Volevo raccontarvi un episodio che mi è successo qualche giorno fa, dopo una breve premessa.
Sono stato KV (kissless virgin, ovvero non ho mai baciato una ragazza né tantomeno visto una vagina) fino alla tenera età di 21 anni (tipo 10 giorni prima del ventunesimo compleanno o giù di lì). Non è che ci stessi poi così male, ma in compenso avevo 2-3 amici che avevano tanta di quella figa da far spavento. Nei pochi anni di medie e superiori, avranno avuto letteralmente decine di ragazze, tanto che uno di loro mi disse che stava con una, ma poi se ne stufava dopo qualche settimana – dopo averla trombata, si intende – e quindi la mollava per poi averne subito un’altra, e il ciclo ricominciava. Pazzesco. Mentre io mi segavo e mi consolavo coi videogiochi, loro avevano cosi tante ragazze che si offrivano che dovevano pure scartarne alcune. Pazzesco davvero, ma le cose funzionano così, con tanti saluti alla liberazione sessuale che doveva garantire sesso per tutti. Sto gran cazzo.
Ritorniamo a noi, qualche giorno fa, era sera. Stavo per entrare nel portone di casa e vedo una ragazza molto bella, avrà avuto 17-18 anni, che si stava mettendo il casco. Sale sul motorino di quello che immagino fosse il fidanzato e sono partiti, immagino uscendo insieme, magari a cena. Stranamente la cosa mi ha davvero fatto stare male, era da anni ormai che non soffrivo per queste cose, eppure quella sera mi è davvero venuto il magone. Non so perché ma ho ripensato a quanto anche io avrei voluto una ragazza quando ero adolescente, non ne volevo decine come i miei amici, mi bastava una semplice ragazza con cui stare bene insieme, uscire insieme e divertirci condividendo un po’ di vita, ma purtroppo tutto ciò mi era stato negato. A dirla tutta la ragazza del motorino si vedeva lontano un miglio che era una pigna in culo, mi è pure dispiaciuto per quel poveraccio che doveva scarrozzarla insieme, quindi non lo invidio affatto. Però cavolo se mi sarebbe piaciuto avere una ragazza, quando ero adolescente. Stavo veramente male a vedere quanto fosse facile per i miei amici non solo trovare una ragazza ma anche cambiarla come se fosse un giocattolo, mentre per me non c’era assolutamente nulla.
Il fatto è che poi non ero nemmeno un brutto ragazzo, infatti dai 20 anni in poi mi sono un po’ ripreso e ho avuto anche io la mia – piccola eh – fetta di torta. Semplicemente ero molto sulle nuvole, bluepillatissimo, e abbastanza grassoccio e fuori forma. Se fossi vissuto già 5 km più vicino alla città, avrei potuto sviluppare molto di più le mie capacità sociali e se fossi stato in forma, sicuramente 1-2 ragazze le avrei trovate.
E qui sta il punto. Se per la distanza dalla città decidevano i miei (vi giuro, bastavano 5 km e la mia vita sarebbe cambiata), come facevo io adolescente a capire che se fossi dimagrito e avessi fatto sport, qualche ragazza l’avrei trovata? Nonostante l’infanzia e l’adolescenza siano due periodi fondamentali per l’individuo e il suo benessere, chi è che decide cosa fare? Bè, nessuno. Nell’infanzia e nell’adolescenza si va avanti a caso, tutti noi inconsciamente imitiamo chi abbiamo vicino, poi c’è che cerca di compiacere i genitori, chi cerca invece di andare contro ai genitori, e tutti più o meno cerchiamo di compiacere agli altri. Non c’è nessuna consapevolezza in tutto questo. Io avrò iniziato ad avere autonomia emotiva e decisionale verso i 20-25 anni, non prima. E ormai le esperienze adolescenziali erano quelle, e tanti saluti.
È questa la pillola amara che probabilmente non accetterò mai. Credo fermamente nella libertà e nella responsabilità personali, ma qui si affrontano le conseguenze di cose in cui non c’è stata nessuna decisione.
Le vicissitudini di infanzia e adolescenza dipendono da tre fattori:
1 – comportamento e decisioni dei genitori: dipenderà da loro come ti vesti, dove vivi, che scuole frequenterai, eccetera. E prenderai da loro anche i comportamenti, che ti piaccia o meno.
2 – estetica facciale e fisica. Chiaramente il bel ragazzo o la bella ragazza verranno cercati, invitati, coinvolti nei gruppi e adorati dall’altro sesso. Tutti cercheranno la loro compagnia e la loro approvazione, mentre i brutti saranno emarginati a segarsi.
3 – le decisioni inconsapevoli e dettate dalle varie condizioni esterne, decisioni prese più che altro a casaccio seguendo la corrente. In sostanza l’infanzia e l’adolescenza, i due periodi più importanti per la formazione psicologica e sociale dell’individuo, e i cui ricordi ci porteremo avanti tutta la vita, non dipendono minimamente da noi. Ci si sveglia verso i 25 anni in cui finalmente si capiscono molte cose, si capisce che tornando indietro ci si potrebbe comportare in modo diverso, ma ormai è troppo tardi. Certe esperienze o le hai fatte allora, oppure è troppo tardi. Nessuno ti ha mai detto che le potevi fare, né come le potevi fare, e hai anche il rimorso che bastava poco e tutto sarebbe stato migliore. Fanculo.Non sto dicendo che la vita dopo i 20 anni sia finita e che se uno ha avuto una vita da schifo si può anche buttare da un ponte. Si può sempre migliorare e anche vivere serenamente con un’adolescenza schifosa, e io nel mio piccolo ne sono un esempio. Ma purtroppo i ricordi, le ferite e le esperienze di allora rimarranno per sempre, con la consapevolezza che è troppo tardi e che quelle cose che volevi tanto, e che magari avresti anche potuto avere se solo avessi saputo, bè, non te le darà mai nessuno.
Gabriele
Quando si è giovani si pensa che il tempo non finisca mai, che le opportunità siano infinite e che quello che non faccio oggi lo faccio domani. Poi ci si sveglia un giorno e si hanno 25 anni, il tempo dell’innocenza e delle poche responsabilità è finito, per far posto alle rotture di coglioni della vita adulta. La vita ti scivola via in un attimo e le occasioni vanno prese al volo, perché non torneranno e perché servono a crescere; arrivare in età adulta senza determinate esperienze è una palla al piede allucinante, che ti frena a farne di nuove, in un loop senza fine.
Ovviamente l’ambito sentimentale è quello per eccellenza; se ti presenti da grande senza aver avuto storie precedenti, oltre a veder allargare la forbice di esperienza con gli altri senza riuscire a recupare il tempo perso, agli occhi femminili sarai visto come un caso umano, uno da cui tenersi alla larga perché “chissa che problemi ha se nessuna se l’è preso” (l’inesperienza è un secca-passere allucinante, al pari della debolezza caratteriale e della bruttezza, anche se di solito conseguenza di questi fattori).
Purtroppo famiglie blupillate e totalmente avulse dalla realtà non riescono a dare i giusti consigli a ragazzi, in un divario generazionale troppo ampio (che comunque c’era già ai miei tempi, infatti anche i miei mi davano i soliti consigli del cazzo stile “arriverà quando meno te lo aspetti” e cagate simili). A me non me ne è mai fregato granché di avere una donna, ma per chi ne sente la necessità è un disastro. E comunque, volenti o nolenti, a livello sociale non essere mai accompagnati da nessuna ti fa passare come una sorta di freak da circo.
Purtroppo per molti uomini il massimo sarà trovarsi a 35 anni la coetanea, si spera senza figli già suoi, postwallata e con 100 volte l’esperienza sentimentale/sessuale del compagno, il quale sarà visto solo come un patetico bancomat, e su cui sarà riversata tutta la frustrazione per non essere riuscita ad ottenere di meglio. Compagno che non rispetterà, perché come citava Red tempo fa, dal film “Una pazza giornata di vacanza”, una donna in una relazione non rispetterà chi considera inferiore a lei (film tra l’altro del 1986, segno che le cose non sono mai cambiate).
Intanto gli ex della tipa se la rideranno a vedere il cuck che la scorrazza in giro, mentre loro se la sono passata quando era ancora giovane, e soprattutto aggratis. E questo il destino del betaprovider, ritrovarsi a pagare come una ferrari una panda stra-usata.
Mi è capitato parlando con donne vicino ai 30 anni che queste si lamentassero che l’uomo (lo scopamico di turno) non volesse nulla di serio. Sì potrebbe pensare che questo fosse un belloccio, ma magari no. Magari è un normaloide/carino che vuole la sua rivincita sulla gioventù sprecata.
Nulla ci obbliga a legarci nella fascia di età 30-40 e qui si possono ancora sedurre donne nella fascia 25-30. Non è finita.
Certo le donne si sono divertite tra i 18-30 e avendo già fatto tutto vogliono sistemarsi. L’uomo medio no. L’uomo medio è in ritardo e vuole qualche esperienza perduta indietro.
Sì può fare. Chi se ne fotte di quello che ci impone la società dopo i 30 anni.
Mentre leggevo questo racconto ho avuto l’impressione di leggere il resoconto della mia vita.
Purtroppo è vero. Quando sei ragazzo ti manca il sistema di navigazione a bordo, il software, quello che ti indica la rotta. O meglio, il sistema di navigazione ce l’hai, ma punta nella direzione errata: “Sii te stesso e le cose andranno bene”, “Alle ragazze piace il ragazzo sicuro di sè, non quello timido e chiuso”, “Non ti preoccupare, prima o poi anche tu troverai una ragazza”
E’ il racconto del classico ragazzo cresciuto col mito del nice guy, ovvero che facendo il bravo ragazzo troverai una donna che ti ama per quel che sei dentro, e non per quello che hai da offrire.
Vivi così i tuoi anni migliori nella totale inconsapevolezza di cosa andrebbe fatto per trovare una ragazza. Vieni su come un mollusco senza spina dorsale che agisce in modo caotico sperando che un giorno la sorte ti sorrida. Ma quel giorno, drammaticamente, non arriva mai. Lei era troppo lontana, lei si era appena lasciata, non ho avuto il tempo di parlarci, non sono riuscito a chiederle il numero, mi ha detto che voleva stare da sola per ora, e altre mille scuse che girano intorno al problema senza mai centrarlo.
Questi ragazzi cresciuti col mito del nice guy sono figli di una famiglia in cui manca una figura genitoriale forte, quella del padre.
Guardiamo al nostro passato: quanti di noi possono dire di avere avuto un padre all’altezza? Qualcuno che gli spiegasse come funziona il mondo, come rapportarsi con le donne, che gli impartisse lezioni di vita? Qualcuno che gli trasmettesse dei valori che vanno oltre il “stai seduto composto, studia e prendi bei voti”?
Pochi, pochissimi. Io sono tra questi.
E così cresci come un imbecille che non ha la più pallida idea di cosa andrebbe fatto per attrarre una donna e tenersela.
E non per carenze fisiche, perchè per sua stessa ammissione a una certa età si è sbloccato e ha avuto la sua fettina di torta, ma per carenza caratteriali. Perchè nessuno ti ha mai spiegato che la città offre più opportunità del paese, che devi cambiare guardaroba, o che le donne badano da morire all’aspetto fisico e che avere 10 Kg in più o in meno può fare la differenza. Perchè vivi ogni giorno della tua vita per compiacere i tuoi genitori, e non per fare ciò che è meglio per te e il tuo futuro.
L’ultimo paragrafo pieno di rimpianti per le occasioni mancate, è illuminante in tal senso.
Sottoscrivo tutto!
Stesse esperienze, stessi pensieri una volta adulto.
Quello che è insopportabile una volta adulti è l’ipocrisia presente e quella passata.
Ma mentre quella presente si può sottolineare e ci si può divertire a perculare chi se ne fa portatore, per quella passata non c’è nulla da fare.
Perché va bene essere brutti, incel, kv e tutto il resto della savana ma subire anche bugie e ipocrisie questo no. C’è l’aggravante di averle subite in adolescenza quando si è inconsapevoli e più fragili e non in grado di rispondere con le peggio perculate.
I primi a portare avanti queste ipocrisie sono i nostri genitori che in quanto boomer hanno una visione distorta delle relazioni moderne. Considerando anche che si trovano di fronte ad un figlio brutto scattano due meccanismi:
Poi via via arrivano parenti, amici e tutto il cucuzzaro di ipocriti con le loro frasi “quella giusta arriverà”, “l’aspetto fisico non conta”, “vedi geppino, lui è brutto ma sta con una strafiga” (geppino in realtà non è così brutto e/o lei non è così strafiga e geppino è pure ricco sfondato di famiglia).
Penso si esageri con la mitizzazione delle esperienze adolescenziali. Certamente è meglio farle, ma la vita è qui ed ora. I vecchi ricordi non leniscono i dolori di oggi nè rendono la vita attuale più piacevole.
Per me il più grosso problema di non aver fatto esperienze adolescenziali è appunto la mancanza di esperienza. Quelli che finiscono sposati e spennati in genere sono persone che hanno combinato poco o nulla nell’adolescenza e quindi vengono ingabbiati dalla prima che se li prende verso i 30, lo vedo succedere. Non conoscono le donne, non sanno cosa comportano le relazioni, sono in genere bluepillati e la prima che ci sta può rivoltarli come calzini. Avessero fatto esperienze da adolescenti, forse avrebbero una corazza, una sorta di red-pill istintiva che li proteggerebbe dalle relazioni tossiche instaurano le donne pressate dall’orologio biologico. Una relazione che finisce male a 18 al massimo finisce con qualche pianto. Una che finisce male a 35 finisce con mutuo, separazioni, figli strappati al padre.
Caro Red ti chiederei una cortesia, mi sono approcciato da pochissimo a questo magnifico blog ma alcune cose mi lasciano perplesso.
Sarebbe opportuno che nei racconti degli utenti venisse specificata l’età degli stessi, onde circoscrivere il contesto storico nel quale gli avvenimenti sono successi, perché la spaccatura fra il pre e il,post social mi pare evidente.
Io ho 45 anni, e a parte casi rari di bruttezza conclamata, non ricordo nessuno dei miei amici di allora, o anche compagni di classe o conoscenti che avessero problemi con le ragazze.
Parlo di gente assolutamente normale o appena decente , in tanti a 15 anni avevamo la ragazza (ma non si scopava ancora) o cmq filarini vari, altro che primo bacio dopo i 20.
Da quel che ho capito il dramma è per i nati dai primi anni 90 in poi.
Tantissimi di questi li vedo nella palestra che frequento, chissà che tra loro ci sia qualche redpillato.
E’ talmente desolante questa realtà che ho scoperto da poco che sono veramente contento di avere figlie femmine.
Anche se sono ancora piccole, avranno la vita in discesa rispetto ai coetanei maschi.
Bel racconto.
Va detta una cosa, che mi pare sia stata accennata qua e là: le aspirazioni di un uomo dipendono dal contesto in cui egli si colloca.
Mio nonno, che viveva in un’epoca in cui perlopiù si arrivava vergini al matrimonio, non soffriva più di tanto per non aver scopato sino a 21 (quando si sposò), perché ciò era assolutamente normale.
Avrà sicuramente avuto il suo impulso sessuale, ma non si sentiva “minorato” rispetto agli altri.
Allo stesso modo, anche nascendo in epoche diverse, molto dipende dal proprio gruppo di amici.
Se, fra di loro, molti hanno la ragazza (o comunque una vita sessuale), allora è normale sentirsi menomati, come è accaduto a Gabriele.
Viceversa, se cresci in una compagnia di ragazzi nerd o che, per i più vari motivi, sono tutti singles e con le tipe nemmeno ci provano (magari perché pensano che il momento verrà “dopo”) non soffri quasi per niente.
La settimana scorsa leggevo un articolo di questo blog in cui si raccontava la storia di un ragazzo che, negli anni giovanili, si dedicava solo agli amici e alla musica, mentre alla fica non ci pensava quasi per niente.
La mia è una storia come la sua (anche se non sono un musicista…) e so che esistono moltissime persone con esperienze simili.
Forse fra gli utenti di questo blog (esattamente fra quelli di altri blog a tema) è una categoria sottorappresentata -perché se vieni qui, spesso è perché pensi alla figa rimpiangi di non averla (o di non averla avuta)- ma esiste eccome.
Per sentire la mancanza di qualcosa, devi desiderarla e, per desiderarla, devi vedere altri attorno a te che ce l’hanno.
Poi, ovviamente, esiste anche la spinta biologica, che agisce in tutti; ma il fattore ambientale è determinante.
Gabriele grazie per la tua preziosa testimonianza (e grazie a questo sito web per averla ospitata). Quante analogie con la mia esperienza! Io ero nella media come LMS in fase 15-20 anni, ma alcuni fattori casuali un po’ come i tuoi e un colpo di sfortuna (innamorarsi di una che chiamerò Maria e che non me la diede MAI) hanno fatto la differenza, in negativo. Mi sono rifatto, abbondantemente, ma è proprio come dici tu: le esperienze non vissute in infanzia e adolescenza non si recuperano davvero MAI. Sono perse per sempre ed è giusto affrontare questa realtà.
La psicologia e la psicanalisi confermano in pieno questa visione… in breve, io ho avuto il primo rapporto a 24 anni. E quindi il vuoto emotivo del periodo 15-24 ci sarà sempre. Come dice il mio (ottimo) analista, con me ci saranno sempre quel bambino infelice e quell’adolescente frustrato. Ha ragione lui e hai ragione tu, Gabriele.
Ma la vita ci fornisce una rivincita, Gabriele. E spero che la fornisca anche a te perchè la meriti. Sono sopravvissuto Gabriele, ce l’ho fatta e ora (a 59 anni) ho avuto un sacco di esperienze. E proprio questa frustrazione, questo bambino e questo adolescente accanto a me mi hanno dato una splendida “sindrome” di Peter Pan. E’ un pò come se io vivessi sempre nell’adolescenza, mi piacciono le ragazze, ci provo con loro, ho una vita variegata. Mi consolo così.
Infine poi… la grande rivincita, arrivata un paio di mesi fa. Ho incontrato Maria, quella che non me la diede mai. Quella che desideravo disperatamente a 16,17,18,19 anni. Anni di frustrazione. Ora Maria è una signora grassoccia, mentre io sono in buona forma e nemmeno capisco come mai mi sia piaciuta così tanto. Di Maria ora mi piacerebbe al massimo… sua figlia di 27 anni!
Anche per me questo racconto rappresenta un bel tuffo al cuore. Negli anni della mia adolescenza a differenza dell’autore, non ero nemmeno sovrappeso, ma mi bevevo quella sorta di giustificazione: “alle ragazze è permesso scegliere solo tra chi le sceglie”, grande cazzata. Ma ai tempi, immerso nella bluepill, certe cose mica le capivo.
Devo dire che allora non sopportavo il fatto che le mie coetanee potessero avere le loro esperienze sulla base del nulla, se non del mero potere sessuale, così una di 15 anni si rapportava ad uno di 20 con una disinvoltura che a parti invertite sarebbe stata surreale.
Al giorno d’oggi invece, non sopporto tutte le ragazzine che fanno le femministe, parlano di cose che non hanno mai lontanamente vissuto e vivono da privilegiate, senza nemmeno rendersene conto. I loro drammi sono che se vanno in giro con i pantaloncini inguinali gli uomini fischiano o suonano.
Ovviamente a dare fastidio sono quelli non di loro gradimento.
Dura la vita per loro, si si!
@Gabriele, mi sembra di capire che un rimorso che hai è quello di non aver capito la redpill in età adolescenziale. Se ti può consolare io da adolescente avevo intuito la redpill (nella mia generazione è troppo palese) e ho fatto pure sport per migliorarmi fisicamente, e pure tutto questo non mi ha salvato dall’essere un 29 kissless vergin.
Quindi ti consiglio di accettare la verità e cioè se avessi avuto la conoscenza e le occasioni che ti sono mancate allora nella tua vita sarebbe cambiato poco e niente perché, soprattutto in adolescenza, se non hai il bel faccino non hai niente e non esiste conoscenza o occasione che può rimediare.
Al limite l’unico vantaggio che avresti avuto nel sapere la redpill sarebbe stato che non avresti sofferto molto.
Esperienze simili, ma ad età invertite: semichaddino dai 14 ai 19 solo prostitute dai 19 ai 24, poi vivacchiavo/vivacchio anche e soprattutto grazie al trasferimento all’estero per il quale determinante nella scelta fu anche comunque lo status di Incel, si amico, anche io volevo solo una semplicissima ragazza, anche da 5.5, una semplicissima ragazza accanto a me al cinema, accanto a me nei parcheggi del cinema quando le coppie poi si appartavano, io andavo a casa a farmi mille perché e non solo. C’è da dire che ero molto redpillato (anzi grazie per aver dato un nome e un preciso schema a ciò che era la redpill prima che la concettualizzassi) e difatti tra i 25 ed i 27, prima di partire me n’ero fatta una ragione e pace, seguivo i miei interessi e pur non avendo una donna vivevo abbastanza bene.
L’ho fatta troppo lunga ma quel che hai detto sulle scelte è importante e consiglierei i futuri genitori di redpillarsi e di educare il figlio e consigliarlo nelle sue scelte tenendone conto.
Ad esempio ricorderei alle mamme italiane che OGNI SCARRAFONE È SCARRAFONE. Basta con questo “eh ma sei un bel ragazzo, eh ma noi alla tua età, eh ma stupiscile col fascino e con l’intelletto”, che senso ha creare inutili aspettative bluepillando o alla peggio rivangare i tempi addietro quando vi era meno disparità sessuale? Un’altra cosa importante dovrebbe essere minor rigidità nel vincolare il figlio nelle scelte professionali e di studio lasciati un po’ più soli i figli per me sapranno meglio dei loro genitori cosa è giusto per loro e nei propri limiti e nelle proprie capacità.
E’ evidente. E’ da un pezzo, che è così. Da sempre. Raphael, tu non rappresenterai mai e poi mai il sogno erotico di una ragazza. Devi fartene una ragione; cose del genere non fanno per te. E comunque ormai è troppo tardi. Raphael, l’insuccesso sessuale che conosci sin dalla tua adolescenza e la frustrazione che ti perseguita dall’età di tredici anni lasceranno in te una traccia indelebile. Anche ammesso che tu riesca ad avere delle donne – cosa che, francamente, non ritengo possibile – non basterà; ormai più nulla riuscirà a bastare. Resterai per sempre orfano degli amori adolescenziali che non hai conosciuto. In te la ferita è già dolorosa; lo diventerà sempre più. Un’amarezza atroce, senza remissione, finirà per riempire il tuo cuore. E’ così.
(Michel Houellebecq – Estensione del dominio della lotta)
La sfiga di questo ragazzo è stata avere amici donnaioli, in un continuo confronto spietato.
Avere solo amici sfigati come te aiuta molto a non soffrire troppo e a sdrammatizzare, oltre a darti la percezione sia “normale” iniziare certe esperienze tardi. Come si dice, mal comune mezzo gaudio…
Pare di leggere me. Però almeno lui a 20 anni si è rifatto; io tra un paio ne avrò 40 e non è cambiato nulla per me.
Io bannerei i social e gli smartphone almeno fino alla maggiore età ne piu ne meno come si fa con fumo e alcol…ho fatto a tempo a vivere adolescenza senza social e senza smartphone anche se per un soffio,,non oso pensare all’effetto che possono fare a chi è nato (maschio) dal 2001… adolescenti che si vedono ogni ben di dio (certe loro coetanee hanno profili che alcuni anni fa si potevano trovare in riviste erotiche per non peggio, con una disinvoltura e una normalità allucinante), a cui saranno sempre negati,,e peggio ancora sono le illusioni che su menti ancora poco formate possono originarsi…cioè che il bengodi sia “scontato” per poi prendere pali su pali ed emarginarsi o essere puniti duramente. non so fra 10 anni che trentenni ci saranno tra loro, e andando avanti sempre peggio penso, per chi non si redpilla (cosa questa ultima che ovviamente le nazifem aborriscono come i vampiri la croce e la luce ,perchè per loro sarebbe una catastrofe). Unica speranza che almeno molti di questi nati nel XXI secolo avendo a disposizione informazioni illimitate fin da piccoli, possano per buona parte redpillarsi, altrimenti davvero sempre peggio.
Bisogna pure considerare che non tutti gli adolescenti sono ancora così interessati al sesso. Dipende dalla maturazione psicofisica di ciascuno che varia da persona a persona.
Altri hanno meno successo per vari motivi, non solo perché hanno un visetto meno interessante ma perché hanno meno fortuna.
Io per esempio andavo in una scuola femminile privata, gestita da suore, che aveva aperto ai maschi in via sperimentale proprio l’ anno in cui mi sono iscritto. Ed eravamo in media 4 maschi per ogni classe di 28 alunni. Era inevitabile che nelle gite scolastiche qualcosa succedeva sempre.
È ovvio che per chi frequenta un tecnico industriale col 90% di maschi è più difficile.
Ma il fatto che abbia conosciuto precocemente il sesso non mi fa sentire un privilegiato. L’ adolescenza è comunque difficile e prendere le misure con le prime delusioni amorose a quell’ età è un’ esperienza molto dolorosa. Soprattutto perché non ero come quei vincenti del racconto che cambiavano donne ogni due settimane.
Non ero al riparo dalle umiliazioni, da crisi di rabbia e invidia nei confronti dei leader della scuola che spesso non ritenevo neanche superiori a me.
Ho delle cicatrici anche io che ancora mi porto.
E credo che tutto dipenda da quanti bulli e cortigiane ci siano in ogni scuola perché sono i loro atteggiamenti a farti ricordare la tua sfiga. È il confronto che logora.
Altrimenti un adolescente può vivere con una certa serenità anche se ha meno successo di altri o se è ancora vergine.
Comunque credo che in ogni epoca storica, la maggior parte degli alunni maschi esce dalla scuola vergine.
I conti si fanno alla fine e la vita sessuale di un uomo, malgrado il recente fenomeno delle milf e dei Toy boy, è molto più lunga di quella di una donna. Il tempo di ” vendicarsi” delle umiliazioni subite a scuola ce n’è, volendo..
Però credo che fondamentalmente si matura quando ci si accetta per ciò che si è. Con tutti i propri pregi ma soprattutto limiti. A tutti piacerebbe essere Superman con 1000 donne attorno. Ma la vita non è solo sesso e seduzione. È un aspetto importante ma non è tutto. Nel nostro viaggio su questa terra ci possono essere cose ancora più soddisfacenti. Non credo che un grande alpinista, per esempio, abbia una vita meno soddisfacente perché al liceo trombava di meno o per nulla.
E quei Casanova che si facevano tutte al liceo,magari non riescono a fare più nulla nella vita e vivranno di ricordi e saranno ancora più frustrati per questo…
Più che l’adolescenza è importantissimo l’esordio della stessa. E’ una fase in cui veramente il giovane maschio cammina sul filo e può cadere dalla parte buona o da quella mediocre. In questo senso la prima esperienza può essere cruciale. Molti sottovalutano il peso che può avere un palo preso in terza media. Per questo un tempo si provvedeva alla iniziazione sessuale del giovane. Accompagnato al bordello da uno zio scapolo, oppure stappato da navi scuola di fiducia nelle case dei ricchi, affinché in futuro e di fronte ad una donna non avesse mai dubbi di inadeguatezza, perché sono questi che distruggono. Non necessariamente la donna deve essere vista solo come oggetto sessuale, ma perché funzioni tutto il resto è indispensabile possedere assertività da questo p.d.v. (possederla, non simularla)
Premetto, è la prima volta che commento qui.
Sono un ragazzo KV adolescente, forse uno dei pochi redpillati alla mia età… È da 8 mesi che ho scoperto questo blog, e ho immediatamente trovato conferma riguardo ciò su cui meditavo ormai da tempo.
Scrivo perché mi sento, in parte, preso in causa.
Ultimamente leggo spesso tra i commenti come molti utenti ritengano che l’adolescenza sia il periodo giusto per redpillarsi; rispondo di sì, ma in parte.
Da una parte ora analizzo e comprendo le dinamiche uomo-donna intorno a me, che vanno dai miei amici ragazzetti agli adulti (genitori, parenti, ecc.): in un certo senso mi sento in posizione di “superiorità” rispetto a molti altri miei coetanei maschi zerbini/bluepillati.
D’altro canto ora, dato che già di mio ho un carattere molto schivo e riservato, vedere come funziona realmente il gioco mi rende le cose ancor più difficili di prima: allo stato attuale sono iperdiffidente, e le poche relazioni che riuscirò a cavarmi fuori saranno condotte con la piena consapevolezza della realtà, con tanti saluti a tutte le ca*ate da bluepillati.
Magari mi sto sbagliando, ma è da un bel po’ che mi angustio su ciò.
Certe cose non torneranno più. Come la ‘libertà’ pre-Covid.
Ma perchè c’e tutto questo mito dell’adolescenza? Uno dei periodi più brutti che una persona possa vivere nella propria vita. Cosa c’e così bello nel vivere nell’insicurezza perenne (razionale, relazionale ecc…) accompagnata da sbalzi d’umore continui? Mi dispiace per il ragazzo che ha vissuto un adolescenza triste ma sinceramente io non ho mai sentito nessuno di essere felice prima dei 20 anni. Credo che “l’adolescenza che il periodo più bello della propria vita” come “L’ammooooreee vero” sia una di quelle cazzate bluepillate che purtroppo nascono perchè qualche soggetto le ha provate veramente
Bravissimo. Inquadri sempre tutto con una incredibile lucidità e dici quello che io non ho ancora il coraggio di dire così apertamente.
L’ adolescenza per me è stata fino ai 17 anni quella di un normaloide sul 6 completamente invisibile alle ragazze, facevo parte degli sfigati ed ero blupillato, leggevo i manuali di seduzione che servivano quasi a nulla, poi a 17/18 ho avuto un miglioramento generale, che mi ha portato a essere sul 7,5 diventando rapidamente apprezzato dalle ragazze. Ma ho dovuto fare i conti con l’inesperienza, dato che ho passato anni a essere tagliato fuori dalle dinamiche relazionali e costretto ad avere una vita sociale e affettiva rasente lo zero, questo solo perché visto come sfigato. Trovandomi di colpo con qualcosa in mano,(non è che mi correvano tutte dietro però,eh) non ho saputo gestire la situazione sprecando le poche occasioni che mi capitavano, la sensazione di inadeguatezza di fronte a coetanee MOLTO più avanti di me per esperienze, il fallire un occasione perchè inesperto ed emozionato, il confronto con i coetanei pariestetici, ma pieni di figa, per non parlare dei rifiuti avuti da ragazze poco più piccole di me che potevano permettersi di correre dietro e farsi scopare da ragazzi quasi trentenni, non ha aiutato. Potrete forse pensare che io sono un ragazzo sensibile e timido che si lascia scappare le occasioni, ma non mi lasciavo scappare le occasioni, semplicemente capivano che non avevo esperienza. E questa cosa la percepivo. Ho sofferto moltissimo.
In questi ultimi anni sono migliorato, ma semplicemente non sono più KV. Questo l’unico risultato ottenuto finora, (dopo essermi redpillato) perchè la strada di uno che ha vissuto male gran parte dell’adolescenza è più in salita degli altri, anche se sei considerato dalla massa oggettivamente di bell’aspetto e benestante, come nel mio caso. Spero di riuscire a recuperare le esperienze perse il prima possibile, basta evitare di arrendersi e piombare nella misoginia, ginovirus permettendo….
Articolo interessante che mette però in luce uno dei problemi che reputo comuni a tanti incel (e la cui responsabilità è purtroppo personale e con la società c’entra poco). Riuscire a massimizzare il proprio aspetto è fondamentale ed è fondamentale a qualsiasi età! Io a 14 anni ho cominciato a litigare furiosamente con i miei perché volevo decidere io ogni singolo capo di abbigliamento da comperare/indossare, lo stesso dicasi il taglio dei capelli e non parliamo poi per avere il motorino o scegliere le superiori prima e la facoltà dopo (da tenere presente che la mia famiglia non era certo abbiente e mio padre aveva un eta non verde). Non arretrando di un passo e col tempo ci sono riuscito e tutte queste scelte si sono rivelate utili per le conquiste femminili. Ovviamente per il luogo di abitazione puoi fare molto poco ma per il resto si eccome! Ho qualche ricordo di incel nel periodo universitario e per tanti di questi mi ricordo che anche dopo i 20 anni era la mamma a comperare l abbigliamento …e mi sembrava folle!
Ciao red, domanda secca secca: saresti favorevole all’educazione sessuale nelle scuole e perché? Grazie, sei un mito!
Ho 40 anni, anch’io ho avuto un’adolescenza dove le ragazze praticamente non esistevano e sinceramente preferisco sia andata così… avrei perso tempo per delle ragazzine “acerbe” facendo esperienze altrettanto “acerbe”… rimpiango invece di non avere sfruttato al meglio il periodo dai 25 ai 30 anni, quella è l’età più bella per godersi le donne…
Mi viene in mente una possibile soluzione, di difficile attuazione sia perché non si può tornare indietro nel tempo, sia perché a quell’età si è tutti bluepillati…. ma magari potrebbe essere un consiglio per un figlio normobruttino.
Appena avuta la pubertà ancora non ci sono poligamia e cazzosello: alle medie ricordo che tutti si innamorarono della piu’ carina della classe che friendzonò ovviamente tutti. In pratica un tentativo di ipergamia all’inverso, anche perché a quell’età ancora non capisci il tuo valore. Vi dico cosa farei se potessi tornare a quell’età con la testa, l’esperienza e i ricordi di adesso: ci proverei subito con le più bruttine, a quell’età non ho concorrenza: i ragazzini vanno tutti dietro alla piu’ carina della classe… è soltanto dopo che, capendo che non c’è trippa per gatti e aumentando la voglia di figa, cominciano piano piano a ipogamare. Così mi prendo una bruttina ma almeno ho la ragazza. Poi se la cosa dura, teoricamente a 25 anni me la sposo pure, alla fine è una che ha sempre amato me, ha perso la verginità con me, non ha assaggiato il cazzo superdotato e non è un avanzo del cazzosello di quelle che ad ogni trombata mi confronterà con i suoi precedenti 70 amanti. Pero’ va fatto subito, quando ancora gli altri ragazzini normocarini non cominciano ad abbassare il livello e ipogamare, altrimenti è troppo tardi.
Troppo facile scaricare le colpe sui genitori o sul nostro ambiente (apparte casi estremi). Chissenefrega se abbiamo avuto un’adolescenza senza donne, il problema viene dopo, quando anche a 25 anni non cambia nulla, perchè per una serie di ragioni non sei portato per avere delle donne.
Se tu avessi avuto qualcuno che ti dicesse di fare palestra a 20 anni per avere delle donne, lo avresti ascoltato? e se anche avessi cominciato, sarebbe cambiato qualcosa? No. Perchè dipende soprattutto da che base parti: se sei di costituzione 50 kg hai voglia a fare della palestra, in confronto a un tuo coetaneo di 1.80 sembrerai comunque un bambino.
Se ti avessero consigliato di comprare la macchina da 25k per andare a figa, l’avresti comprata (ammesso di avere i soldi a 20 anni)?
…E Se ti avessero detto di farti un guardaroba fighetto per offrire aperitivi a destra e a manca?
Potrei andare avanti 1 ora ma credo che il messaggio sia arrivato