Nel 2007 un mio amico andò in auto in Albania per festeggiare il matrimonio di un suo dipendente, nella cittadina di Kavajë, 50 km di distanza da Tirana.
All’epoca era un viaggio piuttosto insolito per un italiano. L’Albania già da un po’ aveva cominciato ad affacciarsi al mondo dopo quarant’anni di isolamento comunista, tuttavia in Italia si sapeva ancora poco di questo Paese e dei suoi abitanti dalla bizzarra testa quadrata.
Appena varcata la frontiera, il mio amico trovò quello che al suo ritorno mi descrisse come “il medioevo”. Il panorama era lugubre e desolante: case dissestate, gente che girava ancora col carretto, una sensazione generale di arretratezza e pericolosità. La povertà era tangibile.
Pochi chilometri dentro il confine e capì immediatamente come mai negli atlanti degli anni ’90 lo stradario albanese era praticamente indecifrato e a chi voleva andare in Grecia partendo dall’Italia veniva suggerito di aggirare il Paese: le strade praticamente non c’erano.
In mezzo a questo scenario quasi surreale, i suoi compagni di viaggio gli diedero un unico stravagante ma prezioso consiglio di sopravvivenza: non guardare le donne.
La società albanese, ancora in gran parte rurale, era molto rigida e conservatrice. La sessualità era repressa e le donne si sposavano giovani e vergini, nei paeselli di montagna erano ancora diffusissimi i matrimoni combinati. Gli uomini non gradivano che le loro parenti venissero avvicinate da estranei. Il tempo in Albania sembrava essersi fermato.
Enver Hoxha, controllando dispoticamente e paranoicamente lo Stato per tutti quei decenni, aveva creato una nazione fantasma, completamente ignorata dalla comunità internazionale e rimasta ferma alle sue tradizioni secolari. Un ecosistema completamente isolato dall’esterno.
Quando il comunismo finì, ebbe inizio quello che oggi possiamo considerare un vero e proprio esperimento sociale su larga scala.
Fast forward di un decennio.
Lo stesso amico torna in Albania per lavoro. Il Paese è diventato irriconoscibile. Boom edilizio, nuove strade dall’asfalto perfetto, alberghi e strutture ricettive per accogliere turisti da tutta Europa, edifici sfavillanti. Si stabilisce a Tirana: un bordello a cielo aperto.
Ovunque ragazze che girano per strada vestite in minigonna da zoccolette. Sono perlopiù studentesse universitarie, che hanno lasciato la famigliola al paesello e sono andate nella capitale con la scusa di studiare, ma una volta lontane dal giudizio dei compaesani si lasciano andare al carosello. Del resto si sa, tra mandare una figlia a battere o mandarla all’università l’unica differenza sta solo nel numero di cazzi presi: nel secondo caso sono molti di più. Nel week end le rizzacazzi riprendono l’autobus e ritornano dal papi a recitare la parte delle santarelline.
La vita notturna di Tirana è da delirio, anche per la tipa con i migliori propositi dopo un po’ è impossibile non finire nel vortice. La coca si trova facile, la paghi anche meno di 20 euro al grammo senza difficoltà, alcol a fiumi. Per i soliti noti è diventato il paradiso, per tutti gli altri è finito il sogno illirico di poter trovare ancora una moglie bianca vergine: se lei ha un imene quasi sicuramente è ricostruito. Tirana ormai sta all’imenoplastica come Istanbul sta al trapianto di capelli.
Tutto questo in soli 10 anni. Come è potuto succedere?
L’acqua prende la forma del contenitore che riempie.
La natura delle donne non è statica. Esse si adattano al contesto sociale in cui sono inserite e da questo cercano di trarne il migliore vantaggio possibile. In un contesto di povertà dove la vita è dura le donne si sforzano di trovare un uomo che le protegga e che offra stabilità economica ed emotiva, in un contesto di benessere e ricchezza dove la sopravvivenza è già assicurata le donne si abbandonano all’edonismo e puntano a uomini esteticamente attraenti.
L’Albania è passata dal primo contesto al secondo in pochissimo tempo.
Gli albanesi sono andati in giro per l’Europa a fare fortuna, con il lavoro hanno migliorato la propria condizione e si sono adattati ben presto al nuovo benessere acquisito, rammollendosi e lasciandosi assorbire dal modello di vita occidentale. Le rimesse degli emigrati più gli investimenti stranieri hanno portato notevole ricchezza nel Paese e ciò ha portato ad una rilassatezza dei costumi.
E’ il classico ciclo che l’etologo Joseph Unwin spiegò nel suo libro sex and culture (1934), e di cui ho già parlato all’articolo sullo slut shaming e si basa su quattro passaggi:
- la società si sviluppa all’interno di un contesto patriarcale e monogamico, dove vige controllo sessuale
- Raggiunge l’apice del suo sviluppo
- il benessere porta ad una rilassatezza dei costumi e la società degenera moralmente
La degenerazione morale della società albanese è lo specchio di questo repentino mutamento. Gli uomini più scaltri e spregiudicati hanno utilizzato il clientelismo, la corruzione e l’abusivismo per prendersi ciò che potevano. E con l’aumentare della disuguaglianza economica e sociale la criminalità organizzata è dilagata al punto di essere ormai fuori controllo.
Da almeno 6 mesi i giornali internazionali denunciano incessantemente la preoccupante ascesa della mafia albanese, che si appresta a diventare la più potente in Europa.
Il mercato sessuale albanese si è trasformato sulla falsariga di quello economico, per cui gli uomini con il maggior potere sessuale arraffano più figa possibile, lasciando agli altri le briciole.
E’ poi entrato in gioco un altro importantissimo elemento: internet.
Non molti sanno che l’Albania è sempre stato un Paese piuttosto all’avanguardia in settori come la tecnologia della comunicazione.
Viene ricordato con nostalgia Dritan Hoxha (nessuna parentela con Enver), il genio visionario fondatore di Top Channel, la più grande rete televisiva del Paese.
Ex emigrato in Italia, prima di morire nel 2008 a 39 anni schiantandosi con la sua Ferrari, Hoxha costruì in poco tempo un impero mediatico, creò piattaforme digitali e portò la tv ad alta definizione in Albania in anticipo rispetto agli altri Paesi europei.
Oggi, prima che in altri Paesi, in Albania si sta assistendo all’inevitabile transizione dalla tv ad internet.
Mentre in Italia si diventa ancora famosi in TV e poi casomai si ottiene un seguito sui social, in Albania il focus è già spostato su internet.
Ci sono interi programmi televisivi che si basano sul gossip di instagram. E’ ormai la tv a inseguire gli influencer, non il contrario.
E la tendenza è ormai chiara: più i social permeano la vita della donne e più si diffonde la promiscuità.
Perché 1) aumenta il numero di uomini con cui le donne entrano in contatto e di conseguenza i potenziali uomini di alto livello con cui possono andare, uomini che magari prima erano inaccessibili 2) viene garantito l’anonimato e quindi si può fare tutto di nascosto senza subire conseguenze sociali.
Internet è un amplificatore estremo e ha la capacità di velocizzare incredibilmente i cambiamenti sociali. Ecco quindi che un cambiamento di costumi come quello albanese, che ci si sarebbe aspettato potesse avvenire solo in alcuni decenni, con internet ha richiesto il tempo di una generazione. L’esperimento sociale è riuscito.
Io credo che l’elemento in comune sia l’essere entrati in un epoca di fortissimo e sfrontato individualismo, in cui ognuno fa i suoi interessi, e nessun impegno relazionale viene percepito come “serio”, indissolubile, o comunque un qualcosa che non deve essere messo in dubbio troppo facilmente. Ognuno fa i suoi interessi, non si sente in colpa nel farlo, non ritiene di star facendo qualcosa di sbagliato (e parlo da ateo che vede il matrimonio come una trappola legale, tipo truffa che sfrutta le zone grigie della legge per non essere definita tale, quindi non credo di poter essere definito tradizionalista e conservatore, mi limito ad osservare). Magari qualche pezzettino di vita si trascorre assieme, magari anche qualche momento considerato genuinamente bello da entrambe le parti coinvolte, ma, fondamentalmente, si sa che “io non rinuncerei alla mia felicità per te, tu non rinunceresti alla tua felicità per me”, e appena le cose non sono più rose e fiori, o quando si presenta una occasione ghiotta, ci si può sempre tirare fuori dagli impegni presi. Il che, per rimarcare l’ovvio, lascia riflettere su quanto senso possa avere per un uomo prendere di proposito impegni legali (svantaggiosi per lui) nei confronti di una donna.
Questo è un punto di non ritorno, una volta che una società è piena di individui che ragionano in maniera individualista e post morale, in cui l’unico tipo di legame che veramente viene preso molto seriamente è quello genitore – figlio (e non sempre), non si può più fare affidamento sugli ideali altrui, sull’impegno preso, sulla fiducia, sulla parola data.
Non sto dicendo che le sole donne siano individualiste e prone a fare i propri interessi (si parla in maniera statistica ovviamente, chiaro che esistono ancora persone che aderiscono a dei valori di qualche tipo e il cui prendersi un impegno a lungo termine conta veramente qualcosa), sto dicendo che tutti lo sono, maschi compresi. Ormai nell’inferno, nelle punizioni divine e dell’universo, e in Gesù che ti guarda male mentre flirti con qualcuno che trovi più attraente del tuo partner non ci crede più nessuno, o comunque non ha praticamente peso all’atto pratico, solo che le donne hanno molto più potere degli uomini nel mercato sessuale / relazionale, per colpa della “sete maschile”, che va a rendere un bene per cui c’è altissima domanda. Noi siamo capitati dalla parte perdente del mercato, ma il non avere più una morale (seria, che sia predittiva di come una persona si comporta quando deve scegliere tra fare il proprio comodo e fare la cosa che ritiene essere giusta) è una cosa comune un po’ a tutti. Ognuno per sé, mai vero come in quest’epoca.
La colpa è del 100% dei social ragazzi miei, che hanno spinto il potere sessuale delle donne alla velocità di accelerazione della lamborghini huracan. Una figa albanese che vive sui monti che fino a 15 anni fa sarebbe stata promessa in sposa a Ilir il muratore ora si becca validazione da chad top level e ha 20k followers su instagram. Personalmente credo inoltre che le ragazze albanesi di ultima generazione siano tra l’altro più “globalizzate” pure delle italiane, conoscono meglio l’inglese in quanto molti film non vengono doppiati (l’albania ha solo 3 milioni di abitanti) e sono più inclini ad andare all’estero in quanto provenienti da un paese che non offre molto economicamente e figlie di un popolo abituato alla migrazione.
Sono albanese cresciuto in Italia e ritornato a vivere in Albania dopo l’impoverimento della prima e del salario da fame che non permetteva piu di fare una vita con sviluppi decenti.
Non ho la testa “quadrata” e ho due genitori laureati quindi quindi non ho vissuto in una famiglia di mentalita rurale come ce ne sono tante nel mio paese. Posso dire che in Albania ce stato un comunismo che unito all’arretratezza precedente del paese ha prodotto conseguenze devastanti sulla vita delle persone.
La gente non aveva veramente niente e viveva nella speranza di poter evolvere economicamente quindi quando si e palesata la possibilita i poveri cristi si sono agrappati alle lamiere delle varie navi atraccate biblicamente nei porti italiani a inizio anni 90 quando in verita bastava avere un po piu pazienza e aspettare che la comunita internazionale per suo interesse cominciasse a investire nel paese.
Cmq il paese negli anni e cambiato come e giusto che sia uniformandosi grossomodo a quello che e il pensiero occidentale con le donne che hanno liberta nelle scelte cosa che non facevano prima e quindi possono ipergamare alla luce del sole senza che qualcuno le giudichi malamente.
Pero l’Albania non e il vietnam americano con i bordelli e la figa sbattuta in faccia a chiunque a poco.
In albania ancora non e facile scopare tanté che nei vari gnoccatravel e siti di consigli dove trovare figa ragiungibile a poco il Paese delle Aquile rientra nei posti sconsigliati perche difficile. Quindi secondo me l’articolo e un mix di verita e bugie che creano piu che un immagine reale un vero e proprio steriotipo del paese povero diventato carnaio a cielo aperto. Come le cosidette melanzane italiche anche se in minigonna non posso o essere chiamate le piu disinnibite d’europa in Albania peggio me la racconti perche sono cambiati i costumi ma non seguono a ruota anche le abitudini.
Sono appena tornata da una vacanza in Albania, che ho girato dal nord al sud in macchina da sola… Non ho mai visto le ragazze albanesi in minigonna, neanche a Tirana. Magari quelle si vedono dopo le ore 22…ma è normale quando si va in discoteca o a divertirsi vestirsi anche con la minigonna… Il paese è un cantiere aperto che si sta sviluppando in modo un po’ caotico, non ci sono regole. Purtroppo la sporcizia la fa da padrona ovunque e tante strade sono piene di buche ed in alcune città ci sono i dossi di cemento talmente alti che se non stai attento rovini la macchina. Su molte strade l’illuminazione è mancante. Mancano parcheggi e spesso le macchine sono ferme in doppia fila. A Durazzo o Tirana si viaggia a 20 o 30 km orari non di più per troppo traffico…
Nel lontano 2000 visse, per qualche tempo, vicino da me una famiglia albanese. Ricordo che erano molto arretrati e “selvaggi”, non tanto marito e moglie, quanto i figli adolescenti, proprio senza regole. Giocavano a pallone di sera per strada urlando, andavano al supermercato buttando la merce a terra per prendere quella che era dietro, sfrecciava come un pazzo in scooter; non avevano il concetto di regole, educazione, civiltà.
Un giorno vennero in casa e mi colpì che rimasero sorpresi che avessi gli elettrodomestici (forno a microonde, lavatrice, lavastoviglie ecc.) e infatti come vedeva un elettrodomestico diceva: “Hai la lavastoviglie? Ma te la vendi! Hai il forno a microonde? Ma venditelo!”. Conducevano una vita molto precaria, comprando e rivendendosi tutto.
Quel giorno, avevano da poco cenato e c’era in cucina un leggero odore di cibo; come entrarono, esclamò: “Ma che è questa puzza?” Gente che non conosceva il minimo senso di educazione e rispetto.
Ragazzi, state molto attenti a chiamare le cose coi nomi giusti. Se la societa’ moderna davvero stesse virando verso “l’individualismo”, come qualcuno l’ha chiamato, avremmo la vittoria dell’auto-affermazione, della volonta’ di potenza e dell’io critico-dialettico.
Avremmo magari tante persone indifferenti e che vivono per se stesse, ma probabilmente una gran quantita’ di grandi menti, capaci di pensiero indipendente, disciplinate e refrattarie al compromesso. Avremmo grandi leader, capaci di spingere il resto della societa’ verso livelli di etica, di morale, di unicita’ intellettuale superiori.
Quello a cui stiamo assistendo non e’ individualismo. E’ ATOMIZZAZIONE, e’ DISGREGAZIONE del nostro tessuto sociale e valoriale in pezzettini sempre piu’ piccoli. In pochi decenni ci hanno tolto i grandi modelli dell’individualismo, con la scusa del potere democratico (e demiurgico) della maggioranza.
Hanno depotenziato, neutralizzato tutte le istituzioni che, pur con tutti i loro difetti, polarizzavano e aggregavano, ci rendevano degni di un ideale, di una causa, di un desiderio che va al di la’ di noi stessi, piu’ grande della somma delle parti.
Ci hanno tolto il peso della scuola, il senso di appartenenza a una comunita’, a un credo, finanche a una famiglia. Come ha detto la Meloni, nel suo ormai viral-leggendario discorso di Verona, cosi’ soli e divisi non abbiamo piu’ la forza non solo di reagire al male che ci circonda, ma nemmeno di considerarlo tale.
Siamo solo in grado di esercitare reazioni basiche, pavloviane, agli istinti piu’ bassi. Siamo appena in grado di rispondere a comando. Che e’ quello che queste forze “diaboliche” (nel senso di “diabolous”, Colui che Divide) vogliono, anzi pretendono da noi.
Smettiamola di criticare albanesi, pugliesi (come me) e napoletani. Non saremo mai forti abbastanza da riportare i rapporti umani ai livelli di sussistenza fin quando non capiamo che siamo TUTTI e TUTTE vittime e siamo in discesa libera, chi piu’, chi meno velocemente.
Chissà le donne albanesi nate negli anni 80 e 90 quanta invidia provano verso quelle nate tra la fine degli anni 90 e il 2000 sapendo che se fossero nate 10 anni dopo si sarebbero trovate in un’altra società.
Non concordo sull’anonimato. Internet è peggio della televisione e, se per un secondo sei famoso su internet, lì rimane nei secoli a venire. Il punto è che non fa comunque alcuna differenza
Nei commenti su fb e qui alcuni hanno trovato eccessiva la descrizione che il redpillatore ha dato dell’Albania del 2007.
Premetto che non ci sono mai stato, però ricordo abbastanza bene che nel 2006 quando si doveva pensare a un paese povero e arretrato tutti pensavano all’Albania, da quello che ho sentito a quei tempi non si dava il quadro descritto qui, però ci si avvicinava abbastanza.
Un mio amico nei primi anni 90 ha attraversato in auto l Albania (ci siamo poi trovati al porto del Pireo) ed i suoi racconti del livello di sviluppo del paese erano allucinanti, peraltro documentati da foto ..e a proposito di donne raccontava che all epoca vedevi principalmente in giro vecchie o madri di famiglia …ragazze molto poche è mai da sole …da certi punti di vista sembrava il nord Africa !
Comunque un altro “punto” per il patriarcato e i suoi nostalgici sostenitori e miticizzatori: dieci anni sono stati più che sufficienti a spazzarlo via da un buco di culo peraltro a matrice islamica!!!
Mi ricordo che la sacra corona unita il loro business erano le sigarette contrabbando. Poi quando arrivarono gli albanesi, cominciavano a girare nelle piazze pugliesi molta droga arrivata da gommoni di profughi albanesi.
eh niente di nuovo, farò un discorso più generico, mai stato in Albania ma vista la stessa cosa in Korea, Vietnam e in Cina tra il 2000 e il 2010/19 totale degenerazione, costruzioni, strade, sopraelevazioni, aumento delle disparità, prostituzione, sfruttamento, macchine da tamarri, ad Hanoi ho visto costruire la metro costata un botto, non si sa le tangenti e ovviamente è inutile!.. usano tutti gli scooter mah!
Un tempo ti giravi e vedevi occhi interessati, curiosi, educazione, gentilezza, rispetto, innocenza. Dopo che arriviamo noi tutto viene bruciato in due lustri. Sguardi da dark-triad ovunque, la pelle messa in mostra aumenta, l’età dell’innocenza si abbassa, violenza, droga, arrivismo, adesso pure internet.. in tutto questo l’ipergamia femminile è solo uno dei più fulgidi esempi, insieme alla violenza dell’uomo che la segue di pari passo.. il bello che il tutto va a braccetto con l’accesso all’istruzione (università, ecc.. ) è curiosissimo.
Arrivi un giorno e c’è un viottolo magari un pò sudicio ma vivo e reale, 3 anni dopo c’è una Tesco di 5000mq e la gente con i carrelli e testa bassa sul cellulare che compra il riso a marca Nestlè 🙁 trovate la gente che compra le capsule Nespresso!
Il bello è che so che con il mio lavoro e con i miei viaggi sono proprio io tra i motivi/fautori di sto schifo. Poi penso che comunque sono anche loro a cercarti, le aziende tecnologiche offrono e loro chiedono. il benessere dato dalla modernità è una delle droghe più potenti che ci sia, non c’è verso.
E’ un ciclo e riciclo solo che un tempo avveniva più lentamente servivano generazioni, adesso è questione di pochi anni ma ad ogni giro si perde un pezzo di umanità.
Adesso sono a Tirana e tutto questo sbrago da parte delle donne non lo vedo affatto e non sono l’unico a notare che le donne qui non sono affatto facili da cuccare, gratis o a pagamento ( mi sa che è pure vietato offrire prestazioni sessuali a pagamento, credo ci sia la galera ). Ho girato altre città in Europa ed è molto più facile approcciarsi con le donna sia gratis che a pagamento. Un mio amico è andato a farsi un massaggio pensando di avere un massaggio “particolare” invece niente. Se vai in altre città Europee se sicuro di trovare centri in cui ti fanno un massaggio “completo”. A me, sinceramente, mi sono sembrate tutte persone molto serie. Io ho rifatto tutte e due le arcate dentali e devo dire di avere trovato persone, anche se giovanissime, molto qualificate, e tecnologia molto avanzata. Ragazzi e ragazze efficientissimi. Unico neo il rispetto degli orari un po’ elastico, ma visto i risultati ottenuti va bene lo stesso. Nei locali sono tutti gentili e si mangia molto bene. Per cui ritengo il popolo albanese meritevole di un grande rispetto e per popolo albanese intendo dire tutti, uomini e donne.
PURGE XENOS!
i XENO PORTANO GUAI!
Io vi parlo di due Sorelle Albanesi in Italia (una è la mia ex). Sono nate tutte e due negli anni Novanta (1994 e 1996) e sono fin da piccole cresciute in Campania a un 40 minuti di treno da me. La più grande l’ho conosciuta in Uni ed è stata la mia prima prima storia. Ragazza chiusa, introversa, fortemente devota, che ha sempre vacillato tra voler essere una buona madre o fare la suora e che non ha alla fine né amato il ragazzo prima di lei (al liceo) né me. Tutto è terminato mentre provava con me a spingersi dalla prima alla seconda base dopo tre anni
La seconda, arrivata in Italia quando aveva 2 anni, era dura, schietta, stronza, classica ragazza tra il Becky e la Stacy che a 16 anni andava in disco con vestiti attillati e scarpe coi tacchi con brillantini dorati e che a 17/18 partiva con le amiche in vacanza in Grecia. Ovviamente fumatrice. Ovviamente fidanzata con CEROZZ (cuozzo alpha con barba folta e capelli tagliati stile calciatori tanto del Napoli quanto della Salernitana)
Inutile dirvi che i genitori di loro fossero due albanesi medio moderati che si erano sposati ad inizio anni Novanta tramite amici in comune che avevano presentato lui, scapestrato ventenne figlio di un carabiniere locale, a lei, giovane campagnola alta e carina. Si sono visti una volta e parlati tra loro e hanno annunciato il loro fidanzamento (la mia ex mai ha voluto dire che stavamo insieme pur se per il suo carattere chiuso, per quello che facevamo, stavamo insieme) per poi iniziare i preparativi per le nozze e sposarsi subito dopo
In 20 anni in Italia cosa hanno creato? Una figlia insicura che dopo anni preferisce chiudere una storia che non sente perfetta (come se la madre in 1 incontro avesse capito tutto del padre) e che, pur se tradizionalista al massimo (alla fine i suoi le hanno fatto capire che doveva dirmi di No), mi propose di mettere il Doppio Cognome ahahahah e una secondogenita che poteva essere di Milano più che di Berat per modi di fare, frequentazioni e “voglia di divertirsi” (anche se poi ambedue si sono laureate, andando al nord e trovandosi lavoro, questo bisogna dirlo: sono sempre migliori delle melenzane italiche) che alla fine ha avuto come primo amore il classico CEROZZ (o ovviamente mi odiava perchè io non ero abbastanza per la sorella… insomma… mascella grassa, niente fisico da alpha, barba non folta e nessuno sguardo da tamarro di provincia leggermente acculturato)
Ecco l’Albania in due sue facce qui in Italia
A parte che stai facendo generalizzazione e perciò razzismo! E’ un articolo per sentito dire che trasmette tutte le becere cose dette e stradette 30 anni fa. Vivo qui e non credo si un bordello a celo aperto..Peggio per voi che siete rimasti 30 anni dietro.. Mercato del sesso? Perché in Italia non c n’è oppure non è possibile andare la sera a la ricezione hotel e “ordinare” 3-4 ragazze? Ma smettila..cazzone!
Quello che hai descritto non è individualismo ma consumismo allo stato puro, la piaga dell’occidente moderno. L’Albania ha subito un’ondata di globalismo più distruttiva e degenere del resto dei balcani in quanto l’era comunista ha cancellato ogni traccia di tradizione culturale imponendo il laicismo di stato. Le icone pop “albanesi” del momento sono l’emblema di un paese che ha perso le proprie radici e che quindi hanno venduto l’anima al miglior offerente, esattamente come il paese da cui provengono.
Mai fidarsi di uno straniero appena arrivato in Italia.
Una barista montenegrina (ok, non albanese, ma comunque abbastanza vicini), bella ragazza (sposata), mi colpì cosa faceva quando non era dietro il banco, ma magari in mezzo al locale a parlare coi clienti maschi…
Si faceva cadere il fantasmino e muoveva il piede (o tutti e due se era seduta).
Cosa che una barista non potrebbe nemmeno fare, a livello legale…
Le donne del est sono così, non c’è nulla da fare…
Beh, si potrebbe sempre tornare all’ Albania del 1988:
https://www.youtube.com/watch?v=yZD1jaKbz2g&ab_channel=ArianZhupa
Consiglio di vedere attentamente tutto il video, perchè ci sono molte delle cose che si vorrebbero qui: repressione sessuale, natalità alta, senso della famiglia, e via dicendo. Vorrei sapere però quanti sarebbero disposti a tornare a quell’epoca: zero immagino.
Grazie per quello che fai redpillatore
Ricordo che andai a Scutari nel 2007 e, nonostante fosse una città ad un tiro di schioppo da Tirana, con strade nuove in costruzione fra condomini che ancora esibivano fori di proiettili belli grossi, anche lì ci fu intimato di non guardare le donne e di non fare apprezzamenti sfrontati. Devo dire però, forse perchè in una città che già risentiva fortemente dell’impulso occidentale, già allora vidi ragazze vestite lasciando pen poco all’immaginazione, sopratutto le appena maggiorenni. Diciamo che, seppur in modo meno netto che in Italia, una tendenza era comunque notabile fin da quegli anni.
Ho sempre notato che gli albanesi hanno molto successo con le donne italiane. nelle nuove generazioni il fenomeno è ancora più evidente, anche se le ragazzine di adesso le vedo preferire i nordafricani.
Un’interessante articolo in parte rovinato da diversi aneddoti fuori luogo, uno su tutti la mafia “albanese” (così come la “mafia” dell’est europeo in generale) che è tanto albanese quanto la nduja ed il caffè espresso…
Su una cosa tuttavia concordo a pieno: l’agenda di monopolizzazione attuata dalle classi dirigenti woke, che sulla scorta di spregievoli iene iperfemministe quali Hillary Clinton, hanno in piano di ridisegnare a pieno la società in una cozzaglia iperfemminea dedita all’edonismo senza confini che sta distruggendo il mondo.
Questo sistema iperfemmineo ha una caratteristica comune che lo rende universale: il diniego assoluto del desiderio maschile, oltre che dell’identità maschile stessa. Il caso dell’Albania più che altro dimostra non tanto il rapido “sviluppo” delle donne del luogo quanto, più preoccupatamente, il tacito assenso dei propri uomini allo status quo globalista che viene ad imporsi su di loro ,promettendo false ricchezze condite con un po’ di infrastruttura e che porterà invece nel giro di 10 anni a divorzi record, famiglie distrutte, arrampicatrici sociali ovunque, figli abbandonati, e belle studentesse fichette iperfavorite dal sistema che non vorranno più gli uomini in quanto sia economicamente che affettivamente non ne avranno più bisogno.
Dobbiamo cominciare immediatamente a vivere partendo dal presupposto che la donna moderna ha deciso che gli uomini sono loro nemici (o cuckhold nei migliori dei casi) anziché loro partner.
Nel resto del mondo, se ne stanno già rendendo conto: dalla Bolivia all’ Afghanistan, dagli States al Mozambico, il mondo è in guerra contro l’iperfemminismo che ha deciso di disfarsi dei bisogni, dei piaceri, dell’identità, e anche della vita dei maschi di tutto il mondo.
Inutile dire che ingiustizia sociale e ingiustizia sessuale vanno di pari passo, e succedendo questo in un paese anarcoliberista come l’Albania, dove vince letteralmente il più spietato, c’è lo stesso livello di sorpresa che si avrebbe se Gascoigne morisse per coma etilico. Ma pazienza.
Barbari che si spacciano occidentali…
Gli albanesi sono sempre stati criminali: in Italia hanno sempre esercitato spaccio, prostituzione, immigrazione clandestina e contrabbando.
Peraltro, sono pure finti musulmani …
Anche solo coloro che avessero frequentato le loro escort negli anni ’90, si sarebbe reso conto di una aggressivitá di tali donne eccessiva.
Solo un uomo gamma, neanche un beta (provider), poteva avere la malsana idea di sposarsi una simile donna!
Fosse lei pure vergine. Cosa che, comunque, non era perchè l’incesto era diffusissimo: quasi nessuna compiva i 14 anni senza che uno zio, un fratellastro od un cugino ne approffittasse!
Ma cosa significa mettere in copertina le 4 pop star albanesi conosciute e apprezzate da tutto il mondo? Quale male hanno fatto? Siguramente questo articolo sarà stato pagato dai filo russo serbi
in linea di massima concordo sui cambiamenti troppo veloci di quella ma anche della nostra societa’ .ma francamente non mi auguro certo di tornare alla miseria ,alle coltellate ,alla baracche senza corrente e acqua ,alla tradizione della vendetta .
anni fa quando ero piu’ giovane ho fatto sesso con molte , molte donne ,(e non sono certo un chad ),cosa che nelle societa’ arretrate ( tipo sud italia anni 50 ) non sarebbe stato possibile assolutamente .
penso che bisogna impegnarsi un po’ ,essere gentili ,non pretendere troppo ,(se sei un 6 non puoi certo assaltare le 8 )essere se stessi ,non mentire troppo spudoratamente o nel caso essere molto bravi a farlo (farsi beccare è deleterio ).un punto su cui pero’ non si deve transigere è parlare chiaro, chiarire subito che sposarsi non è per te , e avere figli totalmente fuori discussione .con queste semplici regole non mi sono fatto fregare e mi sono divertito tantissimo .
Ma cosa centra la foto inizio articolo?
Le artiste che hai postato sono donne di immigrati albanesi e sono donne fatte da sole!
Il tuo articolo ci sta visto che essendo io figlia di immigrati albanesi e qui rivedo una mezza realtà sella situazione sociale delle donne albanesi ed a cosa sono costrette a fare!
Ma lascia stare le artiste della foto che fi questa realtà non hanno niente a che fare.
Mi fa schifo a leggere questo articolo.
Un articolo da 2007 che si scrive in 2022.
Ma scusa in Italia credete anchora qe e il piu bello paese come crede and l’America??
Se i Albanesi sono tutti criminali vuoi cosa avete fatto in America negli anni ’70 ’80 ’90??
Tutti i paesi hanno gli suoi problemi, e nessuno e perfetto.
Ma ricordati una sola cosa, mai e puoi mai non puoi trovare 2 persone che hanno la stessa esperienza con una cosa, e cosi non puoi dire che Albania fa schifo perche non piace a me.
Io sono stato in Italia a Napoli e non mi e piacuto, ma non poso dire che tutto l’italia fa schifo.
Che tristezza, che pochezza nel giudicare un popolo, e poi da chi!!! Questo è purtroppo il lato difettoso della libertà di parola : ogni “opinionista” scrive quello che gli passa per la mente, è nel caso concreto, infangando un paese intero. È gli imbecilli che commentano fanno ancora più pena, uno dice “barbari” un altro “delinquenti e finti islamici”, ma, ma. E vero che la madre dei cretini è sempre in cinta, ma ci deve essere un limite : Stare zitti, e meglio che aprire la bocca e togliere ogni dubbio.
Non toglierei nulla a questo articolo se cambiassi i nomi dell Albania e Scutari con Puglia e Napoli…stessi problemi di mafia, pulizia, sicurezza…. E poi mi ricordo della marina italiana che attacca una barca piena di donne e bambini e le affoga in mare, tradizione che continua da almeno 25 ani. Poi penso a quello che Saviano ha scritto in ‘Gomorra’ e dell esporto della Cosa Nostra in Albania. E poi, e poi … che gioia avere degli italiani vicini!
E niente, frustrato e misogeno fino all midollo. Un articolo fuorviante,scritto apposta per avere visualizzazioni. Giornalista mediocre e con una linea di pensiero patriarcale.