Ricordo un’estate, era il 2006. Convinsi un amico ad andare qualche giorno al mare in Croazia. Organizzammo tutto in gran fretta. I mezzi sarebbero stati molto semplici: il treno fino a Trieste, poi l’autobus. Una tenda decathlon mezza sgangherata per due persone sarebbe stata il nostro alloggio. In borsa solo lo stretto necessario. Anche la meta, Rovigno, era modesta quanto l’organizzazione.
Un viaggio molto alla buona, più propriamente da morti di fame, ma quando hai vent’anni ed è Agosto e stai per andare al mare all’estero, sei così carico di speranze ed eccitato per la nuova imminente avventura che ogni comodità può tranquillamente passare in secondo piano. L’unico dettaglio da non tralasciare è la possibilità di conoscere ragazze, e quella era l’unica cosa che non avevo lasciato all’improvvisazione.
Il nostro campeggio era un po’ lontano dal centro, immerso nella pineta che si stendeva sul lungomare. Di notte, lungo la spiaggia sassosa, i fuochi accesi dai ragazzi in vacanza tracciavano il percorso verso la città e brillando fungevano da punto di riferimento per le occasioni sociali. Sempre in mezzo alla vegetazione c’era il Monvi, un locale molto movimentato, poi abbattuto nel 2013. Si trattava di una specie di discoteca, ma le sale erano disposte a mo’ di porticato intorno ad uno spiazzo centrale all’aperto e quindi era molto più semplice conversare rispetto alle tradizionali discoteche.
Neanche nel centro cittadino però mancavano le opportunità di fare conoscenza. Il pomeriggio del nostro arrivo io e il mio amico andammo a fare provviste, ed entrando in un piccolo market incrociai una cerbiattina che stava di fronte allo scaffale degli alcolici, indecisa su cosa comprare. Attaccai bottone e scoprii che era russa, 20 anni pure lei. Bellissima. Avete presente Dasha Dereviankina? Ecco, fenotipo abbastanza simile, stessi colori, qualche centimetro in meno di statura. Tentai un approccio consigliandole cosa prendere da bere e mi rispose positivamente, così scambiammo due chiacchiere prima di ritornare ai nostri acquisti. Lei uscì prima di me, ma arrivato alla cassa notai che era ancora lì seduta con un’amica bionda di fronte all’ingresso. Un’occasione da non perdere: ripresi la conversazione e, non chiedetemi come, rimediai i loro numeri e un appuntamento per la serata.
Passai tutto il resto del pomeriggio col pensiero fisso a quell’incontro. Dove andare, cosa fare, come giocare al meglio le mie carte. Preoccupato di non sfigurare, data la scarsità del mio guardaroba comprai pure una maglietta apposta per l’occasione, una polo Ralph Lauren bianca col logo nero, tipo quella di Leo in The Wolf of Wall Street nella scena della barca. Era troppo bello per essere vero. Avremmo passeggiato per le strette viuzze selciate del centro storico, tra le case colorate in stile veneziano; avremmo salito insieme le scalinate tortuose della Grisia, la via degli artisti, con i suoi muri colorati dai dipinti in esposizione, fin su alla chiesa di Sant’Eufemia per guardare il panorama dall’alto; il giorno dopo magari avremmo passato il pomeriggio insieme in spiaggia, poi la sera avremmo cenato in un posto carino, mangiato i calamaretti con le patatine fritte, guardato il mare al tramonto, poi chissà…
Nulla di tutto ciò accadde: non si presentarono mai all’appuntamento. Nessuna spiegazione, né prima né dopo. Il telefono squillò a vuoto. Sognare è gratis perché così se ti svegli male nessuno ti deve rimborsare il biglietto.
Comunque, avrò indossato quella maglietta cinque volte in quindici anni. Non so, mi fa troppo figlio di papi studente bocconiano di finanza, gran pippatore di coca sui tavolini in vetro di qualche attico in zona Brera. Non è il mio stile, ammesso che io ne abbia uno.
La sera ci buttammo in pineta, prendendo con comodo il tragitto verso il Monvi. Circa a metà strada, da dietro i cespugli spuntò una comitiva di ragazzi. Erano italiani e ci fermammo a parlare un po’. Fra loro c’era una morettina di sedici anni, fisichino magro e abbronzato, capelli lunghi lisci. Era carinissima ma, a dispetto della nazionalità e del livello estetico, con me fu di una semplicità e gentilezza quasi disarmanti. Riuscii a parlarci solo per pochi minuti, ma bastarono per farmi perdere la testa e desiderare di trascorrere tutta la serata insieme a lei. Li invitammo a venire al locale con noi, ma il suo gruppo aveva altri piani, quindi la guardai sparire nel buio della vegetazione. In ogni caso sarebbe comunque stata off limit per me.
Il Monvi era strapieno di italiani, me ne accorsi quando dalle casse partì Seven Nation Army dei White Stripes e oltre metà della clientela maschile iniziò a saltare come scimmie, ancora esaltati per la vittoria ai mondiali. Calciocornuti bastardi. Per quanto mi riguarda, il massimo che ottenni fu ballare con un paio di tipe in pista. Forse avrei potuto rimediare un contatto, ma alla fine non conclusi nulla. Fu la classica serata in disco del ventenne normaloide: pali e alcol. Il mio amico capì subito l’andazzo e volle andarsene presto. Io tentai la sorte fin quasi alla chiusura insieme ad altri desperados che avevo conosciuto lì; poi, quando ormai regnava il silenzio, mi incamminai da solo nel buio della notte, tanto ubriaco da riuscire perfino a perdermi in mezzo alla fitta boscaglia croata. Quando ritrovai il sentiero ormai era quasi mattino e non girava anima viva. Decisi di scendere al mare e tornare al campeggio seguendo la spiaggia. Duecento metri dopo passai accanto ad alcuni ragazzi che dormivano a pochi passi dall’acqua, sui sacchi a pelo. Fra loro, la moretta sedicenne conosciuta qualche ora prima. Era abbracciata ad un ragazzo, uno che di lì a poco avrebbe visto sorgere sul mare il mio stesso sole, ma con occhi molto diversi.
Il cielo cambiò colore mentre io mi chiedevo cosa mi distinguesse da lui, e se mai avrei potuto vivere ciò che stava vivendo lui.
Il bello dei vent’anni in fondo è proprio questo, avere molto tempo davanti ed essere fiduciosi che prima o poi le cose cambieranno, che si sistemeranno. Essere proiettati nel futuro, vivere i momenti tristi come incidenti di percorso lungo un viaggio che però alla fine ti riserverà anche eccitanti avventure. Il bello dei vent’ anni è proprio questo, potersi permettere di essere dei coglioni.
D’estate il mare è molto più che un luogo fisico o un territorio geografico. E’ uno stato d’animo, una promessa di felicità, un amplificatore di emozioni e di dinamiche umane. Rende ancora più evidenti le gerarchie maschili, la differenza tra chi è idoneo e chi è inidoneo. Chi ha presente la canzone “Mare, mare” di Luca Carboni? Il cantautore racconta in prima persona la sua volata in moto da Bologna a Riccione con la speranza di “abbracciare le ragazze belle del mare”, per poi tornare a casa avvilito una volta scoperto che al mare le ragazze semplicemente sghignazzano di lui. Il brano fu vincitore assoluto del Festivalbar 1992, ma mentre lo scriveva Carboni stava anche tracciando un quadro perfetto dell’uomo medio e di tutte le illusioni e disillusioni che lo accompagnano quando immagina le sue serate al mare.
Una canzone anomala, cantata dalla prospettiva degli sconfitti, mentre tutte le canzoni che parlano d’estate al mare, a cominciare dai vari tormentoni alla Baby K, di solito parlano solo di tutte quelle esperienze felici precluse alla maggior parte degli uomini.
Il mese scorso ho fatto qualche giorno al mare qui vicino a casa. Girando la sera in spiaggia, fra i ragazzi imboscati fra gli ombrelloni, in genere in gruppetti di 4-5, ho visto sempre la stessa scena: uno o due di loro avvinghiati a qualche ragazza sullo sdraio, e gli amici soli a fare da scenografia.
E’ difficile immaginare uno spettacolo più crudo di quello a cui assiste l’uomo medio durante le sue “vacanze” estive al mare. Le dinamiche sono talmente estreme, spontanee e genuine che l’estetica, pare impossibile, riesce ad assumere un’importanza ancora maggiore, mentre altri fattori che nella quotidianità sono comunque importanti, come ad esempio l’aspetto economico, vengono totalmente ridimensionati.
A chi ad esempio pensa che avere casa al mare possa essere un bonus per un normaloide, racconterei di tutti i lavoratori stagionali bellocci senza un soldo che ho conosciuto negli anni. Si lavavano nelle docce pubbliche e dormivano in auto, ma durante quei mesi facevano ugualmente razzia di figa.
Oppure racconterei di quella coppia di 7.5 che incontrai nel 2014 a notte fonda fuori dal villaggio turistico internazionale di Bibione.
Non avevano un soldo in tasca e pensavano di dormire a scrocco da amici, ma la Security all’ingresso li lasciò fuori e così passarono la notte abbracciati sul marciapiede. E che volete che sia…
L’altro giorno coi ragazzi si discuteva di come le esperienze brutte dei belli siano più belle delle esperienze belle dei brutti. Il bello buca la gomma della Mini Cooper mentre va al mare, scende per ripararla, e intanto ha la fidanzatina che lo fotografa e posta su Instagram “Amore mio meccanico”, hashtag #imprevisti #amore #gommabucata. Centinaia di likes e poi si riparte felici, contenti e spensierati come se nulla fosse successo.
Ecco, in quel caso “Amore mio clochard” #barboni #marciapiede e per loro quella fu un’esperienza di vita che probabilmente ora ricorderanno con nostalgia. Nulla può fermare la felicità estiva di un bello. Se scende il diluvio e sei fuori di notte ti ripari con la tua ragazza sotto il portico di un chioschetto chiuso in pineta e stai lì finché non passa, i suoni rilassanti della pioggia sulla vegetazione a farvi da colonna sonora, “stromenti diversi sotto innumerevoli dita”, come D’Annunzio con Ermione.
Per gli altri, la pioggia al mare di notte è solo un modo per mimetizzare le lacrime per una vita troppo avara, che ti dà le ali, ma non ti lascia volare.
Bello l’articolo, sicuramente sentito e veritiero, così come lo sono le dinamiche delle interazioni fra ragazzi e ragazze che vi vengono descritte.
Non condivido, però, in tutta onestà, il tono catastrofista del finale.
Capisco che a molti non vada giù la selettività (anzi, iperselettività) femminile, in virtù della quale alle donne è dato il potere, con gesto, di troncare le speranze di molti.
Capisco anche il dolore del protagonista che si sente tagliato fuori, senza averne colpa, da un’esperienza, magari anche un po’ idealizzata, ma senza dubbio piacevole.
Al contempo, però, lamentarsi dell’ipergamia femminile (e della poligamia maschile, senza la quale la prima non si sosterrebbe) significa lamentarsi della natura.
Non c’è rivoluzione MRA (ammesso che mai se ne verifichino) che potrebbe mai spostare di un millimetro questa tendenza.
Una volta era diverso perché una volta non c’erano discoteche sulla spiaggia e ogni donna (così come ogni uomo) aveva un partner (o un fidanzato esclusivo).
Ma non è mai (MAI!) accaduto che le ragazze, lasciate libere di scegliersi un partner, non fossero ipergamiche. E non è mai accaduto che i maschi, nelle stesse condizioni, non fossero poligamici, accettando il sesso anche dalle bruttine.
Insomma, pur con tutta la solidarietà, mi domando: a che serve piangerci sopra?
E’ come piangere sul fatto che le foglie siano verdi in estate.
Forse è il caso di ripensare la propria vita e comprendere che non è in funzione delle esperienze sessuali (addirittura, adolescenziali) che se ne può misurare il valore.
Perché è chiaro che, diversamente, continuando cioè a desiderare ciò che non si può o non si è potuto avere, si ricadrà in una spirale di sofferenza e autocommiserazione che non può portare a nulla di buono.
Personalmente amo moltissimo il mare, anche perché ci sono nato; penso che continuerò ad amarlo anche se, come l’autore di questo articolo, non ho mai goduto dei favori del gentil sesso.
Di certo, non mi lascerò rovinare la vita dalla loro ipergamia. La vita è molto più di questo.
Non c’è nulla da fare ragazzi.
Trovatevi un’alternativa. Viaggiate. Lavorate, fate i soldi. Coltivate i vostri hobby, fate sport, insomma quello che volete.
Il retrogusto amaro di sapere che “non sei abbastanza” e spettatori fallimentari della felicità e/o del culo altrui ,la speranza disillusa che si sente leggendo questo bellissimo post di Red rimarrà, ma almeno ci saremo costruiti delle vite realizzate e…. chissà, forse anche meno problematiche.
I conti si faranno alla fine.
Spesso si pensa alle vacanze al mare come a una ghiotta occasione per rimorchiare, dato che ci sono tante ragazze.
Il problema è che, dove c’è il miele, ci sono anche le api, che in questo caso sono i ragazzi che ci vanno per rimorchiarle.
Ne deriva un ambiente ipercompetitivo in cui le dinamiche insite nei rapporti uomo-donna vengono ulteriormente esacerbate.
Questa è la ragione per cui mi sentirei di sconsigliare questo tipo di vacanza a chi sia sotto il 7.
Non che sia impossibile andare in meta (io stesso, a suo tempo, ci sono riuscito diverse volte), ma la fatica è notevole e anche le delusioni.
È un po’ come la discoteca; se si vuole rimorchiare meglio andare altrove.
Per questo motivo ho ben presto cominciato ad apprezzare il mare da un’altra prospettiva, come luogo di relax, e alle mete gettonate per la movida ho preferito posti tranquilli con acque cristalline.
Le scopate erano limitate alla ragazza che mi portavo dietro, se all’epoca ne avevo una.
Da quando usufruisco delle gioie del sesso a pagamento, poi, le vacanze al Mare sono un momento in cui anche il mio beneamato pupparuolo si prende una pausa.
Devo dire che, essendo già soddisfatto dal punto di vista sessuale, la trovo un’ottima scelta per evitarsi inutili sofferenze.
Un racconto che mi ricorda un episodio di tanti anni fa.
Eravamo andati al mare in tre: io normaloide e due amici chad (all’epoca ero blupillatissino e pensavo che gli amici più “esperti” mi avrebbero aiutato a scopare).
In vacanza conosco una ragazza piuttosto carina (mentre loro se ne facevano una moltitudine).
Da cosa nasce cosa e ci scappa qualche bella limonata.
La tipa comincia a frequentare anche l’appartamento che avevamo affittato… e io penso: “qua si conclude”.
Pensiero rafforzato dal fatto che i miei compari l’avessero già fatto con alcune cerbiattine.
Poi un bel giorno esco a fare la spesa ma trovo chiuso il supermercato.
Per questo torno praticamente subito, apro la porta e trovo lei che si stava facendo trapanare contemporaneamente (fronte e retro) dai miei due “amici.”
Al vedermi i tre hanno interrotto e si sono “scusati”.
Il giorno successivo sono tornato a casa in treno.
Non ho più rivisto né lei né loro.
Da quella volta al mare ci vado solo per nuotare…
Penso che bisognerebbe vedere la
cosa anche dal punto di vista delle donne (disclaimer: sono un MRA convinto; il primo che mi dà del femminista si consideri mandato a fanculo).
Una ragazza che va al mare e intende farsi pisellare (cosa non scontata…) si aspetta di farlo col chad, non col dinaroide alto sei metri retruso e col nasone.
E i chad, che di ciò sono consapevoli, al mare ci sono!
Dunque, se sei un normobruttino, andare al mare con l’intento di pisellare la cerbiattina è piuttosto irrealistico.
Direi, più che altro, che è un po’masochista perché significa andare a soffrire.
E soffrire, se non è mai una bella cosa, in vacanza ti fa anche sentire un po’ coglione.
Ecco perché è molto più sensato, quando non hai i numeri per giocare, rinunciare a farlo.
Evitare i sancta sanctorum della pastura estiva (Jesolo, Rimini, Riccione, ecc… le discoteche sulla spiaggia, in particolare, sono la criptonite del maschio italico sotto il 7) e godersi il mare in altro modo.
Essendo un alpinoide panzone l’ho capito subito e, da allora, vado al mare solo per godermi il mare…
Il paradosso è che, in questo modo, un paio di volte sono anche riuscito a trombare! Mi era capitato di socializzare con ragazze del posto le quali, proprio per assenza di concorrenza da parte di altri maschi, hanno avuto la compiacenza di deliziarmi l’augello.
Ricambiate, ovviamente.
Questo articolo mi fa ringraziare una volta di più il non aver trascorso la mia gioventù inseguendo le donne.
Ho già raccontato la mia storia in un articolo pubblicato sul blog (Storia di un Metallaro).
Le vacanze al mare con la cumpa sono state senza dubbio fra le esperienze più belle della mia vita.
Ricordo perfettamente di essere stato anche io in Croazia, sull’isola di Krk, un’estate di tanti anni fa.
Eravamo in quattordici, in una casetta tutta per noi a due passi dal mare.
Quante sere passate a divertirsi, a ridere, a fare i coglioni. Eravamo talmente affiatati che spesso anche la gente del posto o altri stranieri si univa a noi.
Casse su casse di birra Karlovacko e serate trascorse con la chitarra fissa fra le mani.
Ogni cosa era un pretesto per divertirsi, anche la più stupida; avremmo voluto avere giorni di 48 ore! Il mondo ci appariva allora una strada in discesa lastricata di gioie e soddisfazioni, una meravigliosa favola, della quale eravamo i protagonisti…
Se ripenso a quegli anni, ora che sono sposato e al mare faccio castelli di sabbia coi bimbi (tra l’altro, non lontano dalle tue parti, a Lignano Sabbiadoro!), un po’ mi commuovo.
Che belli! Spensierati, felici, puri.
Mi hanno sempre trascinato al mare o disco con la scusa che c’è figa.
Non ha mai cuccato nessuno della cerchia, ma dopo anni di pali dico ti verrà un dubbio? No!
I bluepillati non imparano mai e insistono e insistono e continuano a romperti i coglioni.
3/4 quarti delle azioni dei maschi sono in funzione diretta o indiretta all’altro sesso.
Io alla fine mi sono rassegnato, l’energia, il tempo e I soldi che gli altri sprecano per avere se gli va bene dopo I 30 anni una cessetta acida e rompicoglioni con cui si impegnano facendo anche figli, esponendosi anche al rischio di finire sul lastrico con casa e affidamento dei figli a lei anche se ha fatto la troia con un’altro,l’annullarsi completamente (niente più passioni, sport e gestione del proprio tempo libero) per stare ai voleri della stronza che è una borghesotta consumista del cazzo svogliata…Alla fine l’ho usata per me stesso…volo a vela/aviazione, mountain bike, e montagna (dove è difficile trovare zoccolette in tiro che la danno solo ai chad)…magari tra un pó mi compro anche una spider, mentre I miei coetanei devono rendere conto alla compagna pure per il tipo di auto che devono acquistare(magari un merdosissimo Suv di 2 tonnellate)
Fotocopia di molte mie estati. Si iniziava col cuore gonfio di speranze e di sogni da realizzare, e si chiudeva a fine agosto con l’aria autunnale che gelava l’animo e la malinconia di un’altra stagione, un altro anno, appassiti nel nulla. L’estate non mi è mai stata propizia, tutte le mie avventure sono nate in altre stagioni, e ancora oggi il ricordo di quelle spiagge, le serate in discoteca, le inutili sviolinate alle tipe che mi piacevano, mi danno un’amarezza tale che, lo ripeto, rimpiango di non essermi chiuso in casa sino alla maggior età per poi partire all’estero in qualche modo. La mia terra mi ha avvelenato la vita, ed io ho lasciato fare. Non me lo perdonerò mai.
Si tratta di amplificatori sociali, al pari dell’erasmus o della gita scolastica. Ma non è il “mare” in quanto tale, bensì in quanto “vacanza tra ragazzi”. Gli stessi meccanismi si troverebbero in qualsiasi posto di vacanza dedicato ai ccciovani, tanto che in posti di vacanza notoriamente creati per divertimenti giovanili (Rimini, Riccione, Ibiza, Lloret de Mar, Palma di Maiorca), spesso i frequentatori di quei posti, al mare, neanche ci vanno. I ragazzi italiani ci vanno con la speranza e l’illusione di trombarsi quache cerbiatta straniera che “mica se la tirano come le italiane eh”; le ragazze italiane ci vanno per farsi qualche scopata selvaggia ipergamica senza che lo vengano a sapere i genitori all’antica o gli orbiter friendzonati che hanno in Italia. Alla fine però il bilancio della vacanza è lo stesso bilancio che si avrebbe in Italia, appunto, amplificato: le ragazze hanno scopato alla grande; i belli si sono spellati i genitali dall’attrito e i brutti… hanno preso solo pali ma al ritorno racconteranno di aver trombato “eh che figura ci faccio se dico che sono l’unico che non ha trombato nemmeno laggiu'” istigando nuovi brutti ad andarci, che non tromberanno, ma che per lo stesso motivo racconteranno di aver trombato. Anche posti come il Nord Europa o la famigerata trombonave Stoccolma-Helsinki (aveva questo nome già quando la presi io nel 96 e andai a vedere l’Assembly, piccola parentesi nerd) sono ormai riservati ai belli. Ma non è il “mare” in se. Il mare è anche quello nel quale, da solo, mi faccio una bella nuotata di 5 miglia, lasciando a terra pensieri e problemi, esco dall’acqua, mi asciugo e torno a casa.
E la pillola rossa si fa letteratura ?
Forse c’entra poco ma mi pare una considerazione interessante da fare qui, su come funziona nelle donne l’attrazione. (disclaimer: al netto delle solite eccezioni che non rappresentano però la maggioranza)
Leggevo oggi che quelle grandissime teste di c.. che hanno ammazzato di botte quel povero ragazzo, con tutta porbabilità di fatto delinquenti, picchiatori e spacciatori hanno interrotto una trombata al cimitero (sic) con 3 ragazze (quindi si accoppiavano in compagnia, al minimo) per andare a partecipare alla rissa mortale. Dato che, secondo tutte le testimonianze, questi menavano qualcuno tutte le settimane questo ci da la misura di come molte ragazze decidono da chi farsi scopare e come (in un cimitero?) E l’attrativa che i delinquenti esercitano su di esse, molte temo. Infine anche l’importanza che questa gente dà ad una scopata: se c’è da menare le mani, si interrompe (chi di noi lo farebbe? io manco se va a fuoco la casa) tanto c’è sempre tempo per farsene un’altra (eventualmente non con la stessa).
1800 euro al mese non è male. Un insegnante (di ruolo, cioè una minoranza) li vede dopo quindici anni (se non altro una non se lo piglia per denaro). Lo stipendio medio di un laureato a cinque anni dalla laurea non arriva a 1200. Diventare notaio è quasi impossibile se non sei figlio di notaio. Idem per quasi tutte le professioni prestigiose. Non c’è via d’uscita. Fare letture interessanti, semmai andare a vedere qualche luogo d’arte, e andare a troie qualche volta. Se sei un quattro nessuno ti vuole neppure come amico. Nessuno vuole neppure guardarti in faccia. A malapena i familiari. Così è.
Non hai capito, è che se “non scopi” intendendo che fai schifo a tutte sistematicamente, la vita ti deprime e non riesci a fare neanche altro, non si tratta di “pensare solo al sesso”, magari fosse così semplice.
Un dolore che solo gli esclusi possono comprendere…
Sono stato un lavoratore stagionale che faceva colazione al bar, doccia scroccata nei campeggi e dormiva in auto. Peccato però che sia un normaloide non NT quindi quell’estate orribile di lavoro sottopagato me la sono fatta da solo e pure sfottuto dalle schifose colleghe femmine
Per “farsi una famiglia” bisogna essere in due. Come fai a crearti una famiglia se non riesci a trovare nemmeno una disposta a fare due passi con te in centro o prendere una pizza insieme? Sono le stesse sciocchezze che mi raccontano i miei a casa: “Non ti sei voluto trovare una ragazza, ma quando ci fai diventare nonni?!”. E sottolineo due volte quel “voluto”.
E per farti una casa e crepare in un letto che non sia quello dove dormivi da bambino, non serve una fede al dito. Bastano solo un po’ di soldi. Non è che le case si vendono e si affittano solo alle coppie sposate.
Crudo e vivo come nel più puro spirito del Red.
Hai raccontato la verità :
C’è chi può e chi no.
La maggioranza fa parte del secondo caso, ma fa di tutto per non crederci. Fino a quando ingoia la redpill…. E si rende conto (perché in fondo già lo sapeva) di quanto è profonda la tana del bianconiglio.
Grazie Red.
Questi ragionamenti li faccio pure io e leggendo le tue righe riesco a capire tutta la sofferenza che provi e che hai provato, al di là del brutto o bello (che ovviamente come ben sappiamo è la cosa più importante) traspare una gran profondità di animo e di penisero, da sensibile che sono pure io posso garantirti che quelli come noi saremo SEMPRE condannati a soffrire fino alla fine, specie in tempi come i nostri, non c’è spazio x gente come noi purtroppo. Io vedo invece chi ha un pensiero più semplice (es. Quelli che vivono di calcio, videogame eccetera) pur magari essendo brutti vivono un’esistenza meno agognata. “Beata ignoranza” forse uno dei detti più azzeccati a parer mio.
Toccante redpillatore, ho sempre pensato tu avessi un dono come scrittore e nel far emergere sentimenti.
Mi hai ricordato tanti eventi del mio passato. Così simili ai tuoi, eppure così diversi, e così diffusi tra tanti.
Devo dirti, a 41 anni, verso i 42, ormai sono sceso a patti con la realtà, del resto, ne converrai sono certo, vivere a 40 anni, od oltre, esperienze che andrebbero vissute da adolescenti o nei primi vent’anni, non sarebbe la stessa cosa. Si vivrebbero in maniera diversa.
Quindi non ho neppure molto desiderio di voler ripercorrere i tempi, quelli sono passati, la cosa che scoccia è che non dipendeva da noi viverle, essere felici o provare ad esserlo, ma da altri, e non è possibile modificare la volontà altrui. Alcuni possono persuaderla, invogliarla, altri costringerla, ma è veramente bello quando la scelta è libera ed incondizionata.
Un’altra cosa che ancora non riesco ad accettare, è chi nega questa condizione dell’uomo medio, anzi la irride e perfino la accusa, di essere inesistente, e sostanzialmente falliti, quando non psicopatici, gli uomini costretti all’estinzione genetica.
Infine, l’ultima, questione che ancora mi duole, è il futuro, come il futuro a vent’anni è vissuto in prospettiva della vita e di quanto bello possa avvenire e ‘sistemarsi’, dopo i 40 si vive in prospettiva della vecchiaia, della fragilità che prima o poi arriverà, e della fine. Soli. Questo sì, mi atterrisce.
Riguardo i rapporti sessuali, francamente, non li considero più nemmeno attrattivi. Certo, vedo una bella ragazza mi piace, ma non so, se anche ne avessi la possibilità, sul momento, farei qualcosa con lei. Forse sì dirai, è solo che non capita, ma francamente non ne sono così sicuro. Ho sviluppato, e mi spiace di questo, una specie di idiosincrasia verso la sessualità vista come fonte di sporcizia fisica in ultima istanza, sebbene apprezzi grandemente le fattezze di un bel viso o di un bel fisico.
Vero, ce ne sono abbastanza. La redpill è alla base di questa società, però non vedo nessun clamore o scoperta del secolo. A parte i dati sui femminicidi, omicidi, morti sul lavoro (oggi un altro purtroppo), che sono tutti esatti, nessuno ha mai considerato che la società occidentale redpillata, pur l’incremento demografico mondiale ancora in atto, è insostenibile? Tutti i paesi occidentali, e tutti è tutti, sono in decremento demografico, e sappiamo bene che il problema non è economico, perchè alcuni paesi stanno veramente alla grande. Il problema è nel rapporto uomo-donna odierno. Ma una domanda? Pensate veramente che questa società sia l’ultima che esisterà sulla terra? L’unica cosa che ci resta da fare è guardare e vivere in pace, se ci si riesce.
Mi sono tornate alla mente le mie vacanze al mare in Liguria con i nonni durante la mia adolescenza. Avevo un giro di amici niente male, si andava in spiaggia, si usciva la sera a prendere il gelato sul lungomare. In quegli anni (vado a memoria dal 93 al 97) mi sono preso le più grandi sbandate per due ragazze della cumpa, due ragazze che, manco a dirlo, erano le più gettonate fra i maschi. Nella mia ingenuità non pensavo, e non mi ero accorto di nulla, che queste ragazze potessero interessare anche agli altri maschi, quando due di loro hanno deciso di “sfidarsi” per provarci con una di loro che era single (l’altra parlava di un ragazzo in città). Quando l’ho saputo mi è venuto istintivo mettermi a confronto con loro e il risultato è stato che a mio giudizio non avrei avuto possibilità di vittoria. Non so se il mio sfuggire la competizione (cosa che faccio ancora oggi) sia stato effetto o causa del mio atteggiamento, so solo che poi ho sempre vissuto il mare con un po’ di sofferenza perchè vedevo che a me sembravano precluse esperienze che per gli altri parevano naturali. Ho riscoperto il mare di recente, da solo. Ombrellone, libro, cuffia nelle orecchie, una birra fresca e una sigaretta. Mai avrei immaginato che mi sarebbe mancato come quest’anno.
La parte di Luca carboni mi ha fatto scendere una lacrima. La leggevo con in mente la canzone.
Secondo me sbagli a considerare una donna come essenziale per vivere appieno queste avventure adolescenziali.
A vent’anni anch’io lo pensavo, poi mi sono fidanzato, ho vissuto quello che scrivi in entrambi i ruoli e mi sono accorto che non è tutto sempre rose e fiori.
Mi spiego meglio, tu vedi quelle scene e pensi “che bello, che fortunato quel ragazzo, vorrei essere lui”, però magari il ragazzo che ha bucato nel tuo esempio avrebbe preferito passare la giornata a casa perché è il suo giorno libero, oppure con gli amici, incece è stato costretto dalla ragazza ad uscire per andare in un posto che sicuramente a lui non frega niente.
Idem per quello che ha dormito sul marciapiede, chi ti dice che non avrebbe preferito uscire con gli amici?
Per non parlare delle piccole rotture di palle quotidiane alle quali sono sottoposti, tutte cose che da “fuori” non si vedono, ma ci sono.
Avete una buona compagnia di amici è più che sufficiente per vivere benissimo qualsiasi avventura, sia adolescenziale che non.
Scusa il pippone lunghissimo, ma è un concetto che mi sta molto a cuore ?
Sei molto giovane. Io all’epoca del riff “pooo po po po po pooooo” ero già sposato da mo’; per me adolescenza significava Italia 90 o rigore di Baggio sbagliato nel 94. In ogni caso secondo me il tuo errore principale è che in vacanza (dove tutto è ancora piu’ veloce che nella propria città), le cose si concludono subito o niente. Se conosci una tipa te la porti a limonare SUBITO, non le dai un appuntamento, altrimenti prima dell’orario dell’appuntamento avrà conosciuto un altro che se l’è accaparrata subito.
“E’ evidente. E’ da un pezzo, che è così. Da sempre. Raphael, tu non rappresenterai mai e poi mai il sogno erotico di una ragazza. Devi fartene una ragione; cose del genere non fanno per te. E comunque è ormai troppo tardi. Raphael, l’insuccesso sessuale che conosci sin dalla tua adolescenza e la frustrazione che ti perseguita dall’età di tredici anni lasceranno in te una traccia indelebile. Anche ammesso che tu riesca ad avere delle donne – cosa che, francamente, non ritengo possibile – non basterà; ormai più nulla riuscirà a bastare. Resterai per sempre orfano degli amori adolescenziali che non hai conosciuto. In te la ferita è già dolorosa; lo diventerà sempre più. Un’amarezza atroce, senza remissione, finirà per riempire il tuo cuore. E’ così.”
(Michel Houellebecq, Estensione del dominio della lotta)
nel 2006 avevo 18 anni, pensare che persone nate quell’anno adesso fanno sesso, mentre io ancora non ho mai conosciuto la sensazione di avere davanti una donna nuda, mi riempie di amarezza
Anche io ho vissuto i miei 20 anni così, e anche io pensavo che di lì a poco ci sarebbe stata finalmente la svolta, che le cose sarebbero andate a posto e avrei fatto le esperienze dei giovani, dei vivi. Esci, ti immetti nel flusso vitale, conosci gente, cerchi di concretizzare le tue fantasie, e vai avanti così per tutta l’estate, invano. Certo, a 20 anni cominci a pensare di essere in leggero ritardo per certe cose, e ti dici “sarà meglio sbrigarsi, questa sarà l’estate giusta”. E ne passa una dietro l’altra e ancora e ancora finché dopo alcuni anni non rinunci del tutto ad andare al mare e ti chiudi in te stesso, dignitosamente, evitando di continuare a renderti ridicolo.
Purtroppo da giovane non avevo fatto i conti con la realtà, e leggendo la tua storia adesso ho sofferto di nuovo ripensando a quei tempi, al vuoto che mi porterò dentro per sempre, consapevole della vita mediocre che mi è capitata, come a molti altri.
Lauro, comprendo il tuo punto di vista e ti confesso che a volte in passato anche io qualcosa di simile a quello che hai esposto. Che lui era un ragazzo normale, con la sua vita fatta da alti e bassi, che un giorno ha avuto la sfortuna di prendere contatto con la redpill e il forumdeibrutti, fino a restarne intrappolato, e a quel punto è precipitato sempre giù. Fino a crogiolarsi nell’autoindulgenza, nel vittimismo, nel rimpianto.
Ma il rimpianto di chi legge questo blog, non è quello di non essere nato col viso di Alain Delon, nè di non potersi permettere “Dasha Dereviankina” (si, pure io ho cercato su Google per vedere chi è…), o di non riuscire a fare una reverse gangbang a giorni alterni.
E’ il rimpianto di essere stato scartato dalla ragazza della porta accanto.
E’ il rimpianto di non aver mai avuto uno straccio di fidanzata. Una qualsiasi.
E’ il rimpianto di arrivare vergine a 25 anni, e in certi casi a 30 e oltre.
E’ il rimpianto di un Ti farò sapere che poi cade nel vuoto
E’ il rimpianto della doppia spunta blu, che mette una pietra tombale sulle tue speranze.
E’ il rimpianto di non riuscire a fare le esperienze normali che fanno i tuoi coetanei.
E’ il rimpianto di sapere che se vuoi sistemarti con qualcuna, o rischi grosso con una tua pariestetica che ti può tradire in qualsiasi momento e lasciarti in mutande, oppure guardi in giù verso gli scarti degli scarti. Tra le più brutte e disagiate mentalmente parlando.
Pure io ho avuto un po’ l’impressione di un racconto adolescenziale, ma quando hai 15-20 anni, a cosa vuoi pensare se non a scopare? Al bando per l’assegno di ricerca che scade fra 15 giorni? A trasferirti a Londra per aprire la tua startup? Ai finanziamenti europei per locali e macchinari?
Non redpillandosi avrebbe fatto un altra vita, ma siamo sicuri che sarebbe stato più felice da bluepillato, dopo l’ennesimo appuntamento andato a vuoto? Siamo sicuri che sarebbe più felice se fosse sposato all’interno di un rapporto basato al 100% sul providing e allo 0% sull’amore sincero e spontaneo?
Siamo sicuri che sarebbe più felice se andasse ancora in giro per locali facendo la pesca a strascico?
Non sono domande retoriche, non ho una risposta precisa. Magari sarebbe realmente più felice, in fondo molti vivono una vita intera così e tra un sorriso e una lacrima vann oavanti, ma chi può dirlo? Magari oggi era in fase di separazione, o a farsi spennare migliaia di euro da una psicologa (ovviamente donna!!! per la serie cornuto e mazziato…) perchè “il problema sta solo nella tua testa!! Sorridi e il mondo ti sorriderà”
E tra “ambire a chiavare cento donne” e non riuscire a chiavare neanche una, esistono mille sfumature intermedie.
Come disse il saggio “la fame di chi non può permettersi il caviale è molto diversa dalla fame di chi non può permettersi neanche un tozzo di pane” (ciao Mahler)
Questa storia coincide con le mie esperienze intorno ai 20. Il vento però poi gira e se hai un buon MS (ad oggi un lavoro fisso è più che sufficiente) le donne intorno ai 28-30 iniziano a correrti dietro. Il grosso problema è che il sesso adolescenziale viene osannato e mitizzato, ma l’80% dei maschi di fatto non lo conoscerà o ne assaggerà poco/nulla e sentirà di essersi perso qualcosa, di aver sprecato anni. Che era proprio la sensazione che avevo allora.
Ciao Red! Sono un tuo lettore diventato tale recentemente che all’ennesimo post visionato, ha infine deciso di lasciare un commento. Applausi. Come diceva qualcuno più sotto, con questo post “la pillola rossa si fa letteratura”. Oggi hai guadagnato un altro commentatore, con la promessa che cercherà di essere quanto più presente tra i meandri di questo magnifico blog. Un saluto!
Ogni tanto torno, volentieri, a leggere questo articolo, e tutte le volte mi fa venire la pelle d’oca.
Andate in montagna!!
Dovevi concludere con 50 euro senza fattura.
il punto è un altro: se fosse rimasto blupillato forse sarebbe ancora kiss virgin o quasi….
una volta capito come funziona il mercato sessuale, al di sotto di una soglia LMS bisogna per forza di cosa incrementarlo.
Dopo che si è redpillato, ha concentrato i suoi sforzi su LMS et voilà
Col massimo rispetto: non sai di cosa stai parlando, e quantomeno sarebbe meglio informarsi prima di fare codeste FIGurAcce… ?
Quante volte Anch io sono andato in vacanza con grandi speranze e tornavo a casa con niente !!!…ma la cosa più triste era quando in disco ci provano io con te tipe ed i miei amici che erano belli poi me le fregavano loro !!…non dimenticherò mai quando ho dovuto dormire in spiaggia per lasciare la stanza per Le loro chiavate!!! Che tristezza se sei brutto sei tagliato fuori !!
Per gli altri la pioggia del mare di notte è solo il modo di mimetizzare le lacrime per una vita troppo avara… che ti dà l’uccello, ma non te lo lascia volare
Che romanticone! Le ultime tre righe farebbero rosicare Leopardi.
Vacanze al mare:
https://firenze.repubblica.it/cronaca/2020/09/06/news/pisa_si_attacca_a_una_trave_per_farsi_una_foto_ma_la_pietra_cede_e_lei_muore_schiacciata-266397911/
Bell’articolo, dovendo tirare le somme direi che insomma un’estate alla “All Summer Long” (canzone di Kid Rock) purtroppo non è per tutti, anzi forse è proprio per pochi eletti.
Poesia
“Il cielo cambiò colore mentre io mi chiedevo cosa mi distinguesse da lui, e se mai avrei potuto vivere ciò che stava vivendo lui.”
Questa é una scena molto molto simile che mi capita di vivere da quando ho iniziato a d uscire di casa tra amici. Non ho mai invidiato nessun uomo per la macchina o per i vestiti che indossava, ma dio mio se ne ho invidiati per le loro ragazze che abbracciavano, baciavano o tenevano.per mano…
[…] ribatte pronto lui.“Sì, certo, venite pure con noi” ammicca la tedeschina.In un mio recente articolo vi avevo raccontato di tutti i bellocci che fanno la stagione al mare e dormono in macchina, […]
Mai visto i luoghi di vacanza come posti per scopare proprio perchè se vai in spiaggia o nelle disco aperte ti accorgi subito di come le ragazze guardano i ragazzi col bel fisico o belli esteticamente o che mostrano di avere i soldi. Fa riflettere invece il punto dove dici che le storie dei belli sono più belle di quelle dei brutti. Essere brutti è una condizione che deprimente ed è proprio per questo che visto da fuori un bruttone che trova una ragazza viene visto come una cosa non romantica ma come un passo che alla fine tutti fanno, se sei brutto nessuno è davvero felice sei sei felice nemmeno chi ti sta vicino
Ecco spiegato nel dettaglio uno dei motivi per cui odio l’estate, il mare, i falò etc etc
bel racconto. non conosco quella zona, ma cmq lo hai descritto come un contesto vacanziero “sano”, diverso da realtà stile bolgia infernale come ad esempio Lloret de mar, Ios, etc.
>non chiedetemi come, rimediai i loro numeri e un appuntamento per la serata
O non sei brutto, ma poi ha trovato uno più bello di te, o voleva chiudere in fretta.
Qui sarebbe da avere un input dalle femoidi. Quante volte danno il numero sapendo già che non risponderanno? Quante volte è un numero falso?
Racconto toccante, ma devo prima fare una premessa: Rovigno non è affatto una meta modesta.
Io ci ho passato 4 anni in vacanza, girando poi gran parte della Croazia essendo in macchina.
È una cittadina meravigliosa, ero solo tutte le volte, non ho conquistato nessuna ma….
Mi è rimasta nel cuore!
Riguardo l’articolo, eh niente…. conferma le solite dinamiche: il posto dove vai in vacanza è un’estensione di ciò che hai in città.
Se in città rimedi le cesse, le cesse rimedierai al mare.
Se in città non vieni cagato di striscio nemmeno da una vecchia 80enne del Pio Albergo Trivulzio… nemmeno in vacanza sarai degnato di uno sguardo della più racchia del luogo.
È vero, al mare l’estetica la fa da padrona sugli altri due fattori della teoria LMS.
Ma fino ad un certo punto, se sei un 5, o addirittura un 4. Ma hai un buon conto in banca, e magari una bella auto di lusso rimedi eccome!
Non torni a casa a bocca asciutta, questo vale per i brutti che sono si benestanti, ma non abbastanza da suscitare l’interesse delle donne al mare.
In città però, dove cercano una sistemazione il discorso cambia completamente.
Ennesima ri-lettura di questo bellissimo articolo, ora che sto per partire per il mare in quel di Forte dei Marmi, famiglia numerosa al seguito.
Questa volta mi soffermo sul finale, dal momento che nella mia vita ho sperimentato entrambe le situazioni. Ne riporto due. Rimini, 1992 : da completo morto di seghe, mi aggrego ad una comitiva di 4 amici, tra cui un paio di chad e due sopra la media, rimorchiano TUTTI (anche se non grandi fighe) meno che io, al che finisco pure per essere bullizzato, e me ne torno in treno da solo piangendo per tutto il viaggio. Isola d’ Elba 2013, passata molta acqua sotto i ponti (tra cui un matrimonio e una convivenza con prole naufragati), fidanzata gnocca al seguito (fenotipo baltico, bionda, occhi celesti, zigomi prominenti, mandibola larga, corpo tonicissimo), si ferma la macchina proprio prima di prendere la nave, immaginatevi quindi che incazzatura, altro che bucare una gomma : lasciammo la macchina lì e facemmo, una volta sbarcati, un disagevolissimo viaggio con i mezzi. Ma come il ragazzo dell’ articolo che aspetta la fine della pioggia, non feci drammi, proprio perchè in quel caso recitavo la parte del “bello” e i disagi erano decisamente alleviati da una simile compagnia. Mi fosse capitata la stessa cosa molti anni prima, da morto di seghe, probabilmente mi sarei buttato dalla banchina del porto.