si dovrebbe prendere esempio da college anglosassoni dove i ricchi, maschi e femmine, e non ste quattro straccione da marciapiede, vanno in divisa. Questo già ldarebbe un’idea a ‘sti quattro sbandati di cosa sia il concetto di disciplina e istituzionalizzazione che ormai alla scuola e alla famiglia è estranea. Povera società….
Ricordo che alle scuole medie, in terza, una compagna venne a scuola col rossetto. La professoressa la fece andare in bagno a toglierselo, era la fine degli anni 90. Poco più di 20 anni fa. Sembrano passati secoli.
Vedi come continueranno queste sbruffone a fare le superiori quando nelle strade torneranno a piovere bombe e proiettili. Quando i posti di lavoro dove le unghiette curate e smaltate saranno finiti, quando l’unica cosa che potranno aspirare a consumare sarà il cibo. Vedrete come sapranno emanciparsi ed essere autosufficienti queste puttanelle di nuova generazione incapaci persino di comprendere il loro istinto primordiale.
Il femminismo non è nient’altro che un movimento culturale subordinato alla pace, alla stabilità politica e al benessere generale della società globalizzata. Non è reale come piacerebbe a loro, è solo la loro immaginazione che si concretizza quotidianamente mentre la verità su come una donna approccia la vita aspetta solo di tornare a galla al prossimo collasso politico/economico/sociale di entità globale.
Verrà il tempo in cui gli esseri umani dovranno affondare nuovamente le loro mani nel sangue mischiato al fango, e le donne torneranno furbescamente a sottolineare la virilità maschile come loro vantaggio e punto di forza per proteggersi e salvaguardare lo smalto e le unghiette curate. Perchè QUELLO invece è il LORO istinto.
Queste sono le classiche donne incapaci persino di rendersi conto che il galantuomo non ha piú voglia di esserlo proprio perchè è daccordo sul fatto che nella vita una donna puó cavarsela da sola e puó persino pagare la sua parte di scontrino al ristorante. Aspettiamo ansiosamente di vedere come impugnerete i fucili al posto nostro la prossima volta che ci sarà da conquistare una libertà per davvero.
la preside è una furba matricolata. Per evitare di finire alla gogna pubblica come si merita per il fatto di non avere i banchi in classe (che sia colpa del governo o sua è irrilevante, nel primo caso doveva denunciare il governo, non improbabili prof dall’occhio cadente), che è la vera notizia, si è inventata questa polemica assurda.
Bene, ripeto qui ciò che ti ho scritto prima che ti zuckassero: a scuola rispetto per tutti vorrebbe che la sessualità fosse lasciata un po’ da parte, tanto tra social, aperitivo, vacanze, disco gli spazi per esibirla sono già tanti.
Sarebbe un vantaggio per tutti, tranne che per la femmine femministizzate che minoranza numerica sono e come tali minoranza ideologica e di costume dovrebbero tornare, nonostante avendo il premio più ambito sul mercato hanno facilmente il coltello dalla parte del manico.
Anzi, sarebbe un vantaggio anche per loro sul lungo periodo: 18 anni non son tutta la vita e sul mondo del lavoro quando il muro sì avvicinerà cretemi che sarà stato più conveniente aver fatto carriera per bravura rispetto che per ricatto sessuale, una ricattatrice più giovane sarà assunta, la vostra minigonna si accorcerà ulteriormente ed il tacco sì alzerà, così il quantitativo di phard, ma no, servirà meno rispetto a prima e non pensiate che lamentarvi con un cartello idiota vi salverà.
P.s.
Nei tempi del patriarcato cattivo le divise penso servissero anche per questo.
P.s. II
La vicepreside è bacata dal verme femminista peggio di loro “vietato vietare solo se dal maschio tossico ti voglio salvare” ancora una volta deresponsabilizzazione totale della femmina, criminalizzazione del maschio, peggiorata dal fatto che sminuisci pure il corpo insegnante di fronte ai ragazzi.
Troppo dire non è la disco o la spiaggia la classe?
Questo doveva essere un editoriale del Corriere della Sera, altro che Penebianco e Sgrumellini…
Comunque la minigonna è uno strumento di seduzione. Serve a mostrare le gambe (che sono una parte sensuale).
Lessi su un libro (l’arte della seduzione di Robert Greene) che nel corso della storia le donne svilupparono questa strategia del “vedo non vedo” proprio per fare leva sulle debolezze dell’uomo (che è notoriamente più visivo). In particolare c’era un capitolo su Cleopatra e di come sfruttò il suo corpo per manipolare i potenti del tempo (Giulio Cesare e altri). Era un modo per compensare il dislivello di forza fisica (differenza oggettiva tra uomo e donna).
Il modo di sedurre e di vestirsi è rimasto diverso tra uomo e donna fino a oggi, ma tanti indumenti femminili sono fatti per “provocare” (gonna, leggings attillati, scollatura ecc…). È abbastanza ovvio.
La libertà di come vestirsi è un diritto giustamente però il sottotesto di tanti indumenti femminili è “guardate il mio corpo e come sono bella/figa”. Ci sì può tranquillamente vestire in modo più sobrio però il voler apparire belle (se si è belle) sembra essere irresistibile per alcune. Per un discorso di attenzioni/ego (bisogno del tutto umano). Ovviamente le attenzioni preferite saranno solo e soltanto quelle dei bellocci. Lo sguardo del povero normo bruttino sarà viscido (ma è il solito discorso).
Quindi premesse queste ovvietà (che a quanto pare non lo sono per tutti/e) la richiesta del tenere un certo decoro a scuola era del tutto legittima.
La trovata del “presentiamoci tutte in minigonna” non ha senso. Era una sorta di difesa/contrattacco ad un attacco interpretato male. Non è che non potete vestirvi in modo provocante, ma era una richiesta del non farlo a scuola.
Detto ciò la gonna a scuola penso che ci possa stare in generale. Bisognerebbe però istituire più che altro un dress code condiviso da tutti. Le divise sono un tantino esagerate…
La mia idea è che la vicepreside ha detto una cosa giusta per le motivazioni sbagliate (ma questo è stato ampiamente detto), però non concordo con l’idea del redpillatore quando dice che non è colpa dell’insegnate che gli cade l’occhio, si che è colpa sua perché ricoprendo un determinato ruolo è suo dovere contenere determinati istinti e poi mi sembra pure una cosa bruttissima se a uomo maturo gli cadesse l’occhio su una che potrebbe essere sua figlia, comunque voglio avere fiducia nel personale scolastico e credere che quella sia un’esagerazione femminista della vice preside.
Penso che la soluzione definitiva sia quella di imporre una divisa scolastica cosi non solo si risolverebbe questo problema che era presente anche ai miei tempi (con diverse motivazioni) e inoltre si risolverebbero molte disuguaglianze tra studenti, dovute al fatto che chi ha determinati indumenti o un determinato fisico fa parte della categoria superiore dei fichi e chi non le ha della categoria inferiore degli sfigati. Disuguaglianze (sia in positivo che in negativo) che rovinano la mente di una persona che si sta formando.
Anche io sarei a favore delle divise scolastiche come in giappone, anche se magari non così appariscenti (leggendo i commenti sembra che ci troviamo più o meno tutti d’accordo).
Approfitto di chi ha scritto che i genitori moderni sembrano sbattersene i coglioni per raccontare un aneddoto simpatico sugli anni cinquanta riguardante mia nonna. In pratica mi raccontò che il mio bisnonno (suo padre), il quale aveva 4 figlie femmine e 1 figlio maschio, quando uscivano le faceva mettere tutte in fila all’ingresso e controllava l’abbigliamento di tutte una ad una. In caso di rossetto o altre cose fuori posto le mandava a cambiarsi semplicemente impedendo loro di uscire fino a quando non ricevevano il suo benestare. Detto questo..mia nonna era l’unica di loro che si nascondeva il rossetto addosso per poi metterselo sulle scale XD
Insomma, un certa dose di “ribellione” giovanile è sempre esistita, però oggi parliamo di famiglie che lasciano figli e figlie allo sbando.
Gli indumenti succinti delle donne sono una forma di violenza sugli uomini, al pari del Supplizio di Tantalo. Gli dei dell’Olimpo per punire l’arroganza di un uomo lo condannarono ad avere perennemente fame e a guardare il cibo senza mai poterlo mangiare: ogni volta che allungava la mano, il cibo si allontanava. Un vero supplizio, lo stesso che le donne infliggono agli uomini indossando abiti con scollature e gonne corte.
Sei una luce in fondo a questo buio moderno.
Grazie mille per dire le cose come stanno senza nessuna paura
Quando ho cominciato a insegnare ed ero ancora giovane e piacente (un professore di 35 anni con un bel fisico) sentivo a volte commenti imbarazzanti da parte dello studentame. Una volta, in un’aula gremita e senza aria condizionata mi tolsi la giacca, restando in camicia e cravatta. Allora sentii una studentessa dire (non così a bassa voce, evidentemente): “Il resto glielo toglierei io”! Fu un momento imbarazzante per entrambi ma anche divertente, a ripensarci. Erano 12 anni fa, ma già le studentesse si erano “sbizzarrite”.
“Non è colpa nostra se gli cade l’occhio!”
E neppure colpa del professore se è stato plasmato dalla natura affinché cada l’occhio proprio lì.
Se non fosse stato così, l’essere umano si sarebbe estinto!
Ma ragioniamo al contrario:
se io andassi in giro con un pacco che mette in evidenza il pene in erezione, (perché magari penso a una ragazza che mi piace) le donne si metterebbero a scappare e a gridare!!
Cosa dovrei dire io? “Non è colpa mia se trovate minaccioso ciò che minaccioso non è! Sto solo pensando ai fatti miei”.
Non c’è niente da fare. A certe donne dà proprio fastidio il fatto che noi umani siamo animali tra gli animali. Con una differenza. La ragione. E questa deve essere usata da entrambi. Non si può pretendere di agire come ci pare (come animali appunto) e pretendere che chi mi sta accanto non si comporti altrettanto da animale. Se si vuole che gli altri siano ragionevoli, bisogna innanzitutto proporsi come persone ragionevoli.
Lo ricordo come un caso abbastanza irrilevante ma, a che mi aveva colpito per un aspetto forse non evidenziato nemmeno su questa pagina: ovvero la retorica ormai automatica nel colpevolizzare l’uomo anche quando non c’e’!
Da quel poco che ne sappiamo si e’ trattata di una “querelle” svoltasi esclusivamente tra donne: UNA vicepreside suggerisce alle studentesse di non sedersi in minigonna perche’ “ai professori potrebbe cadere l’occhio”. Sembra sia nata come battuta spiritosa pensando di fare del buon senso, tra l’altro esternata a voce (per fortuna DELLA imprudente vicepreside) e non (come inizialmente erroneamente riportato) per iscritto. Nulla sappiamo di specifico sui professori maschi della classe: non e’ mai stato sollevato come punto del discorso. Succede pero’ che alcune studentesse non gradiscono il suggerimento DELLA vicepreside (ci scommetterei stava loro gia’ sulle scatole per altri motivi) e se ne escono con un cartello di risposta in cui (notate la finezza) a far cadere l’occhio diventerebbe UN singolo professore. Ah, ma allora finalmente un maschio c’entra? Il cerchio si stringe sul preciso maniaco? No, si tratterebbe sempre di un “fantomatico” professore dall’ “ipotetico” occhio lungo… giusto per rispondere a tono alla vicepreside e con buona pace della reputazione dei veri prof. Peraltro, il sottotitolo furbetto del cartello: #stopAllaViolenzaDiGenere, tirato in ballo come cavoli a merenda la dice lunga sul qualunquismo e retorica di cui sono imbevute le ragazze in questione.
Guardate: in questa vicenda surreale (e tutta fatta tra donne) ci e’ mancata giusto la conclusione mediatica della riappacificazione… con la vicepreside e le studentesse che si danno la mano sorridenti e sullo sfondo il cartello:
#StopAi MaschiPorciCheCiFannoLitigare!
Che poi, conoscendo anche come i media inzuppano queste vicende, mi aspettavo di vedere ben presto qualche titolo di giornale del tipo: “dalla camera finalmente leggi piu’ severe contro i prof. sguardo-lungo!” “Governo: Pronti i paraocchi!“… ma il rapido aumento di casi di Corona Virus nelle scuole sposto’ presto l’attenzione mediatica altrove, disinnescando l’intera faccenda…
L’adolescenza è un età in cui il carattere e le emozioni eccedono,c’è un boom di ormoni; ed è normale quindi la reazione di quelle ragazze così espressiva. Io studio scienze motorie (sono alla specialistica) ed è facile per me capire queste cose perché studiamo AUXOLOGIA da un punto di vista medico scientifico. È anche vero però che non serve studiare AUXOLOGIA per capire certi meccanismi dato che siamo stati tutti bambini, ragazzi… e anche se ognuno ha vissuto questi periodi in modo differente rimane comunque un esperienza di vita che dovrebbe far comprendere ma che a quanto sembra non è così e lo si capisce da come è organizzato il sistema scolastico e dal comportamento dei professori nei confronti degli alunni; professori che a quanto pare non hanno capito niente della pedagogia. Il succo è che bisogna capire di più gli studenti ed evitare lo stress psicologico, soprattutto evitare di imporre regole così ferree perché il risultato ottenuto sarà il contrario di quello voluto. Per cui se vogliono andare a scuola in minigonna io non vedo quale sia il problema, in Giappone le ragazze vanno a scuola in minigonna.
Il pensiero è “vogliamo tanti cazzi e facilità d’inserzione”
“cosa ce ne fotte del decoro dell’istituzione”
Ma infatti neanche io capisco. Anche avendo paura di dare la mail personale ci si mette neanche un minuto a creare una mail apposita solo per gli account nei vari siti. I problemi di privacy del web sono ben altri.
No no! era un verbo azzeccatissimo, il concetto avrebbe perso immediatamente la sua dirompente efficacia. Bestemmiano in diretta al GF mò non si può manco chiamare le cose col loro nome. Peraltro come ci insegna la saggezza popolare: “la più troia tra le troie è quella che la dà a tutti ma non a te” Sic et simpliciter
Vi racconto un episodio che mi è accaduto nel primo anno di università : orale di Analisi 1 (e chi ha studiato ingegneria sa bene cosa rappresenti), una studentessa si presenta con una camicia di tulle trasparente con sotto il reggiseno in bella vista …era febbraio e per strada c erano 20 cm di neve…ovviamente promossa ???
Secondo la logica delle studentesse del liceo Socrate, dal momento che ognuno è libero di vestirsi come vuole, allora pure i maschi possono presentarsi in classe in bermuda,canottiera e infradito.
È ovvio che ha sbagliato la vicepreside a spostare la questione sugli sguardi libidinosi degli insegnanti maschi nei confronti delle studentesse.
Ma è pure vero che in quella scuola mancano alcuni banchi e,sempre seconda questa logica di libertà, allora anche i ragazzi possono mettersi dei calzoncini cortissimi e larghi e canottiere con i buchi per la “gioia”… delle insegnanti.
Credo che aldilà degli sguardi dei docenti, gli alunni farebbero bene ad interrogarsi su cosa sia opportuno indossare in una scuola che dovrebbe essere un’ istituzione importante e non una discoteca o una spiaggia.
Perché quando saranno adulti, nei posti di lavoro, dovranno comunque attenersi ad un dress code ma non solo per il rispetto degli altri, ma soprattutto per il rispetto di se stessi! Perché quell’ abito rappresenterà la loro identità e il loro ruolo nella società.
questi cazzo di cartelli con gli hashtag – andate a fare in culo ste 4 deficienti lobotomizzate –
nessuno rispetto per voi, zero !!!
Bravissimo! Ti adoro. I quadri sempre tutto nella maniera più lucida possibile.
In assenza di regole e valori emergono gli istinti primordiali. Una società dove ognuno é libero di fare ció che gli pare é migliore?
Tralasciando per un attimo l’ipocrisia della parte finale della tua risposta e la ricerca dell’efficacia tecnica della comunicazione tramite il word marketing (per cui la scelta della parola “sbaldraccare” appariva perfettamente azzeccata), occorre notare che sentiamo oggi le donne stesse (molto più che gli uomini) utilizzare questa definizione per sminuire altre donne, al fine di abbassare il valore sessuale delle antagoniste paragonandole alle “baldracche” ossia alle prostitute, dalle cui modalità di “procacciamento/adescamento” la donna media attuale obiettivamente non si discosta molto, né per metodi né per obiettivi.
Ma soprattutto… La violenza di genere hashtaggata, scusate questo obbrobrio linguistico da ggggiovane, nel manifesto, quale sarebbe a guardare? Forse che, torniamo alla solita puttanata, che il brutto che guarda la bella, è violenza ipso facto? Che il 40-50enne che guarda la sedicenne è pedofilia?
Basta cazzate.
Leggendo i commenti vorrei fare una precisazione per gli altri utenti, si parla di pedofilia solo quando si è attratti da minori di 11 anni, cosa chiaramente da persone disturbate; poi c’è la ebefilia cioè l’attrazione per le adolescenti tra gli 11 anni e i 13 anni e poi c’è la efebofilia, cioè l’attrazione per gli adolescenti dai 14 anni ai 18 anni, quindi in questo caso si tratterebbe di efebofilia
La nota positiva e’ che stavolta la vittima del femminismo da mentecatte è una donna: la preside.
C’è da augurarsi che il femminismo, nel suo delirio di onnipotenza, sempre piu’ spesso vada a pestare i piedi alle esponenti del gentil sesso.
Solo così le donne se ne distaccheranno.
E non bisogna pensare che cio’ non accadrà proprio per il timore delle femministe di perdere consenso.
Le femministe hanno gia’ piu’ e piu’ volte dimostrato di essere completamente prive di materia cerebrale e quindi da loro ci si puo’ aspettare di tutto (vedi chiusura programma tv “Parlamone sabato” di Paola Perego a seguito di dichiarazioni del tutto innocue di Fabio Testi)
peccato che abbia letto questo interessante articolo solo adesso… anche stavolta, devo dire che concordo totalmente con l opinione dell autore.
Quando le femministe saranno riuscite ad estinguere definitivamente l “uomo arrapato” (ovvero, l uomo per come e’ stato concepito fin dagli agli albori dell umanita’) e ci ritroveremo un paese popolato quasi unicamente da gay, lesbiche, bisex, incels, depravati, coppie di fatto, zitelle senza figli e via dicendo – sul modello svedese, per intenderci – allora forse si renderanno conto del danno sociale enorme che hanno creato, anche a loro stesse, perche’ non avranno piu uomini veri da attaccare, manipolare e sfruttare.
2022, e la gente si meraviglia del perché la polizia nel resto del mondo dove gli uomini contano ancora qualcosa la polizia pesta le donne che si ribellano – o meglio, che adempiono all’agenda Clinton, che comunque rimane esagerata nei media: le proteste in Iran sono MOLTO meno diffuse rispetto quelle di 10 anni fa quando la stessa amministrazione Obama era ancora in carica allora come oggi; idem per l’Afghanistan, dove le “proteste femminili” sono praticamente una recita televisiva amplificata per farla sembrare un’epico scontro titanico quando invece si tratta di 4 studentesse di psicologia sfigate che vanno in giro per il mondo a dire che devono darla solo in cambio di salari altissimi per pagarsi le droghe e i vizi.
Più che l’abito è l’atteggiamento: quando la donna viveva nuda, non aveva malizia perché la sua nudità era il suo stato naturale. Quando la donna è diventata vestita, ha cominciato a ricattare l’uomo col suo segreto.
È lo sfruttamento del copribile, è l’atteggiamento di ricatto (come a dire “io te la do ma tu mi devi dare MOOOOOOOOOOLTO di più”), più che l’indumento di per sè.
Io sono contrario alla minigonna: o si coprono io si scoprono, le vie di mezzo sono solo mere provocazioni.
Qui mi trovi totalmente d’accordo. IL CONTESTO fa la differenza, ma tu vaglielo a spiegare alle femministe. Come giustamente hai detto tu, anche andare in pigiama a scuola è sbagliato, ma lo fanno comunque. Il decoro ed il rispetto per un luogo che non è casa tua deve esserci sempre.
Ecco perché io sono assolutamente d’accordo con il dress code, in tutti gli ambiti: vuoi vestirti come vuoi? Te ne stai a casa.
beh anche se i maschi si fossero messi senza maglietta a scuola è chiaro che distraevano il personale scolastico femminile, stessa roba la minigonna per il personale scolastico maschile, se no visto che c’è la libertà totale su come vestirsi facciamo che io entro a scuola col pisello di fuori e le mie compagne di classe con le tette di fuori, nessuno può giudicarci, è una nostra libertà vestirci come vogliamo
oltretutto lo sguardo che cade non è colpa delle ragazze, ma appunto manco del professore, come non è colpa mia se ho davanti delle donnine nude se mi viene duro
“Al professore cade l’occhio”. Questa vicpreside è tutta scema. Detto questo evviva le divise giapponesi. Le ragazze sono più carine, pulite e, perché no, anche più sexy.
Sono più che d’accordo sul fatto che a scuola o in altri luoghi non ci si debba presentare in minigonna.
Sono d’accordo sul fatto che la minigonna o le scollature attirino l’attenzione.
Per ampliare il discorso, però, non sarò mai d’accordo su chi considera il modo di vestire un “ lasciapassare “ a farsi fare di tutto.
So di essere OT, ma è una mia personale riflessione.
Il contesto scolastico è un caso particolare.
Per il resto, credo che tu (uomo o donna) hai il diritto di vestirti come vuoi, ma se ti vesti in un certo modo (finalizzato ad essere guardat*) devi aspettarti di essere guardat*. Da chiunque, non solo da chi piace a te. Nel modo in cui ti vesti e ti fotografi uno può guardarti liberamente, perchè si suppone che il modo in cui ti vesti sia il modo in cui vuoi essere guardat*.
Se ti svesti molto, devi aspettarti che qualcun* consideri le tue foto anche in senso sessuale.
Se non vuoi essere guardat* in senso sessuale, ti vesti in un modo che non causi l’essere guardat* in senso sessuale, o per lo meno scegli i contesti.
Lungi dal giustificare domande del tipo “Come si era vestita quando è stata stuprata?”. Questa domanda ovviamente non ha senso, se non nei processi quando è ragionevolmente ipotizzabile un consenso della “vittima”, al fine di dimostrare quest’ultimo. Di certo non si può attribuire la colpa di uno stupro sulla base del vestiario.
Sono due cose diverse.
Ma ovviamente ciò che metti in mostra, gli altri lo possono guardare.