
Guest post offerto da Class Alfa, blog di miglioramento personale hardcore.
Il sistema scolastico moderno ci rende uomini o femminucce? Perché sono passato da ragazzino irrequieto alle medie ad ameba depressa alle superiori?
Pensate di trovarvi in uno scenario post atomico. Tutto è da ricostruire. La popolazione umana è decimata, e anche la flora ha subito i danni dell’Apocalisse. I ruoli da coprire per la rinascita sono molti, e gli specialisti pochi. Quindi bisogna darsi da fare, anche improvvisando, per il bene della comunità. Immaginate che vi venga assegnato l’importante incarico di gestire il vivaio in cui si cercherà di recuperare, dai pochi semi rimasti, le piante che nutriranno gli uomini e le donne del domani. Vi affidano delle spore di funghi eduli, qualche seme e poco altro. Come vi comportereste? Andreste a piantare tutto in un grande vaso, con la stessa terra per ogni seme? Oppure cerchereste di adattare per ogni pianta le caratteristiche chimiche del suolo, le giuste ore di sole, la miglior esposizione? Irrighereste tutti allo stesso modo, o vi impegnereste a centellinare l’acqua delle piante grasse per scongiurare di uccidere gli ultimi esemplari? Magari sarebbe buona cosa, nella criticità del momento, cercare informazioni sulle differenze biologiche, capendo a quali condizioni si sono adattate le varie specie vegetali. Per i funghi poi tutt’altro discorso, tecnicamente non sarebbero nemmeno piante.
Insomma l’ideale sarebbe applicare la strategia più adatta per ogni specie per ottenere il massimo risultato, e soprattutto frutti buoni e abbondanti per tutti.
Sono convinto che questa metafora sia utile a spiegare come obbligare maschi e femmine a studiare insieme sia un errore. Con un programma unico che non tiene conto delle profondissime differenze bioogiche si rischia di snaturare lo sviluppo dei cittadini del domani. Fare seguire a maschi e femmine un percorso educativo identico è per me un gravissimo errore.
Sebbene le classi miste, o eterogenee, siano oggi un fatto indiscutibile ed esaltato da tutti, io credo che sia dovere dell’Occidente metterle in discussione. Credo che molti dei problemi strutturali che vediamo oggi nei Paesi del primo mondo si possano in parte anche ricondurre a un sistema educativo che crea grande ambiguità.
Le “vittime” delle classi miste sono ovviamente i maschi, il genere da sempre sacrificabile.
Nella scuola moderna, non solo in Italia, si registra il crescente fenomeno dell’abbandono scolastico maschile. Sempre più ragazzi decidono di non andare avanti con gli studi, e oggi le università sono dominate dalle donne.
Perchè i ragazzi a scuola danno frutti di qualità peggiore e quantità più scarsa delle ragazze?
Il rapporto 2019 sul profilo dei diplomati di Alma Diploma i dati parlano chiaro. Sul totale dei diplomati, solo il 46.2% è composto da maschi. I voti più alti, praticamente in ogni indirizzo, vanno alle femmine. Il 7.7% delle ragazze ripete un anno, contro il 12.3% dei ragazzi. [fonte: almadiploma]
I maschi “hanno la meglio” anche sull’abbandono. Lo 0.77% dei maschi non finisce gli studi dell’obbligo contro lo 0.59% delle femmine. Numeri che su grande scala sono significativi e ci dicono che l’abbandono maschile è del 30% più alto di quello femminile.
L’università è letteralmente dominata dalle ragazze, che sono maggioranza in tutti gli indirizzi esclusi gli STEM (gli indirizzi scientifici e tecnologici).
Nel 2018 ben il 57,1% dei laureati erano donne. Tra i dottorandi, il gentil sesso ricopriva il 59,3% degli iscritti.
Il fenomeno del “gender gap” universitario si riscontra in tutti i Paesi dell’Occidente. Le previsioni universitarie per il 2025 ci danno il 72% di studentesse in Austria, il 71% nel Regno Unito, il 64% in Canada. Una “disfatta” per gli uomini su tutta la linea, perché così ahimè che ci hanno abituati a vedere il rapporto uomo. Uno scontro, “Maschi contro femmine”, come il film di Brizzi.

Perchè questo è l’inevitabile evolversi di una scuola mista, in cui maschi e femmine dividono gli spazi fin dalle elementari. Una scuola che rende le femmine più maschili, e i maschi più effeminati. E provate a smentire questo fenomeno. Dimostrate, con dei fatti, che l’adolescente medio di oggi non è un effeminato preda delle sue emozioni, concentrato a curare il ciuffo per prendere più “mi piace” possibile, drogato di approvazione sociale come una donnina qualunque.
E come potremmo, nella società moderna iperfemminista, accendere i riflettori sull’abbandono scolastico maschile? Nella follia dilagante, nel mondo pagliaccio , questo è visto come un successo, una conquista, un “empowerment”. Il fatto che tra pochi decenni la stragrande maggioranza dei laureati saranno donne è un miglioramento della specie lodevole.
Io, come molti, non ho mai amato la scuola. Non sono stato un bravo studente, ho ripetuto un anno e mi sono diplomato con il 72 al Liceo Classico con una tesina discussa sul maschilismo. Sentivo puzza di bruciato già molti anni fa. Ho sempre pensato di essere meno dotato per lo studio, meno attento, meno proficuo. Poi ho iniziato a ripensare al mio rendimento scolastico, e a come sia variato negli anni. Mi sono reso conto che alle superiori ho avuto il crollo di prestazione, parallelamente all’entrata in una depressione profonda e strutturale che sto superando solo negli ultimi tempi. A scuola mi hanno sbattuto fuori molte volte, e mi hanno dato del lazzarone e dell’arrogante. E se invece fosse il sistema ad essere sbagliato? E se avessi studiato in un ambiente diverso? Il mio malessere in fin dei conti era dato principalmente dal confronto quotidiano con la mia inadeguatezza estetica. Stavo male perché ogni giorno mi dovevo confrontare con le crudezze , con l’ipergamia sfrenata delle adolescenti zeppe di estrogeni che esibivano a tutti le loro forme eccitanti, ma le concedevano a pochi, pochissimi eletti. La scuola superiore, per molti un momento magico e indimenticabile, è stato per me un inferno che ho forzatamente cancellato dalla memoria. Per poter tutelare il mio presente, e garantirmi un futuro, ho dovuto dimenticare quei 6 anni del mio passato.
Credo fortemente che il mio fallimento scolastico sia in gran parte dovuto non solo alla sovrarappresentazione di professoresse vaginomunite, altro cancro scolastico, ma soprattutto all’essere stato forzato a condividere il mio percorso di crescita con delle ragazze. Sono stato inserito, fin dalle elementari, in un ambiente che non era il mio. Abituato a correre, esplorare, sbucciarmi le ginocchia. Mi sono ritrovato forzato a stare seduto al banco per moltissime ore, a fare il bravo, a sottomettermi, a studiare a memoria avendo come esempio sempre una donna di mezz’età, una cazzo di professoressa acida, frustrata e finita lì per caso. E se al suo posto avessi avuto un uomo rude, assertivo e virile? Come mi avrebbe influenzato? Ricordo molti episodi in cui mi sono sentito sminuito per il mio aspetto o per il mio rendimento da una professoressa. Ricordo le risate della mia prof. di inglese quando le dissi che da grande avrei fatto l’imprenditore. Ricordo la cotta platonica della prof. di letteratura per il bell’Andrea, che guardava sorridente quando leggeva il “…biondo era, e di gentile aspetto…” dantesco.
Come sarebbe stato se avessi avuto professori in maggioranza uomini? Che studente sarei diventato se il mio aspetto fisico non avesse in nessun modo inciso sul mio successo tra i compagni? Sarei stato il più tosto, il più simpatico, il più forte a braccio di ferro? Non lo so. Di per certo ricordo di essere stato l’ultimo nella lista del “più bello della classe” e di aver subito risolini affilati come coltelli dalle oche della classe, insulti sull’aspetto fisico e atti di vero e proprio mobbing da parte di molte compagne di classe. Perché se con i bambini ci si può ancora arrampicare sugli specchi nel tentativo di dipingerli come uguali, quando arriva l’adolescenza le differenze fisiche tra maschi e femmine esplodono facendo crollare in frantumi l’ipocrisia dell’uguaglianza immaginaria tra i sessi.
Si dice che sia bene crescere in classi miste perché si impara a conoscere e rispettare l’altro sesso, scoprendone durante lo sviluppo le debolezze e le forze. Beh, mi dispiace, ma io a scuola ho imparato a conoscere i lati più viscidi ed eticamente discutibili del genere femminile. La mia misoginia, ormai parte fondante della mia identità, è nata sui banchi di scuola. Ricordo le mie erezioni, che letteralmente alzavano il banco, al vedere le cosce di qualche compagna, il “camel toe” con i leggins, o le tettine dure schiacciate dal push up. Ricordo le seghe rabbiose sulle compagne, anche le più cesse. Ricordo le gite scolastiche al Liceo, evitate sistematicamente per non dover vivere crudezze. Ai tempi non c’era il mondo redpill in Italiano, non conoscevo niente, ero per così dire un bluepillato. Però una cosa è certa, a scuola mi sono sentito tremendamente a disagio in molte, troppe occasioni.
Credo che alla luce di 50 anni di femminismo sia necessario per tutti, uomini e donne, riflettere sui pro e contro delle classi miste, specialmente alle scuole superiori. Le classi miste sono state dismesse via via per “abbattere i muri”, per consentire la piena emancipazione delle donne e per abituare i maschi a condividere spazi e opportunità con le femmine. Un processo del genere non può non apportare modifiche profonde all’istituzione della scuola, che oggi istruisce i maschi come delle femmine in difetto. Circondati da donne tra professoresse, compagne di classe, bidelle, impiegate amministrative, i ragazzi si devono adattare per sopravvivere a questo ambiente pesantemente estrogenico. Le qualità che fanno di un maschio un Uomo, vengono represse brutalmente fin dall’infanzia. Si deve stare seduti bene per lunghissime ore, imparare a memoria, ed obbedire costantemente agli ordini delle insegnanti. La scuola ci insegna ad essere delle femminucce domabili, ad alzare la manina per andare in bagno, a collaborare con la compagna di classe magari facendo finta di non vedere quelle tettone allucinanti. Quante volte ci siamo sentiti castrare, quante volte avremmo voluto tirare fuori il cazzo? Tante.
E in questa promiscuità forzata ci si può aspettare che non nascano rapporti? Fossero solo coppiette adolescenziali che consumano rapportini sessuali in punta di cappella in cameretta! A scuola se ne vedono di ogni. I Tommy la fanno da padroni. Partono seghe e pompini in bagno. In gita poi non ne parliamo, lì proprio si delinea marcatissima la linea tra uomini e topi. È possibile non rendersi conto che casualmente i cessi, gli sfigati, gli emarginati della classe sono quelli che puntano i piedi e non vanno in gita? Nessuno sembra vedere queste cose. Si dipingono i rapporti consumati “tra i banchi di scuola” come innocenti e formativi. Altro che innocenti, ricordo vere e proprie deflagrazioni blackpill nei corridoi. Ricordo le cose a tre fatte dalle sedicenni durante la “vacanza studio” a Londra. Ci potrei scrivere un libro sulle crudezze liceali.
E da cosa pensate che siano scatenati quei sentimenti di odio che portano sempre più ragazzini, tutti maschi casualmente (e pure cessi) a sparare negli Stati Uniti? Non c’è tanto da girare attorno alla questione, certe situazioni creano danni gravissimi a molti ragazzini.
Anche il bullismo credo che sia molto collegato alla presenza delle ragazze. Magari non sparirebbe, ma sicuramente molti episodi di bullismo non avrebbero ragione di esistere se non ci fossero delle sadiche spettatrici pronte a saltare al collo del bullo e premiarlo per la sua manifesta superiorità riproduttiva di maschio Alfa.
Anche le ragazze vengono danneggiate nella loro formazione, e appena iniziano a sviluppare le loro armi di distrazione di massa raccolgono favori e consensi per il solo fatto di respirare. Le adolescenti iniziano a capire le debolezze dei maschietti tra i banchi di scuola. Un sorrisino, un abbraccio, una scollatura possono garantire utilissimi appunti, favori, regali. Alcune studentesse sono delle piccole manipolatrici di uomini già a sedici anni, e si svegliano all’alba per truccarsi, pettinarsi e prepararsi al meglio per la sfilata scolastica.
Non voglio, e nemmeno auspico, un ritorno alla divisione per genere degli studenti. Trovo solo vergognoso e incivile che questo sistema non venga mai messo in discussione, specie alla luce dell’abbandono scolastico maschile, dei Mass Shooting e dei NEET.
Annullare gli ambienti mono sesso è un errore gravissimo a mio avviso, un attacco alla virilità e alla femminilità. Davvero non ci sono luoghi fuori dalle mura scolastiche in cui i giovani possano iniziare a conoscere e a rispettare l’altro sesso? È così necessario e inevitabile mettere tutti gli adolescenti in un unico calderone? Dobbiamo per forza mettere tutti i semi nello stesso vaso, con la stessa terra, gli stessi concimi e le stesse ore di luce? La scuola moderna è un trauma quotidiano per moltissimi ragazzi, e non oso nemmeno immaginare come sia oggi nell’era dei social.
Con un ambiente meno promiscuo sono convinto che molti ragazzi non rinuncerebbero alla vita ancora prima di iniziare. Sono sicuro che i ragazzini di 17 anni che scrivono sui forum redpill “finita”, “mai iniziata”, “voglio morire” sarebbero meno amareggiati, e continuerebbero a sognare. Perchè a 17 anni hai il dovere di sognare, e la scuola deve costruire e non distruggere i sogni degli adolescenti. Stiamo coltivando nella peggiore maniera possibile i nostri ultimi e preziosi germogli, e stiamo anche iniziando a raccogliere i primi frutti marci. Credo che la virilità, in barba al “maschilismo tossico”, sia il concime di cui i nostri ragazzi, i nostri Incel , i nostri finiti hanno bisogno per poter crescere dritti e forti, e dare alla nostra società i loro frutti migliori.
Sia io che Class Alfa nei giorni scorsi abbiamo creato una pagina su Gab, un social in forte crescita che si distingue per la maggiore libertà di espressione. Seguiteci anche lì se volete.
Sono padre di due adolescenti, per fortuna maschi e posso dire qualcosa sulle esperienze scolastiche loro. Le mie sono lontanissime. Alle superiori c’erano già le classi miste, ma le ragazze di allora erano proprio un’altra cosa. Smorzavano il bullismo non si interessavano ai maschi, non c’erano flirt in classe. Da quello che sento ora le femmine sono iene, più bulle assai dei maschi, ninfomani e fanno davvero paura. Mio figlio maggiore, molto timido’ é stato pesantemente bullizzato dalle femmine e dai maschi con gioia delle femmine. Finita la scuola si é totalmente isolato e credo farà per sempre vita da hikikomori. Il secondo è più tosto ma è ossessionato dell’aspetto fisico, pettinatura, vestiti ecc. Mi piace molto il modello di scuola all girls dell’Inghilterra e del Giappone, con le ragazze pulite e ordinate nelle loro divise, concentrate a diventare buone cittadine e non arrampicatrici grazie alla loro vagina. La rozzezza di pensiero delle feminazi italiane non permetterà mai quel tipo di scuola. Per questo sono pessimista sul futuro della gioventù. Tempo un paio di generazioni e saremo estinti. Saluti.
È un discorso complesso, sicuramente anche soggettivo.
Molti maschi, infatti, non sperimentano simili esperienze.
Ad esempio, pur essendo un cesso tremendo, ricordo che andavo molto bene a scuola, né sono mai stato discriminato dai professori per il mio aspetto fisico.
Come me, moltissimi altri: anzi, direi che lo sfigato primo della classe è una figura talmente ricorrente da essere diventata uno stereotipo.
Chiaramente lo sfigato non scopa e frequenta i suoi amici nerd. Coi quali riesce comunque a instaurare rapporti di amicizia.
Se le classi fossero separate credo si svilupperebbe molto cameratismo fra i maschi e guerre intestine a non finire fra le ragazze.
Del resto è un’esperienza comune: prendi dieci maschi o più (di qualunque età), lasciali assieme per mezza giornata e avrai un gruppo di ragazzini che si divertono come matti.
Quanto alla “virilità”, bisognerebbe prima capire che cosa si intenda con questa espressione; credo però potrebbe far relativamente poco contro la depressione di molti Incel.
Per loro il problema fondamentale è l’idea, sempre più diffusa nella società libertina, che se non hai una ragazza non vali nulla…
Da futuro (forse) insegnante non posso che concordare appieno con quanto scritto nell’articolo. Devo dire che mi preoccupa non poco il fatto che probabilmente dovrò insegnare alle scuole medie e poi alle superiori. Le classi separate sono un dovere etico-morale dal mio punto di vista: le relazioni maschio-femmina, soprattutto durante l’adolescenza, devono essere poste sotto rigido controllo sia dalla famiglia che, appunto, dalla scuola (società) per impedire comportamenti meschini e immorali suscitati da pulsioni bestiali (es. il bullo che mostra alle femmine di essere forte, non avrebbe motivo di farlo se gli viene preclusa la possibilità di interagire con l’altro sesso). Per quelli che si lagneranno per il mio discorso “illiberale”, rispondo con quanto sosteneva il buon vecchio Hobbes, unico filosofo, insieme a Machiavelli, che secondo me ha capito appieno la natura umana: la civiltà comincia con la fine della libertà. E mi pare sotto gli occhi di tutti a cosa la libertà post-68ina abbia portato le società occidentali.
Analisi irreprensibile.
Quanti ragazzi dalle ottime capacità vengono rovinati a vita a causa di tutto questo. Ragazzi la cui unica colpa è quella di essere nati “non belli” e pacifici.
Quando invece altri trovano validazione e voglia di raggiungere i loro obiettivi di vita solo perché “belli” e aggressivi.
Viviamo di fronte ad una specie di sterminio di cui però è vietato parlare, è vietato dire che il Re è nudo e l’elefante è nella stanza.
Ho subito bullismo ad inizio anni 2000. Ho poi saputo “tirarmi fuori” con una forza e una disciplina estrema, ma ne vedo tanti, coetanei, che non ne sono mai usciti. Quasi quarantenni che vivono nello scantinato della casa dei genitori e non escono di casa da anni.
1)il problema della prof. di inglese che deride un suo studente e il problema della prof di letteratura che amava il bell’Andrea non è un problema di femminismo, ma un problema di incompetenza del personale, le 2 prof possono essere femministe quanto vogliono ma quando lavorano devono essere più professionali possibili
2)Pienamente d’accordo che il bullismo è incentivato dalle donne.
3)Non è contro la virilità insegnare a un uomo a stare fermo e a imparare nozioni, fa parte dell’essere umano che vive in una società rispettare delle regole. Il problema non sono le regole che vengono imposte all’uomo (insomma ritengo che il non tirare fuori il caxxo davanti alla compagna sia una regola più che accettabile), ma il fatto che non ci siano regole analoghe per le ragazze (tipo evitare di mettere tette/gambe in bella vista per ricevere attenzioni, cosi che il tuo compagno non debba iniziare una lotta con se stesso per non tirare fuori il caxxo).
4)pienamente d’accordo che le donne sono una causa non trascurabile dell’abbandono scolastico maschile.
5)pienamente d’accordo che alla fine questo sistema danneggia anche le donne, perché pensano. “ma perché nella mia vita mi devo impegnare se per il solo fatto di essere donna posso avere tutto?”
In bocca al lupo per questa nuova avventura da blogger!!
Un articolo dal potenziale interessante ma che è andato completamente in vacca. Tra misoginia (il vero redpillato non è misogino, comprende semplicemente che l’ipergamia femminile non è altro che una strategia evolutiva, alla pari della poligamia maschile, che le donne applicano ma di cui non sono responsabili), refusi (“Le classi miste sono state dismesse“), osservazioni oltre il limite del ridicolo (“La scuola ci insegna ad alzare la manina per andare in bagno“, “quante volte avremmo voluto tirare fuori il cazzo“, come se fossero queste le “qualità che fanno di un maschio un Uomo” ed essere maschi significasse essere anarchici, volgari e ribelli per principio) e confusa incoerenza (l’intero articolo critica le classi miste salvo poi aggiungere “Non voglio, e nemmeno auspico, un ritorno alla divisione per genere degli studenti“), si può chiaramente parlare di fallimento totale.
Io sto impegnando energie e tempo per informare sulla redpill (che è una teoria descrittiva, come spiegato in altri articoli dallo stesso Redpillatore, e la comprensione del fatto che l’ipergamia sia una strategia evolutiva dovrebbe semmai, come già detto, eradicare ogni residua misoginia in chi si definisce redpillato, dato che nessuno è responsabile per le strategie evolutive del proprio sesso) ed ampliarne la diffusione, e mi viene obiettato sempre che i redpillati sono in maggioranza misogini, fanno osservazioni ridicole e sono incoerenti. Articoli come questo confermano in pieno questo punto di vista, danneggiano pesantemente l’immagine della redpill, e non fanno altro che portare acqua al mulino di chi la critica.
Occasione persa. Per restare in tema scolastico, “bocciato”.
Odio con tutto il cuore quelle donne che pensano, visto che la media dei voti femminile è più alta di quella maschile, di essere il sesso più intelligente. Non lo capite che siete solo più gregarie e accondiscendenti per natura? E che prendete seriamente tutti quei progetti cazzate che le professoresse ci propinano e che ogni maschio etero si vergogna di fare? Infatti le donne, verso le quali non ho nessun tipo di odio generico ma solo verso certe categorie, sono solo più DILIGENTI e non più intelligenti. Approvo quanto dice l’articolo e in particolare ho un pessimo ricordo di molte professoresse. Gli unici due professori seri che ho avuto in tutta la mia esperienza scolastica sono stati due uomini virili, alle volte severi, ma estremamente appassionati delle loro materie. Per il resto tutte ore perse sono state per me quelle passate a scuola…
Non saprei rispondert. Posso solo dirti che sono andato all’ITIS in Terronia, con classi solo maschili. L’ambiente si degradava moltissimo e si stava male, veramente male. Ho anche avuto a che fare con giovani usciti dalle scuole “etniche” con classi separate, ed erano psicologicamente devastati dal fatto di non avere potuto interagire con donne nei loro anni formativi. Una volta usciti da quelle scuole, erano dei morti di figa con un atteggiamento orrendo che andava tra lo zerbinare in maniera viscidissima e il “questa me la stuprerei senza problemi, se non fosse che poi suo fratello poi mi ammazza.”
Io ho fatto l’IPSIA , e quindi scuola di solo uomini, visto che i rapporti sociali si creano tra i banchi di scuola io per 5 anni non ho mai parlato ne interagito con le ragazze, e questo mi crea grande difficoltà a rapportarmi con loro ancora adesso che ho 27 anni. A peggiorare le cose il fatto che pure nel mio primo lavoro non c’erano donne, a parte 1 segretaria. Complessivamente 7 anni e mezzo senza quasi mai rapportarmi con ragazze mi hanno segnato negativamente. Ho iniziato una frequentazione ad agosto dell’anno scorso, finita praticamente subito in friendzone. Rileggendo i messaggi ora ho capito quanto ero affamato, appiccicoso e zerbino (troppa inesperienza). Avrei preferito “smettere di sognare” da adolescente, quando la mente è più fresca e propensa al cambiamento, e invece è successo ora. Ho scoperto che lei è una zoccola e pratica il cazzosello, oltre a prostituirsi, e da lì ho iniziato a prendere antidepressivi. Penso che la mia mente si è redpillata da sola, prima ancora di scoprire le varie teorie sul web. è difficile accettare il nostro destino da incel.
Nel Regno Unito sono molto diffuse le scuole divise per genere e, a quanto pare, non è risolutivo
Articolo non condivisibile al 100 per cento (non sono sicuro che la soluzione siano le classi separate, forse sarebbe più opportuno favorire l’inserimento di prof maschi nell’organico scolastico, ed anche qui avrei i miei dubbi…perché all’univ gli esaminatori con cui mi sono trovato meglio erano quasi tutte donne), ma che offre comunque ottimi spunti di riflessione sulla vita liceale di un normale/bruttino/secchione.
Io al liceo ero il classico secchione, primo della classe, di buona famiglia, che per colpa di un naso un po’ troppo pronunciato veniva “bullizzato” dalle ragazze già a partire dalle scuole elementari. Quest’unico “difetto” basto’ a rovinarmi la gioventù (il resto del viso era più che accettabile, e fisicamente ho sempre avuto un corpo di livello superiore alla media dei miei coetanei, questo perché possiate avere una ulteriore conferma della crudeltà della selezione operata dalle femmine). Nella mia testa piena di traumi si era ormai costruita l’idea che non potessi piacere a nessuna ragazza di qualsivoglia livello estetico, aggiungiamoci poi le pressioni dei prof che in me vedevano un enorme potenziale come studente, quelle dei miei genitori…e la frittata è fatta…mi gettai a capofitto sui libri per tutta la gioventù cercando di affogare sulle sudate carte i dispiaceri per le ipergamate selvagge da parte delle mie coetanee cui assistevo quotidianamente tra le mura scolastiche. Sabato e domenica? A studiare mentre gli altri andavano a giocare a calcetto, la sera in discoteca e la domenica a vedere la partita di calcio. Le gite scolastiche? A studiare a casa per non andare in viaggio a fare da comparsa ed assistere alle ben note crudezze liceali. I mesi estivi? A casa a studiare ad anticiparmi parte dei programmi dell’anno successivo, per non andare al mare con i miei compagni/e di classe ad assistere alle ben note crudezze balneari.
Risultato? Kissless Virgin al diploma, conseguito col massimo dei voti, e poi (preannunciato da diversi segnali premonitori) all’univ arriva il blocco dello studente (un mix tra la frustrazione per le esperienze mancate e l’esaurimento per i carichi di studio sovrumani cui mi ero sottoposto), dopo anni di agonia abbandono gli studi e mi trasferisco lontano dal mio paese a fare un lavoro manuale che non mi piace. E buonanotte. Venti anni dopo sto ancora cercando una fiammella di speranza che possa dare un senso alla mia vita…
Grazie, femmine, per avermi rovinato la vita. Ero un bravo ragazzo, solare, pieno di sogni e volontà di realizzarli, fino al giorno in cui cominciai ad indagare il mio aspetto davanti allo specchio cercando di capire perché mi si faceva sentire diverso ed escluso…
Le “vittime” delle classi miste sono ovviamente i maschi, il genere da sempre sacrificabile.
Mi sono fermato su questa frase, punta di diamante di un testo che condivido largamente. Siamo ormai in una società a esclusiva misura ginocentrica, dove i maschi vengono considerati come se fossero femmine difettose… una società profondamente malata, dove sarebbe invece necessaio (anzi, vitale!) rimettere in discussione tutto quanto.
Quando ero piccolo, ci fu la vicenda di quel preside di un liceo di Taranto, finito nella bufera per aver sospeso (dopo più richiami) una coppietta che era entrata (ripeto, più volte) a scuola tenendosi per mano.
La mia famiglia, come buona parte d’Italia, si schierò contro il preside, ma, già all’epoca, avevo capito, che invece aveva ragione lui.
I due ragazzi non facevano questo come dimostrazione di affetto reciproco, ma come dimostrazione di superiorità!
Era il loro modo per dimostrare di essere migliori in quanto già coppia.
Il preside voleva semplicemente che non non iniziasse una guerra tra studenti invidiosi e coppie già attive… infatti non credo che loro fossero l’unica coppia del liceo, ma era l’unica che, evidentemente, si metteva in mostra.
Scusate se sono andato un po’ fuori tema, ma la discussione mi ha ricordato questo episodio.
Buon proseguimento a tutti
Anche se molti non saranno della mia opinione, vi posso sinceramente dire che, a parte malattie e tare genetiche indipendenti dalla nostra volontà , ognuno ha ciò che si merita. Basta dare la colpa al mondo la colpa è di ognuno di noi, abbiamo perso quando smettiamo di combattere.
Avresti ragione da vendere, ma forse hai fatto i conti senza l’oste, il tuo ragionamento è valido solo per una esigua minoranza di uomini che hanno raggiunto un certo livello di illuminazione.
Per il momento l’esercito di MDF è sconfinato e agguerrito perché la spinta irrazionale, e umanamente comprensibile, di soddisfare il bisogno sessuale e affettivo non riesce a prevalere sulla realtà oggettiva, cioè che le donne non sono capaci di dare affetto ne comprensione, e che i loro favori sessuali sono concessi solo ad alcuni uomini ritenuti degni.
Bullizzato 5 anni durante le superiori con classe in prevalenza al maschile. Zero amici veri e solo qualche compagno con cui si usciva 2 volte l’anno. Persi tutti a metà del quarto liceo.
Avevo già all’epoca gran talento artistico ma se da una parte la mia docente d’inglese mi incoraggiava a partecipare ai concorsi, dall’altra quella d’italiano mi sabotava appositamente
In quinta liceo ebbi la forza di denunciare i miei bulli ma la direzione (uomo) e i docenti (prevalenza di donne) fecero tutto affinché io mi stessi zitto e facessi finta di nulla. In fin dei conti era brutto allontanare un mio compagno di classe dopo soli 5 anni anni dj bullismo. Scuola di merda!
Le elementari (e forse anche le medie) dovrebbero essere separate al fine di cristallizzare l’identità fisica, la sessualità e il senso comunitario dei bambini e delle bambine, mentre le superiori dovrebbero essere miste affinchè i sessi si incontrino e imparino a cooperare partendo da una chiara distinzione dei ruoli.
Guarda caso, in questa epoca corrotta e spregevole, si predilige il contrario.
Ragazzina oggi, puttan4 domani
Io l’ho visto per la curiosità per la vita militare, non vorrei che tu ti annoiassi perché già la conosci visto che ti è toccato il servizio.
A me è un programma che è piaciuto, soprattutto la parte degli ufficiali che rimettono in riga (a suon di piegamenti) sbruffoni e donnette che si credono sto ca…
Sulla ravanata non saprei che dirti, non ci sono scene hot, ma ci sono 2 ragazze secondo me abbastanza carine.
Difatti l’ho sempre sostenuto: conviene puntare solo sulle belle. Almeno se la tirano per qualcosa (anzi, se la tirano pure meno!).
Per le altre la fatica è sprecata.
Grazie al cielo Allah ha dato all’uomo il denaro per non vivere nell’infelicità e nell’inappagamento. Guai alle femministe che vietano la prostituzione o vogliono la parità di genere! Non si chiama “discriminazione”, ma “bilanciamento sociale” l’insieme di situazioni in cui alla donna servono favori o denari per ottenere i quali deve attuare l’operazione “open legs”.
Non sono tanto una pessima idea. Le mie amiche che sono andate ai magistrali, ai linguistici, ai turistici mi raccontavano sempre di rivalità, gelosie, si parlavano male l’una con l’altra, bullette che facevano a gara di stronzate. Un po di maschi alfa fatti bene le avrebbero fatte tacere queste gallinelle.
Assolutamente d’accordo, le classi miste sono contro l’ordine voluto da Dio. Toglie il mistero verso l’altro sesso, il senso di rispetto, il desiderio. Ha permesso un po’ alla volta la prevaricazione della donna in quanto le ragazze maturano prima sessualmente e psicologicamente.
Io ancora adesso mi ricordo delle mie compagne di classe come di persone molto più consapevoli e mature di me. Ricordo spesso un episodio di una mia compagna che provocatoriamente sotto i banchi mi faceva vedere il sesso già molto peloso, in quinta elementare, sicuramente era una precoce, e la cosa mi aveva turbato. Molti diranno che ero un bambino fortunato, ma io dico di no, lo cose devono avvenire nei modi e nei tempi giusti. L’intrapendenza femminile mi ha sempre messo soggezione e se non ci fossero state le classi miste per me sarebbe stato un bene.
In sostanza sono d’accordo… il sistema scolastico è ormai totalmente ginocentrico. In questa situazione sarebbe meglio tornare alle classi separate. Meglio: scuole separate.
Alla base dell’articolo andrebbe detto che comunque la scuola ormai è inutile ed anzi nociva in quanto insegna solo il femminismo, il qualunquismo e la totale assenza di valori. Pensate se esistesse un prof. che dicesso l’1% di quello che ci diciamo qui. Sarebbe fucilato.
Ergo, a parer mio la vera unica soluzione per chi ha la fortuna di avere figli è l’homeschooling che pochi lo sanno ma negli USA è una realtà con milioni di studenti (soprattutto i deplorabili ovviamente, chi respinge le ideologie di sinistra che anche lì permeano il sistema scolastico) educati a casa dai genitori.
In merito alla separazione delle calssi, in ogni caso non la trovo utile perché Mr Under 7 avrà in ogni caso una vita di merda. Meglio capirlo fin da bambino che le vaginomunite hanno tutto il potere. Se sei un Tommy, invece, goditela fin da piccolo come se non ci fosse un domani. Ciuccia tutte le tettine sode che noi brutti non abbiamo potuto avere mai.
Vorrei darvi alcuni spunti su una cosa che sembra ormai data per certa, cioè quando quando all’interno di un gruppo il numero di donne supera un certo livello le cose non possono che degenerare. Di contro nelle classi di soli maschi sembra che le performance scolastiche tendano a migliorare.
In particolare si è riscontrato come nelle scuole (scuole superiori e college cioè università) quando il numero di donne diventa predominante queste aumentino la competizione per attrarre i migliori maschi presenti, essendo però questi pochi costringe le donne a raggiungere vette di promiscuità che non vengono raggiunte a percentuali inverse.. cioè quando le donne sono in minoranze queste assumono un atteggiamento assai riservato e attento circa il loro comportamento sessuale.
Questo confermerebbe la teoria RedPill.
Prendiamo un periodo universitario con 1000 individui 750 donne e 350 uomini la dinamica sarà sommariamente questa (usando la regola 20/80 delle app di dating).
750 * 80% = 600 donne che seguono uomini “decenti”
350 * 20% = 70 uomini ritenuti esteticamente “decenti”
Così avremo circa 9 donne che inseguono 1 uomo. Volendo però dare credito al fatto che ci possano essere chad particolarmente belli forti catalizzatori e il paradosso dell’abbondanza, alla fine direi che gli uomini che “riescono a fare centro numerose volte” saranno solo il 10% degli iniziali. Cioè 35 uomini per 600 donne disponibili.
Risultato:
35 uomini felici.
35 uomini sempre felici ma con meno occasioni.
280 uomini misogini perché soli, illusi, misoginia come difesa psicologica.
245 donne ego-boostate per essere state col chad (7 per ognuno dei 35 chad) ma anche tristi perché il chad le ha “scaricate”, quindi misandriche “gli uomini sono tutti dei bastardi”
70 donne felici, 35 sono quelle che sono arrivate 8ve e stanno “adesso” con il chad.. ma è questione di tempo.. poi le altre 35 che si sono messe con i mini-chad scendendo a compromessi.
435 donne che brutte o timide o che comunque non hanno vinto la battaglia con le altre e sono rimaste da sole, quindi hanno optato per la misandria per auto-assolversi dal proprio fallimento.
risultato: 435+245 = 680 misandriche
Notare che tutti i testi tendono ad incolpare non le donne per il loro comportamento ma piuttosto gli uomini, o meglio quei pochi chad, che trovandosi in una situazione di superabbondanza e disponibilità hanno l’ardire di permettersi di avere degli standard, di andare con più donne ma non con tutte.
https://news.harvard.edu/gazette/story/2000/10/female-monogamy-is-fiction-not-fact-hrdy-says/
https://www.straight.com/blogra/ratio-more-women-and-fewer-men-university-campuses-leads-more-promiscuous-sex
https://money.com/college-gender-ratios-dating-hook-up-culture/
https://www.timescolonist.com/life/promiscuous-men-and-women-lose-respect-from-college-peers-study-4558798
https://inspiyr.com/the-new-booty-call-changing-roles-of-college-women/
https://www.glamourmagazine.co.uk/article/single-sex-school-affected-relationships
Questa racconta la sua storia ed è interessante perché accusa di essere stata in una scuola di sole donne affermando che l’ha frustrata perché non potendo ipergamare a sufficienza con gli uomini (considerati quasi dei fazzoletti usa e getta utili per la sua maturazione) non ha potuto sviluppare le sue capacità relazionali.
Quando è andata all’università (comunque con numero di uomini/chad in minoranza) ha dovuto in qualche maniera imparare e quasi umiliarsi dovendosi avvicinare a questi uomini (i chad) per arrivare a risultati subendo le loro critiche e lo scontro con le altre donne (bellezza, promiscuità).
Men were these slightly mythical creatures we had to lure in like sirens. Whenever we did come into contact with the opposite sex – social gatherings, mixed inter-school sports events, the village shop – it was rare and controlled. The competition amongst us girls was high, and it was ruthless. If you were not the stand-out ‘pretty girl’ (which I was not), these situations were deeply uncomfortable.
Alla fine la sua soluzione quale è?.. ma ovviamente le classi miste.. con l’unico e chiaro scopo di aiutare le donne a migliorarsi mentre usano gli uomini come cavie.
That’s why I think the co-ed environment allows women to develop an authentic social foundation with men, so that being around the opposite sex feels natural. Growing up alongside each other, you can develop skills in communication, boundaries and respect. That’s why the solution to rape culture isn’t gender segregation; it’s teaching our young men about how to respect women and girls as a compulsory part of their sex education in school.
Questa psicologa invece ha scoperto l’acqua calda. Naturalmente sempre in ottica femminile. Cioè che per riportare un equilibrio nelle la relazioni a scopo LTR tra sessi occorre che le donne la smettano di darla via in quantità industriale. Ovviamente lei vede solo lo svantaggio delle donne, il famoso 80%, a favore del 20% degli uomini. In realtà quello che dice è che le donne dovrebbero smetterla di darla facilmente ai chad e agli alfa, questo per impedirgli di entrare in “god mode” e quindi di permettersi degli standard nei confronti delle donne o addirittura di non sentire la necessità di impegnarsi con loro (ma come si permettono?). Molta della sua terminologia è redpill senza volerlo anche se la base e le conclusioni non lo sono.
https://www.psychologytoday.com/intl/blog/dollars-and-sex/201402/policing-female-sexual-behaviour-the-sake-marriage
D’accordo su tutto. Questo tipo di problemi non verrà mai affrontato da una società iperfemminista come la nostra.
Condivisibile… io dividerei le classi anche per QI o attitudine/voglia di apprendere (e non solo di essere promosso).
Io ero letteralmente un genio, e sono stato fortemente rallentato da ragazzi/e che a stento comprendevano un testo scritto. Che va detto sono la stragrande maggioranza, in ogni classe credo ci sia a stento un 5-10% di talenti.
Le differenze tra uomo e donna sono le più grandi nei paesi liberali. Non esiste alcuna mascolinizzazione della donna. Basta con questa puttanata boomer.
Per il resto pienamente d’accordo…
A mani basse uno degli articoli più belli di questo blog. Mi sembrava quasi di rileggere la mia adolescienza invece che quella di un altro ragazzo come me.
Evidente che siamo una variabilie: può cambiare il tipo ma per i sub7 le dinamiche raccontante sono una costante.
Io da “ex bullo” confermo e sottoscrivo, gli anni delle superiori sono difficili per tutti ed io, all’epoca, arrivavo da una scuola media fatta in un contesto sociale poco raccomandabile, pertanto avevo capito che l’unico modo per attirare le vaginomunite e non essere un emarginato era comportarsi come un animale.
Risultato: ho comunque scopato poco, ma sono passato dall’essere uno sfigato ad essere quello “figo” con cui le persone volevano stare.
Ho rovinato l’adolescenza di più di qualche compagno di classe, secondo il semplice principio del “Mors tua vita mea”, non me ne vanto di certo sia chiaro… Ma all’epoca proprio come descrive Red, ho assunto un protocollo dettato dalle circostanze piuttosto che dalle mie volontà.
Inutile dirvi che dopo 6 anni di superiori, mi sia laureato a pieni voti, e che ad ingegneria, insegnano poche donne….
Tanto per rientrare un po’ più in tema con la discussione, a mio parere potrebbe essere interessante sentire qualche esperienza di quelli/e che hanno avuto a che fare con classi in cui un sesso è una sparuta minoranza rispetto al totale (insomma, non più del 20%). Capita di frequente ad esempio che agli istituti tecnologici ci sia un numero di ragazze per classe che si conta sulle punte delle dita, e lo stesso a parti invertite ai licei linguistici, delle scienze umane oppure agli ex istituti magistrali.
Così come gli uomini sono sparuta minoranza all’università in facoltà come lettere o lingue. In tempi pre-social, era idea diffusa che un ragazzo per non “rimediare” con l’altro sesso nelle citate facoltà doveva essere proprio esteticamente messo male e/o con serissimi problemi relazionali.
In contesti in cui un genere è raro, quasi sempre le dinamiche prendono pieghe “particolari”…
Penso che non sia giusto togliere esperienze di socializzazione tra sessi quando già sono sempre più difficili dato che si sta sui social sempre di più.
Poi che ad alcuni faccia male è vero…
Dopo aver letto diversi articoli di questo blog mi stupisce parecchio il fatto che l’autore, una persona che dimostra sempre grandi capacità di analisi, raffinatezza di ragionamenti, spirito di osservazione, brillantezza nell’esposizione di idee argomentazione….abbia un passato da “incompreso” sul piano del rendimento scolastico.
A pensarci meglio però…rifacendomi anche alla mia esperienza….diciamo datata…..c’è un fatto indiscutibile che ha sempre caratterizzato la scuola italiana: l’assoluta autoreferenzialità della classe insegnante.
A prescindere dagli atteggiamenti delle compagne di classe femmine, trovo che la cosa più grave (ossia quella che mi ha fatto più incazzare) nella lettura empatica del racconto sia proprio l’atteggiamento degli insegnanti (soprattutto le insegnanti).
Si perché le ragazzette tutto sommato hanno il diritto di spompinare e darla via a chi vogliono…ma le insufficienze e le bocciature sono le insegnanti che le danno. Persone adulte e per la quale non esista la giustificazione della regola LMS a farla da padrone.
Purtroppo dare il potere a certe persone di giocare con la vita degli altri (perché è di questo che stiamo parlando) porta a queste conseguenze.
Quando poi la vita è quella di ragazzi ancora non formati nella loro personalità….ancora peggio.
“Ricordo le risate della mia prof. di inglese quando le dissi che da grande avrei fatto l’imprenditore.”.
Avessi detto che volevi fare il fotomodello o l’attore che fa la parte di Richard Gere nel remake di ufficiale e gentiluomo (visto che stiamo parlando dell’ultimo classificato nella liste del più bello della classe) avrei potuto anche capire le risate……ma da quando in qua per fare l’imprenditore occorre essere belli?
Berlusconi è bello? Briatore è bello? Suvvia…..
Ridere di questo significa dire a una persona: “tu non vali un cazzo…e quindi nella vita non farai mai un cazzo” E perchè? Perchè l’ho deciso io….
Ecco…fatte queste premesse, se posso permettermi un appunto rispetto al tuo racconto ti direi questo:
Da quello che scrivi traspare molta sofferenza per l’atteggiamento delle tue compagne di classe…..per la sottolineatura del tuo aspetto fisico…ma secondo me il “danno più grave” che ti ha fatto la scuola te lo hanno fatto le insegnanti donne come quella prof.
E tutto sommato il problema te lo sei posto anche ti stesso da solo…..in particolare quando dici: “Come sarebbe stato se avessi avuto professori in maggioranza uomini? Che studente sarei diventato se il mio aspetto fisico non avesse in nessun modo inciso sul mio successo tra i compagni? Sarei stato il più tosto, il più simpatico, il più forte a braccio di ferro? Non lo so.”.
Provo a darti io una risposta……
L’insegnante donna non è in grado di apprezzare quelle doti umane tipicamente maschili come per esempio “avere le palle”, essere leale, fare gruppo…insomma tutti quei concetti da “spogliatoio maschile” che spesso vengono interpretati come arroganza o lazzaronaggine/mancanza di rispetto per l’insegnante.
Quindi la risposta secondo me è si…..probabilmente saresti stato uno studente diverso, nonostante il fatto che le ragazzine della tua classe non te l’avrebbero data comunque….
Ma il problema sarebbe stato meno grave…
Questo post contiene una marea di cose errate e fa malissimo alla causa redpill. Mi spiace per le crudezze che ha dovuto passare l’autore ma la sua visione della realtà è totalmente distorta e i suoi consigli nocivi.
L’articolo tocca anche alcuni argomenti condivisibili (il disagio dei giovani maschi nella scuola femminista e occidentale), ma si basa su un presupposto sbagliato.
Che le ragazze siano più brave a scuola è vero solo “mediamente”.
Se si opera un’analisi del secondo ordine si scopre che, in compenso, i ragazzi hanno più “varianza” nel rendimento scolastico (così come in tante altre cose).
E quindi fra loro si trovano certamente la maggioranza dei somari, ma pure quella dei “top students”.
Detto a beneficio dei pochi lettori che non siano anche ingegneri: la varianza è la media del quadrato degli “scostamenti dalla media” ed indica, quindi, quanto la variabile tende statisticamente ad oscillare attorno al valore medio.
Rubando l’immagine di un indimenticabile seminario di statistica: ci sono due uomini che camminano lungo la linea continua che separa i due sensi di marcia di una superstrada molto trafficata. Uno è sobrio e l’altro ubriaco. La media è la stessa e dice che si salveranno entrambi. La varianza è diversa e ci dice che, invece, forse il sobrio si salverà, ma l’ubriaco, molto probabilmente, finirà investito.
Se approssimamo la distribuzione statistica delle doti di studio come una variabile gaussiana, vediamo subito che, anche con una media più bassa,
è possibile avere una più alta probabilità che la variabile sia maggiore di un certo valore, se maggiore è la varianza.
Questo è stato spiegato una volta da uno sfortunato rettore di Harvard, il quale ha giustificato così il fatto che, sebbene mediamente le ragazze conseguano voti migliori, siano comunque in prevalenza maschi gli studenti top che certe facoltà prestigiose richiedono.
Ovviamente, per aver detto la verità, venne costretto a dimettersi.
Come al solito: se le femministe proclamano la “superiorità femminile” osservando una media superiore stanno solo “leggendo i dati”, mentre se qualche uomo spiega un “gender gap” con qualcosa in contrasto alla narrazione vittimistica del femminismo è “maschilista”, “retrogrado” e “mistificatore”. Anche se sta solo dicendo (dati alla mano) che c’è una varianza diversa in due gaussiane.
Non si sta dicendo nulla sulle singole persone (che sono appunto variabili aleatorie da non giudicare prima di conoscerne il valore).
Non si sta infondendo un pre-giudizio. Non si sta parlando di “superiorità” (men che meno biologica, come invece hanno fatto per anni proprio le nazifemministe prima di abbracciare oggi la teoria gender!).
Non si sta dicendo “tutti gli uomini sono meglio in quanto uomini” (come invece di fatti fanno le eco-femministe quando identificano le donne con il progresso e la pace). Si sta solo facendo una rilevazione statistica (dove l’analisi del prim’ordine, essendo favorevole alle donne, viene divulgata, mentre quella del secondo ordine, essendo favorevole agli uomini, viene taciuta).
Nessuno dice che non è possibile avere una donna molto dotata (anche la più dotata in assoluto, magari), ma solo che, statisticamente, è più probabile avere una maggioranza maschile nel gruppo dei più dotati.
E questo, se ci pensiamo, è assolutamente “ragionevole” dal punto di vista della selezione naturale.
Se, come ci ha più volte spiegato il Redpillatore (che sempre sia lodato il suo nome), i maschi si accoppierebbero con (quasi) tutte le femmine, mentre le femmine puntano al top-5% dei maschi, allora la Natura, avendo a cuore la propagazione e la selezione della specie, dovrebbe proprio (se fosse un ingegnere progettista) distribuire più o meno equamente le doti fra le donne (giacchè quasi tutte si riproducono e tramettono i propri geni) e invece in maniera “polarizzata” fra gli uomini, crendo alcuni molto dotati (che, trasmettendo i propri geni, miglioreranno la specie) e tanti sotto la media (che tanto, non riproducendosi, non lasceranno traccia, restando biologicamente inutili). E questo con quasi tutte le doti.
Anche l’esperienza quotidiana mi suggerisce che, se pur i 5/6 del nostro genere (insomma: i bluepillati) è costituita da imbecilli (la percentuale è azzeccata da Schopenhauer), il rimanente sesto (e cioè noi, ahahah) ha tutto il dantesco senno per garantire spesso al nostro genere il primato in quanto davvero fa compiere salti di livello qualitativo all’umanità (esagerando un po’, Oscar Wilde diceva “nessuna donna è un genio”, significando in maniera impropria come gran parte della genialità, nell’arte come nella scienza, sia stata sempre maschile, e non certo per le ragioni addotte dalle femministe, bensì, appunto, per la diversa distribuzione statistica – più variabile nel caso maschile – delle doti, oltre che per le diverse motivazioni alla base delle scelte personali, come ad esempio quella di vivere per anni chiusi in casa cercando di dimostrare un’equazione, perché tanto là fuori il mondo è pieno solo di stronzette che se la tirano).
Tornando a doti solo in parte naturali, come quelle necessarie a primeggiare a scuola e nello studio, è assolutamente un bene diventino una discriminante nell’attrattiva sessuale fin dall’adolescenza.
L’intelletto, “la capacità e l’ordine del dire”, e l’altre cose necessarie nello studio
devono poter essere sfoggiate con l’altro sesso, specie da parte degli uomini nei confronti delle donne, privilegiate dall’apparire belle anche quando non lo sono (per l’illusione suscitata dal disio maschile).
Insomma, non è affatto negativo che le classi siano miste. E’ negativo che “virtù e canoscenza” non siano imposte come valori tali da conferire lo status di “alpha” ai maschi più meritevoli e dotati nello studio!
Ma di questo voglio divertirmi a parlare nella mia risposta ad Anonima (ex-gardaland, ex-provinciale, ecc.), perchè questa volta (dopo tanto tempo che la leggo distrattamente), con le sue prescrizioni sull’abbigliamento femminile, si è meritata un mio intervento (molto più dell’autore di questo criticabile post, che non commento oltre, essendo dello stesso parere del venerabile Osservatore Romano).
P.S.
Se può valere la mia esperienza: liceo scientifico con maggioranza maschile sia fra il corpo docente sia fra gli alunni. Risultato: classe ancora oggi ricordata (non tanto per i voti di profitto, ma per la vivacità intellettuale) dal preside in via di pensionamento (dopo più di vent’anni), alla maturità ben sei sessanta/sessantesimi (tutti maschi) su 18 alunni (praticamente un record: se qualcuno mi legge mi riconosce). Alla faccia di chi dice che i maschi non sono fatti per la scuola!
Ma, a onor del vero, io ero al top anche alle medie con maggioranza femminile fra prof e compagni.
E lo sarei stato anche dopo, in quel “monastero” che era ingegneria a cavallo del passaggio di millennio.
Sono divenuto apatico, svogliato e depresso qualche anno dopo, avendo visto tutta l’eccellenza nello studio come inutile ai fini dell’ottenimento di denaro, status e gnocca.
Ma sulla depressione hanno influito molto dinemiche virtuali, stronzaggine femminile e shit-storm mediatico nazifemminista.
Forse difetto dell’autore è di attribuire alla scuola la causa di un male che è nella società e nei media, più che fra le scollature e le minigonne delle compagne.
A scuola studiavo, e mi sono divertita pazzezascamente anche grazie ai ragazzi. Anzi, con il senno di poi se frequentassi ancora il liceo mi divertirei ancora più pazzescamente di quanto non facessi già.
Quindi no, non sono d’accordo con l’articolo: le classi miste sono stimolanti e variegate. Rendono gli anni di scuola molto meno noiosi di quanto altrimenti sarebbero.
A mio parere, un autogol clamoroso e mi auguro che dopo attenta riflessione venga rimosso.
Una zuppa di concetti dove i nessi causali sono andati in ferie permanente e se ci sono si ritrovano aggrovigliati ad penem.
Nessuno tra l’altro ha impedito all’autore di arruolarsi nell’esercito (o nella Legione Straniera, l’equivalente militare dell’Erasmus) dove i suoi amati “valori virili” sono sicuramente apprezzati, tenuti a modello di riferimento e le camerate miste improbabili.
Sul “tirare fuori il cazzo” non scommetterei ma chissà…
Per primo l’autore stesso mi pare che sappia che il ritorno a classi monogenere sia impensabile. Al di là delle sensate critiche che questo semplicemente ritarderebbe certi disagi ed imbarazzi che cmq si verificherebbero in anni più tardivi, che senso avrebbe una classe di tutti ragazzi o tutte ragazze se in ogni caso nella scuola ci sono entrambi? Bisognerebbe quindi pensare a scuole interamente femminili o maschili, ben lontane tra loro, esclusivamente con insegnanti e personale ausiliario di donne le prime e di uomini per le seconde.
Personalmente credo che, fermo restando che si potrebbe pensare alla possibilità di scelta come accade in qualche paese anglosassone (che cmq non mi sembra che risolvano certi problemi e disagi), si potrebbe considerare l’introduzione di alcuni “correttivi”.
In primis, le divise scolastiche: niente di troppo scomodo, costoso o impegnativo come in alcuni paesi anglosassoni o in Giappone, ma un set “felpa per l’inverno/polo per l’autunno e la primavera + jeans né strappato né troppo aderente”. Poi, per le ragazze, obbligo di capelli raccolti e divieto dell’uso di make up e gioielli/bigiotteria. Penso che qualche disagio verrebbe almeno un po’ contenuto.
Per il resto, immagino che ciò che sto per scrivere verrà considerato come femminista e “petaloso” e probabilmente riceverà molti pollici in giù ma il mestiere dell’insegnante è diventato prevalentemente femminile già da molto prima del femminismo anni 60-70. Si è cominciato con la Seconda Guerra mondiale, quando molti uomini erano impegnati in battaglia. Poi c’è stata un’esplosione in tal senso negli anni del boom economico, in cui molti uomini hanno incominciato a considerare che con i loro titoli di studio avrebbero potuto fare lavori più prestigiosi e redditizi dell’insegnante. Insomma, se si vuole una scuola in cui ci sia una maggiore presenza di docenti uomini, bisognerebbe pensare in quei contesti forse a “quote azzurre”, oppure a rendere in qualche modo più appetibile il lavoro dell’insegnante ai loro occhi. Certo che non si può pensare di pagare di più gli uomini rispetto alle donne, perché sarebbe una disparità anticostituzionale.
Un motivo di più per non mettere al mondo figli: pensare a come sarebbe la loro adolescenza.