Cultura e Società

Come Eravamo negli Anni 2000

In un tormentone di pochi anni fa Gabry Ponte canta “ma che ne sanno i 2000”. Nel brano il dj elenca tutta una serie di musicisti, trasmissioni televisive, oggetti e fenomeni di costume risalenti a oltre 20 anni fa.
Una realtà che ora non c’è più e che evoca nella mente di chi l’ha vissuta ricordi nostalgici, mentre lascia neutrali i più giovani. Che possono saperne infatti i ventenni di oggi di un’epoca in cui erano ancora in fasce, ammesso fossero già nati? Davvero poco, anche con tutta la buona volontà fanno davvero fatica a comprendere com’era la società di inizio millennio. In questo blog, dove c’è un pubblico che va da ragazzi appena maggiorenni fino a uomini di 55 anni e oltre, le differenze generazionali si notano chiaramente nella difficoltà che lettori anagraficamente distanti per età hanno ad immedesimarsi gli uni negli altri. Non è certo una colpa: 20 anni non sono un’eternità, ma questi ultimi decenni, complice la diffusione di tecnologie sempre più avanzate, sono stati contrassegnati da cambiamenti sociali e culturali così profondi che effettivamente l’anno 2000 inizia a sembrare preistoria, anche per chi già c’era.

Faccio quindi in questo articolo un excursus storico, e andremo a vedere quali sono stati i più grandi cambiamenti negli ultimi vent’anni, in particolare per quanto riguarda il tema oggetto di questo blog, ovvero le dinamiche sociali. Salite sulla Delorean e accendete i motori: quello che segue nelle prossime righe sarà un viaggio redpillato indietro nel tempo. Già mi sento vecchio.

Internet

Come facilmente potrete immaginare, la differenza maggiore tra ora e l’anno 2000 è data dall’assenza di Facebook, Instagram e compagnia bella.
Nel 2000 internet era uno spazio di nicchia, roba da nerd. Connettersi era costoso e poco agevole, e non c’era l’ampia varietà di siti che c’è ora. Prima che si diffondessero netlog e myspace (che comunque erano social molto grezzi), c’erano poche chat, quasi tutte senza le foto dei loro utenti.
Nel 2001 io avevo 15 anni e ogni tanto utilizzavo una chat chiamata C6, che non permetteva di caricare foto. Per vedere la foto (sgranata) di una ragazza o mandarle la tua dovevi avere il telefono abilitato agli mms, apparecchio ancora poco diffuso. L’immagine della ragazza che conoscevi in chat te la costruivi tu nella tua fantasia e l’avresti scoperta solo il fatidico giorno dell’incontro. Il grosso della conoscenza era quindi scritta, e lei ti giudicava in base alla personalità che riuscivi ad esprimere attraverso lo schermo. Meglio, peggio? Chissà. Un bello che non fosse stato in grado di scrivere decentemente in italiano probabilmente sarebbe stato subito scartato, a un brutto interessante sarebbe stata data una possibilità, che però si sarebbe risolta in rifiuto una volta che la tipa avrebbe visto la sua faccia. Tutta la massa di normaloidi invece avrebbe potuto contare su un minimo di quell’ effetto alone dato da una conversazione brillante per apparire dal vivo un po’ più attraente e riuscire a giocarsela. Parliamo però comunque di un fenomeno circoscritto, di nicchia.

Nokia 3310

La svolta radicale è avvenuta con l’introduzione degli smartphone, intorno al 2008. Prima nelle tasche dei ragazzi c’erano cellulari molto spartani, principalmente Nokia (io avevo il 3210), che avevano funzionalità molto limitate. Il gestore telefonico determinava gran parte della tua vita sociale. Se avevi Vodafone (il gestore più comune) ma la tipa che ti piaceva era Wind, ti conveniva avere l’aspetto di Ben Affleck, perché per chiamarsi o mandarsi sms fra gestori diversi dovevi ipotecarti la casa. Durante l’estate o sotto Natale Vodafone mandava fuori la Summer Card, o la Christmas Card, che permetteva 100 sms gratuiti giornalieri per un mese a un costo contenuto. Al giorno d’oggi sarebbe considerato sciacallaggio, ma all’epoca un mazzo di Summer card non faceva in tempo ad arrivare al tabacchino che dieci minuti dopo era stato spazzolato via, e in effetti tutto ciò era un lusso, se si considera che fino a pochi anni prima, quando non c’erano i cellulari, l’unico modo per restare in contatto con una ragazza era chiamarla sul telefono di casa. Se per caso alzava la cornetta il padre di lei, non era simpatico dovergli spiegare chi eri.

A partire dal 2008 le interazioni hanno cominciato a spostarsi sempre più dal reale al virtuale.
Se prima un ragazzo normobruttino intraprendente (e socialmente non inetto) impegnandosi poteva ottenere quasi più appuntamenti di un bellino timido (i superbelli stavano nell’olimpo già allora) una volta arrivati i social il gap di opportunità è stato subito azzerato. Il carino inetto poteva farsi avanti da dietro uno schermo senza esporsi, al riparo da eventuali figuracce. L’ultimo briciolo di meritocrazia era stato spazzato via.

Ambiente

I rimorchi nei primi anni 2000, oltre che nella vita reale, avvenivano in un contesto abbastanza circoscritto nello spazio a causa delle barriere comunicative di cui ho appena parlato. Le piazze del paese, ormai deserte, un tempo erano gremite di persone, soprattutto d’estate. Il sabato pomeriggio le città si animavano di giovani che passeggiavano per il centro. Stavano seduti in gruppi sulle panchine a chiacchierare, o entravano al Blockbuster per vedere le ultime novità, oppure in sala giochi. Si creavano molte occasioni sociali. Nessuno in quell’atmosfera di gioia e fiducia nel futuro immaginava che di lì a poco il benessere sarebbe stato portato via da una crisi economica mondiale.

Oggi abbiamo tutto a portata di click. Abbiamo bisogno di un’informazione? Un click e troviamo decine di siti disposti a fornircela. Vogliamo sapere cosa sta succedendo dall’altra parte del mondo in tempo reale? Un click e ti dicono tutto. Vuoi sapere di più su una persona? Un click e in pochi minuti sai più cose di lei di quante vorrebbe dirtene.
All’epoca tutto era una scoperta e quando capitava qualcosa di nuovo c’era ancora la capacità di sorprendersi e meravigliarsi anche per le piccole cose, fosse una persona appena conosciuta oppure l’imparare una cosa nuova. Al giorno d’oggi basta aprire google e possiamo avere la certezza che ciò che vogliamo ci verrà dato subito, facile e gratis. Non si dà più valore al nuovo, all’inaspettato, perché la novità ormai è routine. La novità non ci eccita più, è ordinaria amministrazione. In un precedente articolo sui social ho già parlato di come l’immediatezza ha inaridito le donne, ma c’è poco da fare: il bombardamento di stimoli a cui siamo sottoposti ci ha cambiato tutti irreversibilmente. Ci ha portato a snobare le cose semplici e a non essere più soddisfatti di nulla.

Le Discoteche

Nel 1999 Radio Deejay manda in onda un pezzo musicale un po’ bizzarro, dove viene raccontata la storia di un uomo colorato che vive in un mondo del suo stesso colore. Il brano è prodotto da un gruppo di ragazzi di Torino e fino ad allora si è rivelato un flop. Ma quando inizia ad entrare nelle case della gente per radio ecco che accade l’inimmaginabile: la canzone esplode di popolarità e le discoteche si riempiono di ragazzi che saltano cantandola. Forse avrete sentito il ritornello: “I’m blue da ba dee da ba da”. Loro sono gli Eiffel 65, fra i membri un giovane Gabry Ponte (sì, proprio quello citato a inizio articolo). Sono gli anni d’oro della italo dance: Gigi D’Agostino e L’amour toujours, Prezioso e Marvin con Tell me why, i Brothers (dieci, cento, mille). Le canzoni sono gioiose ed esaltanti: parlano di amore, di spensieratezza, di feste e ballo. Sono del resto anche gli ultimi anni di affluenza alle discoteche. Guardando ciò che è rimasto di questi locali, molti dei quali sono diventati dei ruderi che versano da anni in stato di abbandono, risulta difficile immaginarli colmi di persone come erano un tempo. Eppure le disco erano piene di venerdì e sabato sera, ma per quanto riguarda i ragazzi più giovani persino di domenica pomeriggio. Le domeniche in disco spesso erano per gli adolescenti degli anni 2000 le prime occasioni per relazionarsi con le ragazze. La musica alta e l’alcol (all’epoca si servivano tranquillamente alcolici anche ai minorenni) aiutavano anche i più timidi a socializzare e non era così insolito finire a limonare e a palpeggiare nei divanetti qualche ragazzina incontrata pochi minuti prima, opportunità che gli adolescenti di oggi non hanno, perlomeno non in quel contesto.
Con gli anni anche le discoteche sono passate di moda. La crisi economica prima, una notevole stretta sull’alcol e la sempre maggiore difficoltà a rimorchiare hanno dato una mazzata a questo tipo di business. Per non parlare del fatto che obiettivamente la discoteca è poco “instagrammabile”. Troppo casino, troppe luci, si va decisamente male a immortalare la propria serata in disco e c’è anche un po’ di paura che qualcuno ti scatti una foto mentre sei ubriaco spolpo e sudaticcio e te la sbatta su internet condannandoti al pubblico ludibrio.

Ragazze

Melissa P.

L’edonismo e la ricerca del figo erano presenti, ma non estremizzati come oggi, dove le tipe ti sbattono letteralmente la figa in faccia su instagram e fanno a gara per farsi ingroppare dallo stallone migliore. Nel 2003 uscì “100 colpi di spazzola”, il libro di una certa Melissa P., un’adolescente siciliana che raccontava senza pudore di tutte le sue numerose chiavate con sconosciuti. Il libro fu un caso mediatico ed ebbe un notevole successo, soprattutto per lo scandalo che causò. Per come ci hanno abituati le donne oggi ora probabilmente resterebbe a prendere la polvere negli scaffali.
Non c’erano in giro tutte le ciccione di adesso. Mcdonalds e kebabbari si trovavano solo nelle città più grandi e la gente usciva di più e faceva più movimento. Soprattutto, le poche grassone si coprivano e si vergognavano, non ostentavano di certo abiti attillati, né pretendevano Jamie Dornan come fidanzato. Poche tatuate e pazze dai capelli di colori strani. Femministe radicali che esprimevano tranquillamente in pubblico il loro disagio non se ne vedevano. Il potere sessuale femminile era enorme anche all’epoca, ma nessuno dava 30 euro alla propria compagna di classe piena di follower su instagram in cambio di una foto assieme.

Ragazzi

Un NRG elaborato

Nella lista delle cose più desiderate dai giovani di inizio millennio ce n’erano due che non potevano assolutamente mancare: lo scooter (per gli adolescenti) e l’auto sportiva (una volta diventati maggiorenni).
Lo scooter era il classico cinquantino, Piaggio NRG, Aprila SR50, Malaguti Phantom, ma chi ne possedeva uno sognava di elaborarlo cambiandogli marmitta (Polini o Malossi) e gruppo termico (da 80 cc) per farlo volare oltre i 100km/h, magari per sfuggire alla polizia che provava a fermarti perché eravate in due sopra la sella e senza casco.
Le auto più gettonate erano invece le varie utilitarie in versione sportiva, come la Punto GT, con il motore turbo che la faceva passare da 0-100km/h in 7.8 secondi e quando acceleravi lanciava un fischio simile a quello di un serpente. Le chiamavano “bare con le ruote”, perché avevano un motore troppo potente in rapporto al telaio, ed erano così instabili che non pochi ragazzi ci hanno lasciato le penne, in quelle che i giornali dell’epoca chiamavano “stragi del sabato sera“.
Erano gli anni di Fast and Furious e del tuning, dei raduni il venerdì sera in zona industriale e delle gare clandestine sulle circonvallazioni, con Yamaha R6 che riuscivano a sfiorare i 200 all’ora su strade comunali, complice una fortunata onda verde di quei semafori che ora sono ovunque soppiantati da rotonde.

La passione per i motori era un buon modo per i ragazzi per fare gruppo e guadagnare status nell’epoca in cui lo status virtuale dei social ancora non esisteva. Bastava chiedere a un altro in motorino che motore ci aveva messo e il ghiaccio era rotto, si creava subito un legame istantaneo. Si formavano spesso compagnie numerose, alcune di ragazzi tranquilli, altre di piantagrane con i quali era meglio non avere nulla a che fare. Soprattutto nei paeselli, ogni paese aveva la sua compagnia di teste calde e scoppiavano spesso risse per delle cazzate, magari perché alla sagra paesana eri andato addosso in autoscontro al tipo sbagliato. A quel punto lui chiamava i suoi amici, tu i tuoi e giù botte. E magari il giorno dopo diventavate pure tutti amici ed era come se non fosse successo nulla.

Perché vi sto raccontando queste cose? Perché, se ci pensate, tutte queste passioni e usanze erano il modo che un ragazzo dell’epoca aveva per entrare nel mondo degli adulti e imparare a relazionarsi con gli altri. Ma soprattutto, trattandosi di attività tipicamente maschili dalle quali le donne erano escluse, permettevano ai giovani anche di definire la propria mascolinità.

Sparito il collante dei motori, sparite le grandi compagnie, le uscite fra amici per fare le scampagnate in motorino, ora sostituite da lunghe sessioni di videogame, non stupisce che negli ultimi anni ci sia stata una costante e crescente femminizzazione dei maschi.

Ed è probabilmente questo il punto cardine di questi ultimi vent’anni: mentre con il progresso le ragazze hanno visto crescere esponenzialmente il proprio potere e le proprie possibilità, beneficiando di un ambiente sempre più favorevole a loro e di una cultura sempre più attenta ai loro problemi e alle loro necessità, gli uomini hanno perso tutto un’insieme di rituali, usanze e costumi che erano per loro un punto di riferimento per rapportarsi agli altri, e ne sono usciti sempre più indeboliti e svirilizzati.

Mi piace definire gli anni 2000 come un decennio breve, chiuso in anticipo nel 2008, un anno spartiacque che con la crisi e la rapida tecnologizzazione ha stravolto tutto. Dal 2004 al 2009 sono passati 5 anni, ma in realtà sembrano esserne passati 10. Non avevamo idea di come stava cambiando il mondo e di cosa ci aspettava veramente, e forse in fondo è stato meglio così. Dal 2000 ad oggi non sono solo passati degli anni, ma si è definitivamente chiusa un’era. Un’era che il tempo ha ormai cancellato, ma che rimarrà per sempre indelebile nei cuori di chi l’ha vissuta.

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Ronnie
Ronnie
3 anni fa

Un post che ricorda tante cose anche a me, che anzi sono più vecchio.
Più che le discoteche e la musica “truzza”(così allora si chiamava la techno e l’elettronica in genere), ricordo i Pub e la musica Metal.
Ricordo i concerti dal vivo -che ora non si fanno più perché un ragazzino che cambia le canzoni al PC è più economico- e, soprattutto, come dici tu, tutti quei rituali: le compagnie, che per molti erano una seconda famiglia, le chilometriche bevute, il cameratismo -anzi, la vera e propria Amicizia- che si instaurava fra noi.
Tutte cose anche più preziose del sesso.
Cose svanite, appunto.
Ogni tanto, quando guardo i miei figli, penso che avranno un futuro di gran lunga peggiore di quello toccato a me, e non per colpa loro.
E’ un mondo sparito.
Non dico che allora fossero rose e fiori per tutti, anzi! Ma sicuramente le persone non erano ridotte al loro “avatar” virtuale come sembrano esserlo ora.

Freeman
Freeman
3 anni fa

Esperienza fresca fresca. La nuova coinquilina di mia sorella è un 5 (ad essere larghi di mano) ed è pure piuttosto stupidotta.

Racconta a mia sorella di essersi iscritta su Tinder (consigliandole di fare altrettanto) dove, nonostante il suo valore di mercato mediocre, ha trovato un mare di desperados pronti a egoboostarla. Tra i tanti desperados un figo (per di più alto, ricco e laureato).

“Era troppo bello per sembrare vero” afferma la stolta.

Il Chad in questione, dopo un giro di giostra, l’ha ghostata. Lei è ora a chiedersi del perché “gli uomini” sono così stronzi. Malgrado ciò, obnubilata dalla bluepill, continua a volerlo bello, alto, ricco, ben istruito e pure dotato!

La parte bella di questa storia è che ho redpillato mia sorella, ormai disgustata da app come Tinder. Ha infatti esordito dicendomi “la mia nuova coinquilina è una conferma della tua teoria”

Galantuomo Dissacrante

Eccellente. Hai colto il punto con ironia e sagacia. In particolare sul 2008, anno spartiacque (come ben sai, è stata la nostra prima analisi, la nostra presentazione alla blogosfera). Mi verrebbe quasi da dire: ti racconto gli anni ’90, ma si finirebbe davvero nella preistoria. Noi chiamavamo dalle cabine telefoniche… e i passaggi per avvicinarti ad una ragazza avevano tutti un preciso significato. Nessuna voglia di idealizzare, sia ben chiaro. Ma una ragazza non aveva le possibilità di oggi. Il loro “social network” si chiamava comitiva. E i bellocci non erano gli arroganti di oggi; per molti di loro gli amici venivano prima della tipa di turno. Erano i beta ad annullarsi per una ragazza. Con il tempo, sono aumentati gli zerb(et)ini, un mix micidiale che sta segnando la fine dell’uomo come essere di sesso maschile. Grazie ancora per questa immersione e per gli spunti offerti!

Mkk
Mkk
3 anni fa

..Si andava al Pub a parlare e scherzare guardandosi negli occhi, non si tirava fuori il cellulare ogni 2 minuti..

Mario87
Mario87
3 anni fa

Erano anni bella per la musica, più allegra ed emozionante e per le relazioni più dirette ed emotive. Oggi con le app tutto è diventato più consumistico, freddo e le donne più selettive e disinteressate, lo dimostra anche il calo delle nascite. Siamo tutti più annoiati, apatici e distanti gli uni dagli altri

Last edited 3 anni fa by Mario87
Dez82
Dez82
3 anni fa

Come dice Il mio nick, sono classe 1982. Ho vissuto quegli anni e sinceramente non riesco a ricordarli con nostalgia. Anzi, se devo essere sincero mi hanno fatto piuttosto cagare: le discoteche le ho sempre odiate, erano (e sono tuttora) postacci per esibizioniste, con musica così brutta da fare male all’anima. Eppure nessuno si chiedeva a che scopo buttare nel water cinquantamila lire per entrarci. Certo, si raccontavano di mirabolanti scopate con gnocche stratosferiche che non aspettavano altro che una verga senza nome per passare la nottata, ma io, quelle poche volte che ci sono stato, non l’ho mai visto succedere, ne a me, né ai miei amici né a nessuno degli sconosciuti nel mio campo visivo.
Le ragazze poi erano già sulla strada per diventare gli uomini mancati, il loro scopo era “sballarsi”, “godersi la vita” ed altri giri di parole più o meno fighi per non dire esplicitamente di ubriacarsi sino a rasentare il coma etilico (e ne conosco un paio che ci sono finite) e strafarsi di canne. A loro già da almeno 15 anni si insegnava ad essere ribbbelli, a provare tutto e a divertirsi al massimo, mentre si ragazzi si insegnava il rispetto e l’amore vero, una valanga di melensaggini alla Moccia che di lì a poco avrebbero sfociato nella cultura dello zerbinismo. Insomma, le basi della donna di oggi erano già tutte lì, mancava solo la bomba atomica dei social e delle app di incontri.

Riguardo le risse in amicizia, nella cronaca si iniziava a leggere dei branchi che giravano col coltello. Non erano più le scazzottate alla Bud Spencer.
Ricordo però con piacere lo scooter, un Typhoon 125, i giri con gli amici e le elaborazioni vere o presunte per andare più veloci.
Nel complesso è vero che molti “riti” maschili sono andati perduti, ma sfasciarsi con le bare su ruote è comunque un usanza che non rimpiango.
Mi viene in mente un passaggio (cito a memoria) del libro “L’uomo maschio” di Eric Zemmour (che per la cronaca è saggezza redpill prima della redpill).
“le donne arrivano sempre dopo: corrono in auto quando ormai è tutto vietato, fumano quando ormai è risaputo che è nocivo”.

Last edited 3 anni fa by Dez82
Robinson Crusoe
Robinson Crusoe
3 anni fa

Io nei primi anni 2000 avevo appena iniziato l’università e ricordo che l’ipergamia era molto spinta anche a quei tempi, ma da normaloide potevi ancora ritagliarti il tuo piccolo spazio nella società: Messenger, il primo facebook, le varie chat ecc erano posti dove ancora potevi sperare di trovare una normocarina (ed io ne ho trovate diverse) con cui passare ore e ore a parlare, poi magari incontrarsi e proseguire nel rapporto; oggi anche il virtuale è diventato un nulla cosmico. Diciamo che gli anni 2000-2010 sono stati il canto del cigno del normaloide.

Alex Le Large
Alex Le Large
3 anni fa

Questa volta, per solidarietà corporale, mi trovo contrario alla frase “ le poche grassone si coprivano e si vergognavano”, un pelino talebana. Che poi fra l’altro le vacche in leggings rosa ci sono sempre state, solo che prima si chiamavano “fuseaux” e infatti se ne rideva (giusto di quelle più volgari, non certo di una ragazza in carne che magari si metteva un pò più scoperta).

Anche la nostalgia delle discoteche mi lascia abbastanza freddo: erano i posti più vacui e intitolati allo sfoggio di bullismo e LMS, anche se ci potevano entrare anche gli “sfigati”. In un certo senso erano più democratiche, pagavi, magari perdevi lo stesso alla ruota della figa, ma almeno potevi metterti in gioco. Parlo dei ’90, un periodo che in tutto e per tutto erano un proseguo degli ’80, ovvero il trionfo dell’apparenza (per chi magari non aveva nulla) e il consolidarsi della sostanza , della ricchezza come valore e obiettivo basilare.

Da rimarcare il ruolo dell’alcol, non sempre negativo: serviva sia a lui che a lei per rompere la paura e la timidezza, la prima volta che diedi un bacio in bocca a una ragazza avevamo bevuto entrambi di tacito accordo. E fu bellissimo per entrambi. Oggi rischi l’accusa di molestia se fai bere una ragazza e poi la baci: poco ma sicuro.

In definitiva, prima potevi almeno provare a giocartela, questa l’unica differenza. Oggi fai meglio a non alzare un dito: gli approcci fra sconosciuti sono vietati, tutto è “preselezionato” in partenza, come la preparazione di cibi preconfezionati. Scelgono loro, e basta, senza passare nemmeno per le eliminatorie.

Accollandosi onori (cazzosello fino ai 40) e , molto più spesso, oneri.
Quello di rimanere sole e di fare le gattare.

Anonymous
Anonymous
3 anni fa

Due cose: la prima è che nel video del Club ho sputato un polmone alla tipa – molto carina e ‘ben fornita’ – che diceva “abbundamendo” invece di appuntamento. Quelle sono donne che adesso, a oltre i 30 anni, non vogliono i cosiddetti “casi umani”. Loro.
La seconda è che negli anni 2000 era proprio una pacchia: al limite prima passavi ore a Pc Calcio – per chi ama il calcio come me – ma comunque uscivi e stavi insieme a tante persone senza problemi. Ora anche con l’online ogni scusa è buona per stare fino a notte fonda, e anche alle prime ore del mattino, a spappolarti il cervello alla PlayStation. Bei tempi, e la cosa brutta è che si andrà peggiorando sempre di più

er Bresaola
er Bresaola
3 anni fa

Un vero peccato che non sia stata nominata la più grande differenza tra oggi e il 2000 : nel 2000 se eri brutto, le donne non venivano con te, ma potevi avere amiche donne e una vita sociale normale.
Nel 2020 le donne con un brutto non ci parlano nemmeno perchè la loro vita è dedicata al 100% a instagram, farsi vedere con un brutto potrebbe provocare danni gravissimi alla reputazione e cali di follower. Questo porta chi ha gravissime tare estetiche ( calvizie, statura sotto 180 cm, retrusione o mandibola poco pronunciata ) a diventare un vero e proprio emarginato della società i cui unici rapporti sociali sono con altri reietti come lui.

Mark Jenkins
Mark Jenkins
3 anni fa

Analisi chiarissima, punto chiave verso la fine:

“mentre con il progresso le ragazze hanno visto crescere esponenzialmente il proprio potere e le proprie possibilità, beneficiando di un ambiente sempre più favorevole a loro e di una cultura sempre più attenta ai loro problemi e alle loro necessità, gli uomini hanno perso tutto un’insieme di rituali, usanze e costumi che erano per loro un punto di riferimento per rapportarsi agli altri, e ne sono usciti sempre più indeboliti e svirilizzati”

Ora, la combinazione del femminismo tradizionale (che ha continuato) e degli effetti descritti in questo articolo ha realizzato un mix micidiale. Oggi, con tutta evidenza, sono gli uomini ad essere svantaggiati dal punto di vista relazionale. Ed enormemente svantaggiati da quello sessuale. Questo sbilanciamento non puo’ che avere effetti distruttivi sul tessuto sociale – anzi li sta già avendo. Il crollo demografico è uno di questi.

NaturalPilled
NaturalPilled
3 anni fa

“Poche tatuate e pazze dai capelli di colori strani. Femministe radicali che esprimevano tranquillamente in pubblico il loro disagio non se ne vedevano. Il potere sessuale femminile era enorme anche all’epoca, ma nessuno dava 30 euro alla propria compagna di classe piena di follower su instagram in cambio di una foto assieme.”
Solita poesia del Red. E purtroppo, anche l’amara fotografia della nostra realtà.

Frialt80
Frialt80
3 anni fa

Ho 40 anni. Nel periodo tra il 2000 e il 2003 in particolare, usavo spessissimo il sito per conoscenze Cupido. Lo ricordate?
Io, cresciuto come uno piuttosto timido, riuscivo a presentarmi bene e incontrai di persona diverse ragazze. Più di venti, sicuramente, forse più di trenta. Era davvero facile arrivare ad un appuntamento! A volte bastavano due o tre settimane di dialogo.
Certo, combinai poco o nulla. I miei primi baci a una bella ragazzina, la possibilità di fare sesso con due ninfo in cui causa imbranatezza non riuscii a fare nulla. Con altre, sono convinto, potevo arrivare ad un fidanzamento, ma non mi piacevano, avevo speranze più elevate.
Il mio profilo non aveva foto. Era normale! Bastava dire “non ho mie foto sul pc”. Ed era vero, a meno di non possedere uno scanner.
Mi conoscevano come persona e mi guadagnavo il loro interesse!
Ho visto che Cupido esiste ancora. Mi sono iscritto, un paio di anni fa, ma mi sono rimosso subito. Ormai è morto.
Se ora provo a conoscere una ragazza, nel momento in cui sa il mio nome e cognome mi cerca su Facebook, vede le mie foto, e sparisce. Usano scuse, anzi la maggior parte smette proprio di rispondere con gran maleducazione. Se provo un approccio direttamente su Facebook, le scuse sono immediate, del genere “mi sto già frequentando con uno”.
Non credo di essere un 2 o un 3, sarò un 5 forse, ma cosa conta? Sotto il 7 non vali nulla.
Non riesco più ad ottenere un’uscita, che sia una…
Rivoglio gli anni Duemila…

Fandango
Fandango
3 anni fa

Sono classe 74 e, per quanto apprezzo le argomentazioni dell’articolo, non riesco a ricordare particolari differenze a livello di vita sociale e personale tra gli ultimi anni 90 e i primi 2000.

Certo, c’erano le vasche in piazza o in corso, il motorino e le uscite tra amici. Forse le attivita’ di volontariato, politicizzate o meno, contavano ancora qualcosa. C’era meno narcisismo e sicuramente meno strumenti per nutrirlo ed esprimerlo.

A parte la bellezze intrinseca del ricordo nostalgico, non ricordo onestamente molto altro. Se non avevi il motorino non potevi scarrozzarti l’amico, l’amica o la ragazza che volevi intortarti. Se non eri di bell’aspetto si’, qualche amica l’avevi, ma eri sempre in friendzone perenne e non ne usciva nemmeno una pomiciata. Non so dalle parti vostre ma dalle mie (paesone della Puglia, vicino Bari) la maggior parte delle ragazze dell’ultimo anno delle superiori erano ancora vergini. La classica storia di passione adolescenziale era tra il belloccio di turno e la ragazza molto carina ma problematica.

Concludo dicendo che quello che le ragazze cercano adesso, lo cercavano anche 20 e 30 anni fa. La scelta non era cosi’ ampia perche’ l’opportunita’ di conoscere ragazzi al di fuori della propria cerchia di amici (gruppo, scuola o citta’) era limitata. E, ovviamente, non c’erano gli strumenti digitali che ci sono adesso per far lievitare il narcisismo di ragazzi e ragazze a dismisura.

LostG.
LostG.
3 anni fa

Gli anni 2000 sono stati, di fatto, un prolungamento – molto esteso, se vogliamo – degli anni 90; a fare da spartiacque, come ha già detto qualcuno, l’anno 2008 che, con la crisi finanziaria da una parte e l’introduzione dei social a livello di massa dall’altra, hanno distrutto le relazioni di coppia e, spesso, anche le amicizie.
L’instabilità economica non permetteva più a molti uomini di ipotizzare progetti di vita, essenziali invece per le donne over 30 (ai tempi anche over 25) che decidevano di abbandonare la strada della “spensieratezza” e di voler “fare le cose seriamente”, ovvero trovare qualcuno disposto a dar loro un figlio e tutto ciò che ne deriva.
I social, allo stesso tempo, creavano sempre più possibilità di corteggiamento per le ragazze e un muro sempre più invalicabile per i ragazzi. Le eventuali relazioni, poi, erano destinate a durare ben poco, a fronte del continuo stimolo che gli smartphone (già… anche quelli) offrivano con le loro continue notifiche relative a like, richieste di amicizia e approvazioni di ogni tipo.
Spazzate via allo stesso modo, spesso, sono state anche le amicizie. Le classiche scuse che nei decenni precedenti venivano usate per spiegare la fine di un’amicizia o lo sgretolarsi di una compagnia, non andavano più bene. Non esistevano più. “Sai… il lavoro” oppure “La famiglia porta via tanto tempo…” erano frasi che sparivano pian piano dall’uso comune. Il lavoro era scarso e spesso temporaneo; la creazione di una famiglia, o anche solo di una convivenza, erano quasi un miraggio. Ma le amicizie finivano lo stesso; le compagnie continuavano a sgretolarsi come avevano sempre fatto, togliendo il velo anche a questo tipo di relazioni, nelle quali si credeva davvero. Amici alla continua ricerca di lavoro, senza fidanzate, rimasti a 30-35 anni a vivere nella stessa “cameretta” in cui dormivano (sì, da adolescenti ci restavano giusto il tempo di dormire) a 15 anni, amici che avrebbero avuto tutto il tempo di frequentarsi almeno un paio di giorni a settimana, per un paio d’ore, e raccontarsi tutto come facevano anni prima, non si sentivano più per settimane o addirittura mesi. Si incontravano per strada di tanto in tanto, quasi per errore, giustificandosi come imprenditori e padri di famiglia senza un minuto libero.
Negli anni 90 e fino al 2008 la situazione era ben diversa.
Naturalmente ciò non vuol dire che fosse splendida per tutti ma, a parità di contesto personale, un ragazzo – per esempio – di fine anni 90 se la passava mediamente meglio dello stesso ragazzo trovatosi nel medesimo contesto dal 2008 in avanti.
Non esistendo i social, non c’era modo di fare quella sorta di preselezione che, sia nelle rapporti di coppia, sia in quelli di amicizia, viene fatta oggi con sempre maggiore frequenza. Si viveva “faccia a faccia” e gli esiti erano spesso inattesi.
Senza preselezione, la vita di tutti i giorni era molto più intensa. Le giornate, a volte, erano talmente piene di piccoli eventi che, a fine serata, si faceva fatica a ricordarli tutti. Si accendeva la radio, ci si sdraiava sul letto e si ripensava alla giornata.
Oggi, invece, la preselezione determina una vita più “piatta”: ciò che accade nella vita reale non è altro che il timbro, l’ultima conferma, di un qualcosa che è nato e si è sviluppato dietro a un computer, un tablet, uno smartphone. L’intensità, per forza di cose, viene meno.
Nei weekend degli anni 90 e fino al 2008, in discoteca, al pub, ad esempio, ci si giocava tutto. L’emozione era forte. Non ci sarebbero state foto da scartare o da ritoccare prima di renderle pubbliche, non ci sarebbe stato modo di cancellare parole dette per errore, non ci sarebbe stato modo di fare un apprezzamento se non, ancora una volta, “faccia a faccia”. Se avevi la fortuna di conoscere una ragazza, difficilmente ti lasciava il numero di cellulare dopo il primo incontro (e ancor più raramente il numero del telefono di casa sua, quando i cellulari non erano ancora così diffusi); passavi così tutta la settimana con il desiderio di tornare in quel pub, in quella discoteca, e vederla spuntare tra i tavoli, certo che, quella volta no, non te la saresti lasciata scappare. Il tutto senza nemmeno sapere se avrebbe più messo piede in quel locale; senza sapere se fosse per lei un ritrovo abituale o un luogo dove si era ritrovata per caso e in cui non sarebbe tornata mai più.
Emozioni che, ai tempi, risultavano talmente forti da sembrare destinate a durare per sempre. Pensare di essercele lasciate alle spalle definitivamente, oggi, sembra quasi incredibile.

Last edited 3 anni fa by LostG.
Charmfree
Charmfree
3 anni fa

Sì, ma guardate che il potere sessuale alle donne, gliel’avete dato tutto voi (noi) uomini italiani. Sempre a strisciare ai loro piedi per elemosinare un’uscita. Allupati come morti di fame quando vedete due tette passare per strada. Come ergastolani che non hanno mai visto una figa, come il pubblico di Ciao Darwin. In Germania quando passa una strafiga, gli unici che accennano uno sguardo sono i turchi. In Germania ci sono tanti incel, ma gli uomini tedeschi non sono zerbini come gli italiani.

David Aames
David Aames
3 anni fa

Ho 26 anni e ho potuto cogliere l’ultimo bagliore di quei magnifici anni, cose che ho vissuto sulla mia pelle. La compagnia gigantesca di amici, il fantastico Piaggio, gli sms, l’attesa e l’emozione di vedere una ragazza, le sagre e la discoteca la domenica pomeriggio.
Quegli anni mentre li vivevo sembravano lenti, caldi e pieni d’emozioni.

Oggi mi sembra tutto frenetico, uguale e poco entusiasmante.
Ad ogni ritrovo famigliare al completo, mi rendo conto di avere più cose in comune, esperienze adolescenziali e sintonia con zii quarantenni, rispetto a cugini ventenni.

vonMoltke
vonMoltke
3 anni fa

Torno da un’assenza di quasi due mesi, e questo è il primo articolo che leggo da allora. Sempre sul pezzo, e sempre capace di rievocare atmosfere perdute con una certa spontanea malinconia. Sono un po’ più anziano di te, nel 2000 avevo 23 anni, e posso ricordare con precisione la vita in provincia negli anni ’90 e 2000. Devo dire che, nel mio caso, ero troppo ingenuo e troppo bluepillato (all’epoca pensavo di essere romantico) per poter trarre vantaggio anche da quegli aspetti e situazioni che tu individui come positivi. Per me è stata una lunga stagione triste anche quella. Oggi non rimpiango di non essere giovane, comunque.

Pierpaolo
Pierpaolo
3 anni fa

Ciao Red, bell’articolo come al solito. Io che purtroppo sono più vecchio di te (avevo 15 anni nei primi 90) ricordo bene, in quegli anni, senza social network e siti di incontri tipo i vari meetic, tinder, badoo e cazzi vari, e senza nemmeno telefonini (si diffusero i Nokia maneggiabili solo a cavallo tra i 90 e i 2000), che o si disponeva di buone comitive magari di compagni di scuola o di università o colleghi di lavoro, oppure non rimaneva che attaccare le tipe a freddo, all’arma bianca, in strada o sulle spiagge o in disco. E la cosa aveva i pro e i contro rispetto alle chat. Almeno per approcciare in quella maniera serviva un po di spina dorsale e non soltanto il bel faccino.

Dez82
Dez82
3 anni fa

La tua esperienza sembra quasi la fotocopia della mia. Da me pochissimi si sono bruciati il cervello con pasticche e simili, ma dai 17 anni in su il programma del weekend era dove e con cosa ubriacarsi sino a vomitare. Due ragazze che conoscevo finirono pure in coma etilico. Comunque non credo che oggi le cose siano molto diverse, magari le notiamo meno perché non siamo più nel giro ma a volte mi capita di sentire ragazzi e ragazze parlare di ubriacature con nonchalance. Secondo me l’unica differenza è che la crisi li ha fatti ripiegare sul devastarsi in casa con la vodka della Lidl invece che sui divanetti della discoteca e qualche bottiglia di Bacardi.

Boucaneer
Boucaneer
3 anni fa

Bellissimo articolo, tutto vero (io negli anni “0” del 2000 ho fatto superiori e università)…
Da un lato quei tempi mi mancano: tutto era più genuino e naturale. I rapporto tra le persone, gli approcci con le ragazze e le dinamiche di compagnia/gruppo di amici…
Dall’altro però alcune cose non mi mancano affatto. Questo perché spesso (purtroppo) al concetto di “genuinità” si accompagna spesso il concetto di “ingenuità”. Eravamo (penso) tutti più genuini, ma anche ingenui e quindi involuti. Da un certo punto di vista sono contento della mia vita: ho goduto di quei tempi ma ho avuto anche la fortuna/sfortuna di aver vissuto la crisi del 2008 live in un periodo dove ero abbastanza vecchio da capire cosa stava accadendo ma abbastanza giovane da non aver imbastito catafalchi vincolanti come ltr troppo long, convivenze, matrimoni, famiglia… perché la maggior parte di quelli che conosco che nei ridenti anni “zero” del 2000 si sono “sistemati”, sono attualmente: divorziati, cornuti, sul lastrico, ripiegati su CO peggio delle loro ex mogli con tanto di pargoletti di quest’ultime a loro carico (poiché anch’esse spesso provengono da matrimoni/ltr inizialmente idilliaci ma poi miseramente falliti con tanto di botto finale). In un certo senso mi piace il mio attuale grado di consapevolezza che mi permette di godermi comunque la vita quando mi gira bene con le tipe ma di stare alla larga da ogni forma di “vincolo” che non possa essere sciolto con le semplici parole “ti lascio”/“è finita”/“ciao e grazie”.
Quanto al capitolo amicizie/compagnie, è vero che i ragazzini di oggi sono una generazione fottuta. Però non tutto il luccichio di allora è oro: le compagnie da paesello di provincia (quelle dove i ragazzi si trovavano con i motorini sul sagrato della chiesa o al bar vicino al campo da “baeon”) potevano essere anche soffocanti per chi avesse voluto elevarsi appena una spanna al di sopra della dimensione rurale dell’esistenza. Grazie al “famigerato” progresso ho avuto molti scazzi ma ho anche potuto vivere esperienze che non avrei mai vissuto se mi fossi limitato a circuiti sociali dove prevale il binomio calcio&motori o se la società avesse basato il cursus honorum dell’individuo sulle dinamiche di paese.
Inoltre stando sempre nell’ambito “amicizie e circuiti sociali” va detto che all’epoca la società era tutt’altro che meritocratica. Non che quella di adesso lo sia, intendiamoci. Ma all’epoca il fenomeno dell’etichettamento poteva essere una bella gatta da pelare. Mi ricordo che in certe compagnie si creavano sempre delle forti asimmetrie tra chi “comandava” e chi “si attaccava”, e una volta stabilite era difficilissimo scalzarle. La cosiddetta “società liquida” almeno porta in dote il fatto che anche chi “gode” di un certo status guadagnato in passato sia continuamente messo alla prova per mantenerlo. L’era delle posizioni di rendita è finita per tutti. Così come chi invece sarebbe stato “condannato” ad un ruolo subalterno in quei tempi, si ritrova ora un maggior ventaglio di possibilità (magari non di emergere uber alles, ma di ritagliarsi il proprio quarto d’ora di gloria almeno…).
Infine la tecnologia intesa come “cultura”/“modus vivendi” sta purtroppo degenerando nell’eccesso di sè stessa. Però intesa come “sommatoria di hardware and software” ci sta permettendo di fare delle cose che fino a qualche anno fa avrebbero richiesto ingenti mezzi e risorse finanziarie. Negli anni ‘90 e nei primi del 2000 viaggiare in aereo era roba da business men e da famiglie benestanti che vanno in vacanza. Oggi anche l’operaio che guadagna 1200 euro al mese può andare ai tropici…
per girare un cortometraggio una volta ci voleva telecamera, luci, microfoni direzionali, stabilizzatore, più ore di smanettamento con programmi di montaggio e resa video.
Oggi con uno smartphone si può fare tutto in pochi minuti (parlo di cortometraggi a livello puramente ludico, per divertirsi, senza aver la pretesa di vincere l’oscar)…

Chichichichichi
Chichichichichi
3 anni fa

Ciao red.
Te la faccio breve… ho un amico asiatico, che oggettivamente è un bel ragazzo, che fa una fatica immensa a trovare ragazze. Mi meraviglio di questo fatto anche perché altri miei amici, oggettivamente più brutti di lui, hanno più successo con le donne, anche se ovviamente i risultati sono sempre scarsi. Ma secondo te le “razze” giocano un ruolo chiave nell’attenzione? Dici che essere bianco e caucasico sia una fortuna nell’ambito del rimorchio? Magari ti ho dato uno spunto per un tuo prossimo articolo… ciao

David99
David99
3 anni fa

allora sono un ventenne di oggi, l’articolo è bellissimo e penso che gli anni 2000 anche se me li ricordo poco sono stati nettamente meglio del decennio successivo, pero’ devo fare alcune precisazioni: nel 2008 lo smartphone era di nicchia, è dal 2012 che si è diventato di massa e ha cambiato la gente e la società (in peggio), le discoteche sono ancora piene, ma non ci sono più quelle di pomeriggio, l’alcool in disco lo danno lo stesso anche ai minorenni e anzi è tanto diffuso tra i miei coetanei, la passione per le auto si è purtroppo affievolita (sul campo, niente più gare) ma c’è ancora, nessuno vuole più i motorini ma le auto sono ancora un sogno, smorzato però da questi anni di crisi.
personalemente ritengo gli anni 2000 una prosecuzione degli anni 90, dal 2008 a l 2012 c’è un periodo di transizione, uno spartiacque che ha spazzato via tutto. allungo quindi di qualche anno il “decennio breve”.

Gabriele
Gabriele
3 anni fa

Conta solo il ben faccino. Sì, ma un po’ dico solo un po’, ce la si giocava. Io baciai la prima ragazza grazie a quelle chat senza foto. A dire la verità riuscii a caricare un paio di foto con lo scanner, e ne richiesi almeno una, era in bianco e nero. La realtà poi è sempre diversa rispetto ad oggi dove le foto sono ad altissima risoluzione, fatte il giorno stesso, e in tutte le pose e salse.
Oggi per una persona normaloide, o addirittura bruttina, è molto difficile trovare qualcuna disposta a conoscerla, a meno che non sia una obesa bruttina anche di faccia e pure su con gli anni magari.
Eh sì, mi ricordo anche dei divanetti nelle discoteche la domenica pomeriggio, ma non vi riuscii mai.

Josa
Josa
3 anni fa

Aneddoto fresco fresco. Appena successo in autobus.

2 ragazzine (penso sui 17 anni) stavano parlando di un ragazzo con cui una delle 2 era appena uscita e l’amica era curiosa di sapere come era andata. Ho sentito che fisicamente lo riteneva ok/passabile e che le sono piaciute le sue mani. Però diceva che era basso e ci fa letteralmente: “che me ne faccio di uno basso? Me lo tengo come amico!” Poi hanno continuato a confrontarsi e sembra che lei uscirà un’altra volta per capire l’affinità di loro 2 soli (a quanto pare c’era un gruppo che li ostacolava e non sono riusciti a stare isolati). Mmm ci sta anche se la parte sul fisico è pura redpill.

Ma non è questo il punto del post. Nel mentre che ascoltavo vicino a me si è seduto un ragazzino (direi sul 7 modello Irama come faccia) più o meno della loro età.

A un certo punto loro fanno un approccio di coppia (non chiedetemi come si sono messe d’accordo forse da uno sguardo di intesa loro) e dicono una cosa del tipo: “scusa ci puoi dare il tuo numero?”

Il ragazzino mi ha stupito. Sì vede che questo è abituato a ricevere questi approcci. Dopo un po’ di silenzio. Le ragazzine chiedono: “è un sì?” e lui ci fa “sì vi do instagram”. Poi iniziano a parlare con cose semplici del tipo età, di dove sei ecc…

Il ragazzino ha chiesto loro l’età e faceva tipo: “vediamo siete piccole” (avranno avuto 1-2 anni di differenza). Alla domanda di dove era lui fa “provincia” (non cedeva molte info). Il punto era che lui faceva validare loro. Sembrava un “natural”.

Conclusioni? Fate voi. È un esempio di redpill. Le ragazze approcciano ancora se hai valore in realtà. Altro che studiare il “game” e fare il “pua”. Il vero “natural” viene approcciato.

(Cmq lui non era alto era più per il bel faccino).

La morale è la solita. Alcuni hanno tutto facile mentre altri (i più) devono faticare per racimolare le attenzioni.

Last edited 3 anni fa by Josa
KingDani
KingDani
3 anni fa

Avevo 16 anni nel 2000. I primi 2000 sono stati fondamentalmente un proseguimento dei fine ’90. Internet in Italia era ancora agli albori, con connessioni lentissime (il 56k, soprattutto in provincia, è andato avanti per molti anni). I cell permettevano teoricamente di potersi sentire più facilmente rispetto ai tempi “Mi ami? Ma quanto mi ami?”, ma in realtà poi si andava avanti a squilli, ovvero “Ti penso ma non c’ho una lira per dirtelo”. Dal 2008, la combo smartphone e social (esplodeva Facebook) ha stravolto completamente il mercato sentimentale/sessuale (non che prima te la dessero con uno schiocco di dita, ma le ragazze non avevano la platea di possibili partner che c’è oggi).

Henri de Toluose Lautrec
Henri de Toluose Lautrec
3 anni fa

Ottimo articolo ma che secondo me avresti potuto scrivere a quattro mani con uno di quelli come me che provengono da una (o forse mezza) generazione prima della tua. Manca infatti tutta la parte relativa agli anni 90. A “blue da bi di da bi dae” eravamo già all’inizio della decadenza. Il boom della moda delle serate (o domeniche pomeriggio per i giovanissimi) si è avuto dal 1992 col bellissimo “Rithm is a dancer” degli snap e poi altri tormentoni come “No limits” degli unlimited, Corona “the rithm of the night” e per i piu’ techno, le discoteche Club Imperiale, Insomnia, e ovviamente il Cocorico’. Ma al di là della musica avrei da proporre una correzione: la diffusione dei cellulari è avvenuta quando l’omnitel ha inventato quelle sim ricaricabili che permettevano ai giovani di telefonare di sera a tariffa umana (prima di allora avere un cellulare comportava un abbonamento costosissimo e ce lo avevano solo professionisti e P.R. delle discoteche che, mi ricordo, chiamavamo dalle cabine telefoniche). Il passo successivo è stato l’arrivo di wind (intorno, mi pare al 1998) che per un annetto buono, ha regalato sms illimitati gratis verso tutti creando dei veri e propri flirt via sms (anche con sconosciuti). Per quanto riguarda Internet invece come hai detto tu era roba da nerd fino all’inizio degli anni 2000, cioè con la diffusione delle prime ADSL che sono state la svolta, all’epoca non per la velocità (che era comunque bassa) ma per poter stare a lungo collegati senza pagare la bolletta telefonica. Prima delle ADSL era frustrante chattare si IRC (col programma mIRC) con le guerre di takeover dei canali e i bot per mantenere l’op su canale, mentre gli scatti della Tariffa urbana a tempo scorrevano. Prima ancora di internet c’erano le BBS fidonet e prima ancora il videotel. Ma in fidonet erano praticamente tutti maschi e il videotel era costosissimo. Come rapporti umani, i cellulari, poi internet, e poi i social, non sono stati altro che, come dici tu per l’erasmus, un “amplificatore”: chi rimorchiava tanto ora rimorchia molto di piu’ e chi poco, ancora meno o niente. L’esempio che ho sempre fatto è quello del’e-commerce: negli anni 90 se volevi comprare un televisore al massimo confrontavi il prezzo di 3 negozi della città in un pomeriggio. Oggi in 5 minuti confronti il prezzo di 100 negozi online con il risultato che un solo negozio vende tantissimo e gli altri niente. La stessa cosa avviene con le ragazze che non dovendosi limitare a scegliere il ragazzo tra scuola-amici-sport , possono in 10 minuti selezionare tra un catalogo di 500 stalloni semplicemente scorrendo il dito verso sinistra.

Last edited 3 anni fa by Henri de Toluose Lautrec
cavaliere oscuro
cavaliere oscuro
3 anni fa

Le ragazze del video sono una più imbecille dell’altra, segno che il disastro negli anni 2000 era già bello e servito, ma non essendoci mai fine al peggio le cose non sono di sicuro migliorate. Tra le varie sculettanti lobotomizzate si salva solo l’ultima, quando dice che alle donne piace l’uomo bastardo ci regala un’inaspettata
dose di redpill femminile, le altre con il “Deve ezzere zimpatico” fanno letteralmente cagare.

Feltrino
Feltrino
3 anni fa

Anni orrendi che fortunatamente sono finiti e chiediamoci anche perché oggi siamo a queste condizioni. Negli anni 00 se non eri un maschio alfa o massimo un beta amico dell’alfa di turno venivi bullizzato ovunque ed emarginato socialmente. Smettiamola con sta retorica del “era meglio prima” che se oggi siamo arrivati a questa situazione non è perché i maschi hanno perso i loro ritualismi e i loro interessi tipicamente maschili. Oggi è uno schifo questo è vero ma per lo meno puoi essere te stesso senza che questo diventi motivo di vessazioni, in quegli anni dovevi fare il figo interessandoti a cose di cui non ti fregava un cazzo.

Emanuele
Emanuele
3 anni fa

Commovente questo articolo!! Ho vissuto quegli anni durante l’adolescenza e confermo tutto; la tua descrizione oltre ad essere bellissima, ricorda molto la canzone Jolly blue degli 883. Aggiungo solo che un’altro status symbol per gli adolescenti era lo scooter Scarabeo; le minicar non erano un accessorio per ragazzine adolescenti ma per i disabili e non c’era il culto del palestrato magrissimo come oggi (all’epoca le sale pesi erano frequentate da 25enni/30enni e non da 14enni/16enni come oggi). Poi, col fatto che chiamate e sms svuotavano la sim, si usava moltissimo fare gli squilli e abbassare.

black wolf
black wolf
3 anni fa

“I’m blue da ba dee da ba da”….. quanta energia e fiducia nel futuro trasmetteva questa melodia dal sapore un po’ tecnologico.
Credo che la seconda metà degli anni ’90 sia stata l’epoca migliore degli ultimi 40 anni… per molti aspetti. C’era ancora un certo ordine e una certa decenza, ma anche la consapevolezza sulle potenzialità della tecnologia e fiducia nel futuro. Allora c’era anche molto entusiasmo per l’Europa, poi c’erano le amministrazioni Clinton, l’Italia che mette i conti in ordine, le liberalizzazioni, le privatizzazioni, l’internazionalizzazione dell’economia globale (queste sì, concepite negli anni ’80, ma implementate negli anni ’90).
Tutto questo è finito l’11 settembre 2001 (gli anni 2000 sono incominciati quel giorno).

Per quanto riguarda i rapporti sociali poco da aggiungere rispetto a quanto scritto nell’articolo…. interagire dal vivo con le persone era la normalità, era anche più facile fare amicizie nei contesti della vita quotidiana (sul treno, alla fermata dell’autobus, in viaggio, in vacanza) perchè nessuno stava con lo sguardo incollato allo smartphone. Senza le distrazioni della rete e dei social c’era anche molto più tempo a disposizione, si era più “presenti” mentalmente in quello che si stava facendo e in quello che si stava vivendo. L’avvento di facebook (in Italia ha incominciato a prendere piede nel 2008), ha rovinato un po’ tutto.
Gli anni 2000 sono finiti nel 2008, con il fallimento di Lehman Brothers e l’arrivo dei social networks.

Christian
Christian
3 anni fa

La cosa che più mi ha colpito è la differenza delle ragazze di allora con quelle di oggi. Una volta c’erano le ragazze che si innamorano in paese, poi c’erano quelle più fragili che si drogavano, quelle più pazzerelle, ect. Oggi sembrano tutte perfette, senza debolezze xkè i social le hanno spianato la strada. Praticamente non devono fare più niente e si sentono invincibili ?

Degenerato_al_Massimo
Degenerato_al_Massimo
3 anni fa

Proprio dell’anno 2000 ricordo il dolore per essere entrati nel nuovo millennio come uno stato vassallo degli u.s.a. e materialmente/moralmente prossimi più al medioevo che ad una nuova era di felicità e prosperità 🙁 🙁

rocco
rocco
3 anni fa

io poi classe 75 ho vissuto appieno gli anni 90 …che sono stati il top del top..gia nei primi 2000 qualcosa è cambiato ( certo non era ancora la merda di oggi )

Charmfree
Charmfree
3 anni fa

Ma qui si fa apologia delle corse a 200Km/h di quei coglioni in città, come se fosse un bel modo per passare le serate! C’è gente che muore ammazzata da questi coglioni del sabato sera, ubriachi e strafatti di coca e canne!! E le stragi del sabato sera ci sono ancora, più di prima, perchè gli italiani di oggi non sono capaci di divertirsi in altro modo, e sono incapaci di rispettare qualsiasi regola civile. Guardate se succede così anche in altri paesi EU. L’italia è sempre agli ultimi posti nelle classifiche negative.

Un Uomo Qualunque
Un Uomo Qualunque
1 anno fa

Il 2008 è stata la vera fine del 20° secolo: fine del sesso, fine dell’amore, fine del rock & roll, fine della pace, fine del benessere, fine del progresso.
Tutto questo è stato sostituito da tutto ciò che è il vero fulcro ed interesse delle femministe e dei neoliberal artefici della crisi artificiale: le rotture di palle. Perché nei problemi le mediocri ci sguazzano, ci trovano il motore perpetuo ultimo di motivazione della loro vita inutile.

Anche se devo spezzare una lancia a favore della tecnologia: quest’ultima ha comunque costituito un notevole aumento delle possibilità, anche maschili (si pensi per l’appunto alle comunità redpill).
Quello che invece non ha affatto giovato, è stato in via definitiva il marketing tecnologico e la bastardizzazione del discorso accademico e scientifico con le cialtronerie femministe.

Oserò dire che la crisi del 2008 è stata organizzata con lo scopo ultimo di depopolare l’occidente e l’europa in particolare: come si spiega, altrimenti, una crisi statunitense che finisce per affliggere di più l’europa che gli states? Inoltre, negli states la crisi di per sè finì nel 2012, mentre in europa si va da un periodo compreso dal 2015 per la scandinavia fino al 2018-2019 per gli stati meridionali (la grecia addirittura a gennaio 2020, ad inizio pandemia…).
Ebbene sì, e non è un caso che ad essere più colpiti dalla crisi siano stati gli stati più “maschilisti”: Italia, Grecia, Spagna, Portogallo, Irlanda.
La Crisi del 2008, per lo meno in Europa, è stato un deliberato atto di vile alto tradimento dell’elite europea iper-femminista e woke per “punire” la maschilità.

Se non altro ora sappiamo che c’è una vecchia megera iperfemminea che vuole comandare un intero continente a bacchetta… viene in mente nessuno?
Tutti gli alti incarichi europei, compresi quelli finanziari, sono in mano alla presidenza e gestione di questo modello di donna iperfemminea.
Qualsiasi uomo dotato di senno ci arriva: è talmente ovvio che il tutto si spiega praticamente da sè.

jimmy
jimmy
3 anni fa

Breve commento, il circolo dei motorizzati era comunque una prerogativa dei chad o dei normaloidi con un pó di soldi. Io facevo parte degli sfigati che dovevano farsela in autobus schiacciati come sardine e in mezzo alla puzza di sudore. Per il regalo del compleanno, un cellulare, ho dovuto aggiungere miei risparmi, quindi figurarsi uno scooter. Macchina alla maggiore etá manco a parlarne. Quindi mi fa piacere se chi ha scritto questo articolo ha vissuto la propria giovinezza nelle combriccole dei motorizzati, che magari potevano anche rimorchiare avendo il mezzo mentre noi poveri sfigati magari promossi a scuola con voti alti rimanevamo esclusi da quel circolo. Ma purtroppo per me gli anni post 2000 non sono stati questo granché.

Tomas
Tomas
1 anno fa

Io sono probabilmente fra i fautori di questo nuovo mondo.
Avevo 17 anni quando si creò netlog e le donne NON sapevano ancora quale fosse il loro valore di mercato secondo quelle che sarebbero state le nuove dinamiche: uscivo con una ragazza differente al giorno, rimorchiare in quel periodo è stata la cosa più semplice mai esistita. Le ragazze si ritenevano normali (del resto lo sono) e ritenevano anche me tale. E’ durata poco, non più di 2 anni, già dopo facebook le ragazze cominciarano a rissettare i loro nuovi standard.

rocco
rocco
2 anni fa

io ho vissuto i 90 decennio ancora migliore dei primi 2000 , cmq leggendo il tuo articolo è scesa una lacrimuccia a questo vecchietto del 1975 :'(

martino90
martino90
3 anni fa

il decennio più bello, quello in cui arrivò internet che ampiò di moltissimo la possibilità di conoscere prima che arrivassero gli anni 10, assolutamente invece nefasti. per via dei social e delle loro conseguenze

martino90
martino90
3 anni fa

Me li ricordo si,,,io in casa mia ho avuto internet e pc ad estate 2001 , appena finite le elementari e prima in quinta mi ricordo che , già pensando alle ragazze avevo a disposizione il catalogo vestro.., a settembre miss italia quando capitava in tv, qualche trasmissione un minimo scollacciata in qualche tv locale a notte fonda e..tanta fantasia! Alle medie (2001-2004) avevo il 56 k come modem, per di più posizionato in cucina per cui non potevo certo vedere foto di ragazze meno che meno svestite (tanto più che la lentezza della connessione non lo permetteva comunque).Ricordo nel 2004 le prime chattate (ovviamente per pochi minuti dato che la connessione era a consumo, e ovviamente 0 foto): nel 2004 iniziano le superiori e ho il primo semplicissimo cellulare, che mi porto fino a estate 2009 (fine superiori)..nel frattempo certo ho l’adsl (dal 2004 flat, ovviamente a filo e non wifi) e la situazione migliora ma comunque non ci sono i social,,mi iscrivo a facebook a fine 2008/inizio 2009 quando diventa noto in italia, ma lo uso pochissimo, per qualche messaggio cosi come msn (e peraltro all’epoca non era l’immondizia di oggi)…cosi ho vissuto una infanzia del tutto analogica e una adolescenza senza social….nel 2010 il primo piccolo smartphone, e nel 2011 wi-fi in casa/portatile ecc. Ma ormai all’università. Solo nel 2021 Youtube elimina la durata massima di 10 minuti dei filmati per esempio…tutti eventi capitati nel giro di un decennio o poco più e ormai dati per assodati. Quando gliene parlo a mio cugino , nato nel 2001, quindi di 11 anni piu giovane di me, e gli racconto certe cose, lui, che dalla prima media ha uno smartphone , mi guarda come se venissi dall’età della pietra, non riesce a concepirlo (per es quando gli dico che alle superiori per tradurre c’era solo il dizionario di carta e non google translator, che non c’era maps, ecc ecc ecc). Però almeno io non mi sono del tutto rimbambito su tik tok, instagram facebook twitter, twich come capita a lui che fa fatica a concentrarsi…in compenso le sue compagne delle suprriori (ora ha iniziato alla università) hanno profili instagram degni di pagine di penthouse , in quanto a “scosciamento” e zerbinaggio selvaggio… per le discoteche non dico nulla sempre odiate, tanto allora come ora, e praticamente mai frequentate.
Mi piacevano programmi come msn messenger di allora ma anche le semplici chat, dove potevi conoscere persone argomentando ed il fatto che potevi esprimerti senza influenze del fisico proprio e dell’altra persona (i cafoni in chat c’erano ma molto meno e venivano spesso bloccati subito): anche avendo una scan comunque dovevi scansionare una foto tua o fartela, scansionarle e poi sperare di riuscire a mandarla via in modo che non pesasse troppo, tanto è vero che non ci si pensava mai…

Last edited 3 anni fa by martino90
MarcoC
MarcoC
3 anni fa

Leggendo mi sono quasi emozionato, un viaggio all’indietro nel tempo quando la vita era ancora fatta di sguardi e “attimi”, attimi speciali e irripetibili, e non di selfie e like.
Come detto in un recente articolo, la battaglia della seduzione ai tempi del web 1.0 si giocava esclusivamente sulla parola, per cui anche se eri belloccio ma avevi la stessa capacità espressiva di uno scimmione, il tempo di scrivere Ciao! Da dv digiti? e Che fai nella vita? e la conversazione cadeva nel vuoto. Eri uguali ad altri mille che facevano le stesse domande. A quei tempi chi riusciva a concludere qualcosa erano coloro che, per timidezza, per compagnie sbagliate o per mille altre ragioni,erano sempre soli e al palo. Così i vari normaloidi e normobruttini con buone capacità comunicative e che sapevano distinguersi per originalità e simpatia, potevano fare leva su una conversazione brillante per fidelizzare una ragazza e uscirci.
Io come altri miei amici che non brillavamo particolarmente, in quegli anni siamo riusciti a pescare qualcosa nelle vecchie chat testuali. Tu hai citato C6, noi invece eravamo molto attivi su mIRC e soprattutto sul mitico MSN Messenger, affossato, nemmeno a dirlo, dal nascente “fenomeno Facebook”.
Oggi la battaglia della seduzione invece si combatte esclusivamente a suon di immagini, spesso “filtrate” o photoshoppate per apparire più belli, più in forma, più giovani, più alti, più tutto. C’è anche chi di proposito si fotografa accanto a una Lamborghini per trasmettere una falsa idea di ricchezza a cui corrisponde, nel migliore dei casi, una Golf turbodiesel di seconda mano. O chi si fotografa con la chitarra in mano prestata dall’amico per tentare di passare per ciò che non è…
Il trionfo dell’esteriorità e della menzogna.
C’è anche un aspetto che non è stato sottolineato. Il riscatto. A quei tempi un nerd senza donne e senza amici, in pochi click poteva reinventarsi come turbosocialone amante dei viaggi e della buona compagnia. Chi ti controllava? Gli smartphone non esistevano, i tag dei tuoi amici nemmeno. Oggi se sei un nerd senza donne e senza amici in real life, lo sei pure su internet.

Le discoteche non sono mai state di moda nemmeno negli anni ’90. Almeno tra noi normaloidi, brutti, bruttini e normobruttini. Andare in discoteca a ballare e rimorchiare? Ma neanche per sogno. Roba da fighi. O da donne, ovviamente, che ogni volta che dicevo di non amare le discoteche e non esserci mai andato mi osservavano come fossi un alieno. Come se ci fosse molto da stupirsi del fatto che non mi andava a genio di spendere 50€ per fungere da arredamento del locale e vedere le ragazze che mi piacevano accoppiarsi con altri.

Sul fatto che in giro non ci fossero le ciccione di adesso, ho molti dubbi. Se parliamo di cura del corpo, oggi si va molto di più in palestra e si è più attenti all’alimentazione. A 20 anni le ragazze sembrano appena scese da una passerella, mentre le nostre coetanee erano molto più rustiche e vestite ad cazzum. I McDonald e i kebabbari esistevano pure allora, e non erano pochi. Credo sia una falsa percezione dovuta alla sovraesposizione da social. In altre parole, una volta le ciccione si coprivano e si vergognavano del loro corpo, mentre oggi grazie al bodypositive e agli zerbini mdf, si mostrano con orgoglio su internet ricevendo applausi e approvazione, per cui si pensa che ci sia un numero enorme di obese in giro. L’ultimo numero di Cosmopolitan mostra una donna 30Kg in sovrappeso con scritto “This is Healthy” (cercate su Google), una roba che 20 anni fa sarebbe stata impensabile.
Pazze dai capelli colorati invece erano totalmente assenti, il femminismo radicale LGBQTXYZ her/bi e altre stronzate simili ancora doveva attecchire nel mainstream, quindi il massimo che ti poteva capitare era vedere una testa coi capelli colorati di rosso. Quasi sempre abbinata a polsiere con le borchie e una maglietta dei Metallica.
Erano gli anni di Netlog, dei dAri, degli Evanescence, del movimento dark/emo che si contrapponeva al movimento dei truzzi e dei pgoldini.
Se guardo ai giovani di oggi vedo molta più omologazione rispetto ad allora. Tolte le femministe radicali, riconoscibilissime e che lottano con tutte le loro forze per abbattere una cosa che è stata abbattuta 50 anni fa, manca un elemento attorno a cui fare gruppo, che sia la musica, il look stravagante, un’idea politica o sociale. Qualcosa da portare avanti e per cui valga la pena lottare. L’unico elemento importante oggi è la propria immagine e il mondo in cui viene percepita dal mondo.
La sfiducia dei giovani di oggi verso il futuro deriva da questo. La mancanza di un obiettivo, di qualcosa di alto per cui lottare e che vada oltre la palestra e la ceretta periodica.

Ma sono l’unico ad aver notato che quelle sono le foto di Chiara Ferragni ai tempi di Netlog, quando si chiamava Diavoletta87? 😀

Last edited 3 anni fa by MarcoC
Denebula
Denebula
3 anni fa

Ricrodo ancora quando in un ospedale vidi una ragazza bionda angelica.
Decisi di fare una pazzia: chiesi il suo indirizzo al fratello quando lei non c’era e le scrissi una lettera.
Ci scambiammo molte lettere. Vedere una nuova lettera nella casella era un orgasmo !
Poi andò male perché era corteggiata da mille ragazzi ed era anche un po’ stronzetta ma il ricordo resta indelebile e bello.
Le email hanno diminuito la soddisfazione di vedere una nuova risposta ma erano ancora una goduria invece le chat hanno dato la mazzata finale…

Cayman
Cayman
3 anni fa

Vedremo che roba che sarà dal 2020 in poi… altro che 2008!!

Quasimodo68
Quasimodo68
3 anni fa

I primi anni del decennio sono stati gli anni delle chat telefoniche come tim cafe niente immagini solo messaggi di testo per un breve periodo le regole del gioco sono cambiate…seducevi con la mente poi hanno inventato i telefonini che facevano le foto
…game over!
PS niente da dire sulla Punto gt ma mai provato la uno turbo o meglio ancora la delta i integrale orgasmo allo stato puro

Rododendro
Rododendro
3 anni fa

duole ricordare come gli anni 90 e poi 2000 sono stati la culla del reaganismo e quindi il laboratorio culturale della distopica società attuale fondata su individualismo e prevaricazione sociale.
Per chi ,come me, ha vissuto la giovinezza in quegli anni , è facile provarne nostalgia per quei valori certamente ancora con tratti di umanità che ora non ci sono più ma gia all epoca esistevano critici che forse addirittura hanno sottovalutato gli sviluppi della promozione dell’edonismo , del libertinismo senza criterio e del femminismo stereotipato.
la cosa che mette più tristezza sono le piazze un tempo gremite per socializzare ed ora vuote, come un quadro di De Chirico.
Di quegli anni la scoperta da parte di Google del surplus comportamentale causato dalle interazioni con i dispositivi,scoperta che porterà allo sviluppo del controllo sociale totale e l’annullamento di qualunque forma di diversità individuale ammessa.

Anonimon
Anonimon
3 anni fa

Ottimo articolo, anche io ho vissuto la maggior parte della mia adolescenza negli anni 2000, e una piccola parte (più l’infanzia) negli anni 90 che amo al pari dei 2000.

Dalle mie parti, al sud, dove tutto arriva dopo e lentamente rispetto al nord, gli anni 2000 sono stati un decennio lungo invece, chiuso nell’anno 2011, ultimo grande anno in cui si respirava quella gioia e spensieratezza degli anni 2000, dal 2008 al 2011 la crisi non era altro che un qualcosa di cui si sentiva parlare al TG ma che aveva zero impatto nella vita di tutti i giorni, in seguito si fece sentire anche da noi.

A me piace definire gli anni 2000 come la continuazione degli anni 90, molto simili a livello musicale, e a livello di dinamiche sociali, solo i cellulari e gli sms cambiarono parzialmente alcuni aspetti da questo punto di vista, ma il tutto rimaneva comunque pressochè uguale agli anni 90, almeno dalle mie parti.

Poi purtroppo come abbiamo visto, internet, gli smartphone e i social sono diventati parte della società a livello mondiale e locale, per molti hanno rappresentato e rappresentano tutt’ora una cosa positiva, ma come sappiamo benissimo noi redpillati, non è così, o almeno non nell’aspetto cardine, cioè quello “social”.

Enrico
Enrico
3 anni fa

Se cominci a fare questi discorsi significa che cominci a diventare vecchio, sopratutto mentalmente.
Penso anch’io che il 2008 è stato un anno cardine sia per la crisi, sia perché c’è stato l’inizio della sdoganizzazione di internet e del suo “potere” alle masse italiane, tanto che per me il vero 2000 è iniziato nel 2008(almeno in Italia),prima era una continuazione degli anni ’90, ma per me che già negli anni ’90 mi destreggiavo tra il biliardino nella sala giochi e i giochi al mio pc di casa, la tecnologia informatica e internet sono stati tutti dei passaggi naturali; certo per un quarantenne o tardo trentenne di oggi, che negli anni ’90 forse giochicchiava alla playstation 1 a casa, guardarsi indietro e vedere la tecnologia moderna deve essere uno shock, ma per me è stata solo una trasformazione positiva, anche perché io navigo regolarmente su internet dai primi anni 2000, i vari facebook, youtube e cosi via, sono stati solamente miglioramenti ben visti, di certo non il diavolo che ha rovinato i bucolici anni ’90 o precedenti decenni, questi discorsi li lascio agli ultra quarantenni in su, che rimpiangono gli anni ’80, perché “si viveva meglio” o erano “più veri”, un po’ come i nostri nonni che rimpiangevano gli anni ’50 e ’60.
Altri discorsi dei giovani che non vanno più a spasso, sinceramente sono ridicoli, il sabato pomeriggio vedo le stesse combriccole adolescenziali, di venti o trentanni fa; solo che invece delle sale giochi, magari si riuniscono al MC e simili, che fa tanto anni ’80 dei famosi paninari, di cui da bambino negli anni ’80 sensitivo tanto parlare e non capivo chi fossero.
Posso essere d’accordo sulle ragazze di oggi, effettivamente mi sembrano più sveglie e anche più disinibite delle loro coetanee di soli venti anni fa, anche nell’abbigliamento, ma lo stesso si può dire dei ragazzi; per quanto riguarda le auto forse ancora negli anni ’90 c’era il mito dell’auto come simbolo dell’emancipazione e del successo economico, ma ormai da una decina di anni non è più cosi, se non altro perché le auto costano troppo, costa sia comprarle e sia gestirle e chi è sano di mente ci spende il meno possibile, basta vedere come molti giovani di oggi neanche prendono più la patente di guida, però fa sorridere che ancora qualche ventenne di oggi pensa che con l’auto si rimorchia.

Incellone
Incellone
3 anni fa

Una volta tanto commento qualcosa di non prettamente attinente alle tematiche principali del sito.
A un certo punto parli di “quei semafori che ora sono ovunque soppiantati da rotonde.”.
Quanta verità in questa frase…. le rotonde stradali sono uno di quei tanti, piccoli esempi di modifiche alla nostra vita quotidiana in nome della “sicurezza” e del “politicamente corretto” che ci hanno portato ad una vita tra l’ovattato e l’anestetizzato. Ovviamente senza che nessuno di noi abbia mai votato o scelto tali modifiche, nè senza poterci fare alcunché.

Non sono una persona che ha mai provato piacere a corrrere con l’automobile ma avendo preso la patente alla fine degli anni ’90 la differenza della viabilità tra ora ed allora è raccapricciante.
Abito in Lombardia e una volta neopatetanto (con una Fiat Punto normale eh, non quella truccata dell’articolo) in 45/50 minuti arrivavo al capolinea della metropolitana di Milano, o in 25 minuti circa arrivavo al mio capoluogo.
Oggi, e guido un’auto più performante e con un numero minore di veicoli sulle strade causa crisi economica, covid, ecc ecc, causa quelle dannate rotonde e altre furbate come gli speed check di minuti per arrivare al mio capoluogo ce ne metto almeno 35 se non 40 da anni.
E se per caso becco un trattore sulla strada principale per andare a Milano nel tempo in cui sarei arrivato nel 1999 oggi è già tanto se ho percorso un terzo della strada.

Rientra tutto nei vari piani per isolare le persone, solo che per i normies sembriamo noi pazzi ad avanzare certe teorie

Cybercel
Cybercel
3 anni fa

Non c’è alcuna femminilizzazione dei ragazzi. Unica frase molto boomer che devo correggerli. Anzi semmai i pochi selezionati sono proprio gli impossibilmente virili in termini di LMS. Gli altri non sono femminilizzati ma accasciati. Ben diverso.

Idem per le donne: hanno esasperato caratteristiche femminili come ipergamia e passività sessuale portandole oltre il limite della tollerabilità civile. Erano semmai loro nel passato obbligate ad una piccola virilizzazione prorpio perché irreggimentate di piú da un ruolo e da un potere sessuale maschili più elevati