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Dimagrire è Difficile? L’Esperienza di Dimagrimento di un Utente

 

Un Utente Racconta la sua Esperienza di Dimagrimento

Buongiorno a tutti, redpillati!
Sono Gabriele, l’autore degli articoli sul testosterone e sull’alcol di qualche mese fa. Questo blog è più che altro incentrato sulle dinamiche sociali dei rapporti uomo-donna, e la maggior parte degli articoli scritti vertono su questo. Tuttavia, una gran parte della redpill riguarda anche il looksmaxing, ovvero il proprio miglioramento fisico, ottenuto con la chirurgia oppure con i metodi più classici come dieta e allenamento. Il Red infatti mi ha detto in un messaggio che voleva dedicare una sezione del blog al miglioramento fisico, scrivendo un paio di articoli, ma poi ha lasciato perdere. Quindi ho pensato che avrei potuto scrivere io qualche articolo a riguardo, descrivendo le strategie che io stesso ho utilizzato per perdere peso; e per dispensare qualche nozioncina medica che secondo me tutti dovrebbero sapere, visto che è sempre del nostro corpo che si parla.

Parlando brevemente della mia esperienza, a dicembre 2017 ho deciso di mettermi a dieta e di allenarmi e da allora avrò perso circa 25 chili, migliorando decisamente al contempo la mia massa muscolare. Per raggiungere questo risultato ho sfruttato le mie limitate conoscenze mediche, che volevo condividere qui sul blog. Su questo però non mi va di essere frainteso: non sono qui per fare il prete che dice cosa è giusto o cosa è sbagliato, e che cosa dovete o non dovete mangiare. Mangiatevi quello che vi pare. Visto che l’internet è un posto piuttosto aggressivo, non voglio che si scatenino flame del tipo “non sei nessuno per dire a me cosa devo mangiare e cosa no!!!11!1!1!!1” in un blog che non è nemmeno il mio. La mia intenzione è quella di condividere le mie considerazioni con persone che magari sono interessate all’argomento e avrebbero bisogno di qualche dritta; se non volete cambiare stile di vita e state bene così, a me va benissimo uguale. Poi non voglio nemmeno passare per un dottore, per un luminare, per un esperto del settore: non lo sono. Non ho né pretendo di avere l’autorevolezza o l’arroganza di dare consigli che “dovete seguire perché io so e voi no.” Questi sono i consigli che darei se un mio amico mi venisse a chiedere aiuto perché vuole dimagrire, niente di più. Detto questo, buona lettura!

In questo articolo pensavo di analizzare tre domande a cui tutti vogliamo dare una risposta se stiamo per metterci a dieta, ovvero:

1.    Dimagrire è difficile?
2.    Dimagrire dipende dalla mia volontà?
3.    Come faccio a dimagrire?

 
Purtroppo volendo essere preciso e completo, scriverò il solito articolo lungo eterno… Sono logorroico, portate pazienza 😀

Dimagrire è difficile?

Bè, in realtà no, dimagrire non è una cosa difficile. A meno di soffrire di problemi di salute molto seri, tutti noi lo possiamo fare, perché si tratta semplicemente di ingerire meno calorie di quante ne vengono consumate. Basta mangiare un po’ meno e un po’ meglio, e allo stesso tempo fare un po’ più di attività fisica, e si dimagrisce sicuro. Posso portare il mio esempio: ho iniziato ad abbuffarmi un po’ di meno per il primo mese, poi ho comprato i pesi e per un paio di mesi mi sono allenato in camera mia, un paio di volte a settimana. Dopo un po’ mi sono iscritto in palestra, andando anche lì un paio di volte alla settimana, poi ho lasciato perdere perché era di una noia mortale, e in autunno mi sono iscritto a un corso di arrampicata sportiva, in cui ci si allenava una volta alla settimana. Non ho fatto niente di speciale né di sovrumano, non mi sono costretto a una dieta da monastero né mi sono spaccato di fatica durante allenamenti giornalieri. Niente di tutto questo. Eppure ho perso un sacco di peso lo stesso. Facciamo un esempio numerico: l’uomo tipo ha bisogno di 2000 calorie di energia al giorno. Se siete in una situazione di perfetto equilibrio, basta perdere 100 calorie al giorno (che sono una miseria: equivalgono a un bicchiere di Coca cola o a 30 grammi di pasta) e in un anno perdereste 4-5 chili di puro grasso.
Il concetto che voglio far passare è che dimagrire non è una cosa difficile, che richiede chissà quale “segreto”. Non serve essere in grado di guidare una multinazionale, o di progettare un razzo. Il problema vero, il problema grave, o quantomeno quello che per me è il vero scoglio da superare, è l’immensa pazienza che serve per arrivare all’obbiettivo. Mettiamo che dobbiate perdere sui 10 chili: andando al ritmo di 100 calorie al giorno, significa stare a dieta per due anni, che sono tanti. Il problema è che più il tempo passa più il peso delle rinunce culinarie si fa sentire, perché magari ci si vorrebbe concedere quel pezzo di torta “ma no perché sono a dieta”. E più ci si avvicina all’obbiettivo, più inizia a salire l’ansia che magari ci si bloccherà prima del peso voluto, o che magari anche dopo tanta fatica non sarà un risultato duraturo. Insomma, non è che sarà difficile perché ci sono da fare cose difficili. Però bisogna mettere in conto che saranno necessarie molta pazienza e resistenza, e anche molta costanza per non perdersi per strada, e dopo un tempo più o meno lungo le cose inizieranno a farsi logoranti e snervanti.

Però c’è anche da considerare il lato bello della medaglia: riuscire a dimagrire dà una soddisfazione incredibile. Il guardarsi allo specchio, il riuscire a mettere vestiti dimenticati nell’armadio da anni, persone che non ti vedono da un po’ e sono sorpresi di quanto tu sia dimagrito e stia meglio, sono soddisfazioni e gratificazioni IMMENSE. Sono quei momenti in cui pensi “santa minchia, mi sono scassato e sforzato tanto, sono logorato dall’impegno e dal tempo che ci ho messo ma ne è veramente valsa la pena”. Il fatto è che dimagrire non è una di quelle attività che richiedono poco impegno e danno gratificazione immediata… Non si tratta di mettere a posto la propria stanza e dopo un’ora – o un intero pomeriggio, parlando della mia di stanza – pensare “oh che ben ho fatto un bel lavoro, sono soddisfatto”. Oh, no. Si tratta di penare per mesi e mesi e mesi rinunciando a cibi che si vorrebbero mangiare (magari mentre gli altri te li mangiano davanti) e andando in palestra o in piscina per faticare quando sarebbe molto più bello starsene a casa in panciolle a fare una mazza. Ma una volta raggiunto l’obiettivo, la soddisfazione sarà enorme. Mesi o anni di rinunce ampiamente ripagati. Parlando per me, ne è assolutamente valsa la pena, e lo rifarei altre dieci volte. Quindi, se vi va di mettervi a dieta, fatelo: la vostra vita cambierà decisamente in meglio e la fatica sarà ampiamente ripagata.

Dimagrire dipende dalla mia volontà?

Si può fare questa domanda in un’altra maniera: se qualcuno è grasso, si può dire che è “colpa sua”? Secondo me, no, per entrambe le domande. Perdere peso è una cosa che va ben al di là della nostra volontà, non si tratta di “deciderlo” come si decide che cosa si mangia una sera. Ogni tanto ci penso, guardando le persone ben oltre il peso forma che vedo in giro. Si parla tanto di fat acceptance, di “grasso è bello”, ma c’è qualcuna di queste persone che non vorrebbe essere più magra? Quanti di noi non sarebbero molto più felici e contenti se fossero più magri? Siamo onesti: essere grassi o grassocci è proprio brutto. Significa prima di tutto vergognarsi sempre e comunque del proprio fisico e non sentirsi mai “a posto”, soprattutto quando si frequentano altre persone percepite come “migliori”. Significa sentirsi a disagio se in qualche situazione bisogna stare a torso nudo, oppure significa comprare i vestiti più con lo scopo di nascondere la panza o i fianchi anziché cercare qualcosa che ci piace davvero. Penso che chi ci sia passato capisca di cosa sto parlando… È una schifezza.
Eppure, dato che è tanto facile dimagrire, perché non siamo tutti magri? Chi di noi non vorrebbe un fisico più tonico, più muscoloso, più attraente? D’altronde, penso anche a me stesso durante gli anni dell’adolescenza e prima di mettermi a dieta: ho sempre “voluto” essere più magro, eppure non mi sono mai messo a dieta. Sapevo che sarei stato meglio con me stesso, che avrei potuto rimorchiare di più, che sarebbe stato meglio anche in termini di salute, eppure non l’ho mai fatto. Perché? Tra l’altro, nel “momento” in cui ho deciso di mettermi a dieta, non è successo nulla di speciale: nessuna epifania, nessuna analisi del sangue portatrice di disgrazie, niente di niente: stavo semplicemente passeggiando per Trieste e uno dei tanti pensieri qualunque che affollano la mente è stato: “bon, da oggi in poi mangerò di meno” e così è successo. Non è stata una decisione. Non è che io abbia “voluto” mettermi a dieta: mi è scattato qualcosa dentro che prima non avevo, ho avuto DAVVERO voglia di cambiare e mi sono comportato di conseguenza adattandomi ai nuovi pensieri che avevo in testa.

Il fatto è che, secondo me, dimagrire è una cosa molto più profonda del semplice mangiare di meno. Significa cambiare abitudini, stile di vita, anche il comportamento che abbiamo verso noi stessi e verso il nostro corpo, e queste sono cose che vanno ben al di là del semplice “lo voglio, quindi lo faccio”. È una cosa che ha implicazioni molto profonde a livello della nostra personalità e della percezione che abbiamo di noi stessi. D’altronde, io stesso mi sono trasformato psicologicamente in questi mesi di dieta: se prima non mi ponevo nessun limite nel mangiare e ingurgitavo quantità di cibo assurde, adesso per il mio peso e altezza (92kg per 1,95 cm) mangio davvero poco: a pranzo solo un primo e nemmeno tanto abbondante. Allo stesso modo, prima ero di una pigrizia stratosferica: ho passato interi anni a non fare nessuno sport, di nessun tipo, mentre adesso ne pratico diversi e penso di praticarne altrettanti nei prossimi tempi. Sono passato dall’essere la classica pappamolla-mezzasega con il fiatone dopo due piani di scale, ad essere un tipo ben più sportivo della media, e questo alla fine non sento di averlo deciso io, ma ho spontaneamente sviluppato sempre più interesse e curiosità verso gli sport e ho agito di conseguenza.
A questo proposito, c’è un’altra considerazione da fare: io sono convinto che ognuno di noi abbia la propria “droga personale”, ovvero quel piacere immediato e a buon mercato a cui non riusciremo mai a rinunciare del tutto e che sfruttiamo per stare un po’ meglio se le cose non vanno granché. C’è chi ha bisogno di fumare per rilassarsi, chi magari per distrarsi dalle situazioni esce a bere, chi invece ha a tutti i costi bisogno di compagnia. Ognuno è diverso in questo. Io semplicemente ho un dannato bisogno di mangiare. Se sto male per qualcosa, se sono triste, mangiare mi fa stare immediatamente meglio. Non ho mai bevuto né fumato, ma ci sono dei periodi in cui, anche se sono a dieta, non riesco a resistere a cibi che avrei rifiutato magari una settimana prima. Diciamo che ognuno di noi ha bisogno di quello “sfogo” e per molte persone questo sfogo è il cibo ed è del tutto involontario.
Per riassumere, sono convinto che cibo, psicologia ed emotività siano profondamente legate, in maniera tanto forte che la nostra volontà di superficie è assolutamente irrilevante. È come voler smettere di fumare: per cambiare certe abitudini così radicate, magari da decenni, ci deve essere una profonda trasformazione emotiva, a un salto evolutivo della persona che abbandona una vecchia concezione di se stessa per adottarne una completamente nuova, anche molto inaspettata. Può anche significare superare certi blocchi emotivi che magari ci si trascina dietro da molto tempo, anche dall’adolescenza. Significa anche cambiare drasticamente opinione di se stessi: prima per me il mio corpo era una cosa inutile, che cercavo di nascondere il più possibile perché non mi piaceva affatto. Invece adesso è diventato uno strumento da curare e da trattare con i guanti perché so che può darmi molte soddisfazioni in sport che mi piacciono, come ad esempio l’alpinismo o il pugilato.
Quindi se volete dimagrire ma non vi sentite ancora pronti, oppure sentite di non avere veramente voglia ma ve lo dite lo stesso perché “dovete” farlo, vi direi di occuparvi delle vostre questioni emotive irrisolte, che magari sono lì bloccate da anni. Sia perché è una cosa che fa bene a prescindere e fa evolvere e maturare emotivamente, sia perché vi può sbloccare dal punto di vista fisico e della dieta, dandovi i risultati che aspettate da tempo.

Come faccio a dimagrire?

Questa è la domanda più succosa, e quella su cui c’è da approfondire di più. Cosa significa “dimagrire”? Perdere peso? No, alla fine a pochi piacciono gli uomini o le donne pelle e ossa. Semplicemente, penso che per la maggior parte di noi “voler dimagrire” si traduca in “voglio avere un fisico più attraente”. E un “fisico attraente” spesso equivale a un fisico in buona salute, perché biologicamente siamo attratti da ciò che ci ricorda qualcosa di salutare, che indica buoni geni sottostanti. Questa è una cosa già trattata nel blog, ad esempio, gli addominali in vista sono attraenti (negli uomini) perché equivalgono a un fisico in buona salute dal punto di vista del sistema immunitario e del testosterone.
Questa premessa serve per sottolineare come ci siano due modi di dimagrire, uno giusto, e uno sbagliato. Partiamo da quello sbagliato: smettere di mangiare, o mangiare molto meno del necessario. Non ha nessun senso per due motivi. Primo, il vostro corpo inizierà a farvi venire sempre più fame fino al momento in cui vi dovrete arrendere e mangerete quanto non avete mangiato e anche di più, in una specie di spirale di digiuno-abbuffate che vi farà essere più grassi di prima. Secondo, il mangiare poco porta a una perdita muscolare, non di grasso, perché il corpo preferisce sacrificare la muscolatura piuttosto che il grasso. In passato, quando la presenza di cibo poteva mancare per via di carestie o quant’altro, il corpo doveva resistere il più a lungo possibile senza cibo quindi teneva il grasso come riserva e sacrificava la muscolatura perché consuma molto anche nei momenti di riposo. Quindi, se pensate di poter perdere peso così, non ha molto senso perché il vostro corpo sarà meno sano e più sofferente di prima, e quindi meno attraente di conseguenza. A non mangiare ci si fa solamente del male da soli.

Qual è invece il modo giusto per dimagrire? Si tratta di fare attività fisica anaerobica (pesi e macchine, principalmente) in modo che la muscolatura – o la cosiddetta massa magra – aumenti, e quindi di conseguenza aumenti anche il metabolismo basale del nostro corpo, che sono le calorie consumate dal corpo semplicemente per mantenersi. In questo modo il corpo diventerà più sano per via della maggiore attività fisica e dell’incremento muscolare, e quindi più attraente. A questo va aggiunta ovviamente una dieta dimagrante per diminuire le calorie ingerite e per cambiare le abitudini sbagliate riguardo al cibo, e dell’attività aerobica tipo la corsa o il nuoto, non tanto per dimagrire ma per migliorare l’efficienza del sistema cardiocircolatorio e rendere più efficace l’allenamento di tipo anaerobico.
A parte tutti i discorsi pratici sulle varie tecniche (che dieta seguire, come allenarsi, che esercizi fare, eccetera) ci sono altri due argomenti di cui volevo discutere sul come dimagrire, ovvero la soddisfazione e la gradualità. Li vedo spesso sottovalutati, se non assenti, quando si parla di dimagrimento o di allenamento.
La prima cosa, che io reputo in assoluto la più importante base per l’eventuale successo o fallimento del dimagrimento, è la soddisfazione. Per quanto tempo si può resistere e dimagrire, con una dieta che non soddisfa? Molto poco, a mio parere, forse qualche mese, e dopo si tornerà a mangiare tanto quanto prima. Alla fine il cibo non è un semplice introdurre calorie nel nostro corpo, ma è una cosa fortemente emotiva, che dà piacere, che dà soddisfazione, che fa stare meglio, che ci rende felici. Si mangia molto più spesso per piacere, per voglia di mangiare quel particolare cibo, che perché abbiamo effettivamente fame. Va da sé che rinunciare a una cosa così importante per noi, è difficile. Ridurre la dieta a mangiare fagioli in umido e insalata e pasta in bianco, non può essere soddisfacente, e non vedo come possa durare a lungo, a meno di non avere una volontà di acciaio. Per questo trovo che la cosa migliore sia intervenire sulla quantità, piuttosto che sul cosa si mangia: ad esempio, c’è un particolare cibo a cui non si vuole rinunciare? Basta non rinunciarci, ma mangiarne di meno e magari mangiarlo dopo un allenamento, così il metabolismo aumentato lo brucerà più in fretta. Si tratta di vedere a quali alimenti si può rinunciare senza molti problemi e tagliare quelli, mentre invece gli alimenti “prediletti” non vanno tolti ma limitati, se molto calorici. Lo stesso discorso vale per l’allenamento: trovo inutile fissarsi su uno sport che non piace e praticarlo perché “so che fa dimagrire”, perché dopo un po’ lo si manderà al diavolo e passerà la voglia di fare anche altri sport.

Se invece uno sport piace e dà soddisfazione, anche se si sarà stanchi si avrà voglia dopo qualche giorno di allenarsi di nuovo. Per farla breve, una dieta e degli sport soddisfacenti e gratificanti, si faranno con molta meno fatica e dopo qualche tempo diventeranno un’abitudine, anziché una continua imposizione verso cui prima o poi si svilupperà un rigetto.
La seconda cosa importante invece è la gradualità, che non significa semplicemente allenarsi un po’ di più la volta successiva. Il fatto è che dieta e allenamento sono abitudini estremamente radicate che hanno bisogno di molto tempo, anche per cambiare di poco, e quindi ci vuole molta pazienza e soprattutto il non voler fare le cose di fretta. Vi faccio il mio esempio: adesso a meno di periodi particolari, mangio poco e soprattutto mangio per fame, ma non ho raggiunto queste abitudini all’istante, ci ho messo mesi e mesi. Prima ho tagliato le mega abbuffate, poi ho cercato di mangiare i carboidrati a pranzo e non a cena, poi ho tagliato i succhi di frutta, poi le cazzatelle comprate al supermercato, poi ho cercato di mangiare più per fame che per voglia di mangiare. Stessa cosa per lo sport. Ho iniziato con lo stretching e con i pesi, e per qualche mese ho fatto solo quello. Poi ho iniziato ad andare in piscina, ogni tanto, poi ho iniziato arrampicata sportiva una volta alla settimana. Dopo più di un anno ho iniziato ad andare a correre. Tutto in un lasso di tempo molto prolungato. Se avessi iniziato a fare tutto subito quando ancora il mio grado di allenamento era nullo, avrei lasciato perdere all’istante. Il mio consiglio è quello di fare le cose gradualmente e soprattutto con naturalezza: se ce la si sente di tagliare su qualche cibo, lo si fa, altrimenti no. Se ce la si sente di allenarsi, lo si fa, altrimenti se ci si sente stanchi o non ancora all’altezza di quella prestazione fisica, no. Abitudini così potenti si possono cambiare, ma appunto servono la soddisfazione e la gratificazione per essere convinti che ne valga la pena di cambiarla, e serve anche la gradualità perché sia il cervello che il fisico devono avere il tempo di adattarsi a nuovi equilibri decisamente molto diversi da quelli di prima.

Se avete qualche domanda, fatemela pure e cercherò di rispondervi ^^
Buona giornata!

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Stefy
Stefy
1 anno fa

Anche se arrivo tardi, leggendo i commenti sottostanti, vi lascio una mia riflessione.

Molte persone indicano la rinuncia al cibo come una tortura, ma nel corso degli anni ho visto persone dimagrire semplicemente con due ore di palestra a settimana ed evitando di mangiare spazzatura.

All’età di 39 anni mi sono trovato con un fisico pessimo, dovuto ad anni di vita sedentaria, alcolismo e al fatto che sono fumatore da 25. Attualmente ne ho 43, e sono meglio di qualunque mio coetaneo: quali sono i vantaggi?
Tralasciando il lookmaxare, che alla mia età vale un po’ il giusto (basta avere i capelli e sei già meglio del 50% della popolazione), in realtà si sta meglio. Si sta meglio con sè stessi e per sè stessi, e la redpill è un processo non solo di consapevolezza, ma anche di miglioramento: riuscire a fare le scale con la spesa senza fermarsi ad ogni pianerottolo, non vergognarsi a mostrarsi a torso nudo, aiutare un amico a trasportare la lavatrice durante un trasloco, non doversi fare 3 docce al giorno… sono tutte piccolissime cose, che possono dare o meno soddisfazione. Personalmente, mi danno soddisfazione, altre persone magari hanno piccole soddisfazioni su altre cose.

Ora, per arrivare a questo – e non ho mai fatto una gran fatica in realtà, proprio perchè avevo già delle buone abitudini – basta iniziare dal CUCINARE tutto quello che mangi. Già alcuni amici oversize mi chiedevano come facessi a restare “magro” (rispetto a loro) nonostante mangiassi un sacco, e semplicemente… cucino tutto. Poi vado fuori, bevo le mie birre, mangio le mie pizze, ma ogni qualvolta mangio a casa, da solo, sia a pranzo che a cena, mangio cose cucinate ed evito l’alcool, non friggo nulla per non impestare casa e i grassi che uso non sono che una minima parte di quelli propinati in qualunque fastfood.

Per quel che riguarda la palestra, che molti denigrano, è vero: è la cosa più noiosa dell’universo. Ma aumentare progressivamente i pesi può dare soddisfazione, fare amicizia (per chi è verso i 30, per gli altri lasciate stare), o prendersi un’oretta ad ascoltare un podcast o un album senza che nessuno ti sfrangi le palle – anche queste possono essere soddisfazioni. Se proprio la palestra vi fa schifo, fate qualunque altro sport vi piaccia. Camminate. Giocate a calcio. Andate a nuotare.
L’aumento di testosterone in seguito all’attività sportiva fa bene anche a livello mentale: letteralmente, migliora l’umore; e questo è il principale motivo per cui la gente va in palestra a fare esercizi ripetitivi, massacranti, noiosi: non solo per autocompiacimento, ma anche perchè “poi stanno meglio”.

Sono contento che emergano articoli positivi su questo sito, perchè effettivamente la redpill dovrebbe dare imho una visione lucida sulla realtà permettendo di non sprecare energie su cose inutili; l’attività fisica e una migliore dieta fanno oggettivamente BENE. Ricordiamoci poi che un fisico che rientri in certi parametri non è solo più bello ma anche più SANO, e dopo i 40 certe cose si fanno sentire.
Se poi la spinta a farlo sia piacere alle donne può funzionare in un primo momento, ma è semplicemente inutile sul lungo periodo, vanno trovate altre motivazioni.

Anonimo
Anonimo
5 anni fa

Saranno anche esacerbare alcune idee dell'autore ma le idee di base sulle dinamiche delle relazioni LMS è vera. Da MGTOWN redpillato alcune volte vorrei un mondo diverso dove vuoi siano relazioni più sane, sincere. Poi mi rivedo subito e capisco essere utopia in questa società.

Vecchio scarpone
Vecchio scarpone
5 anni fa

@Gabriele, ma anche Marco ed altri esperti, vi chiedo un consiglio.

Sono un vecchietto (come indica il mio nickname) alle prese con la dieta (per imposizione del medico…).
Mi è stato consigliato (come credo a tutti) di fare attività fisica, ma mi hanno indicato attività come la corsa o la cyclette, dicendo che sono le migliori per dimagrire in fretta.
Al contrario mi hanno sconsigliato i pesi e le altre attività di “body building” in quanto avrebbero un consumo calorico inferiore.
Mi hanno detto una cazzata?
Grazie per il consiglio…

Mountainlion
Mountainlion
5 anni fa

Essere fisicamente in forma è certamente meglio che non esserlo, quindi complimenti a Gabriele.
A mio personale avviso, il processo di dimagrimento, specie se consistente, deve sempre essere accompagnato da un lavoro in palestra con i pesi, come condiviso da molti commentatori nelle loro esperienze. L' importante è avere un fisico tonico e in salute, e non eccedere nella magrezza fossilizzandosi sulla sola percentuale di grasso : inutile avere una percentuale di grasso del 10-12% o anche meno, se sei il tipico secco di 60-65 chili per 1.80 di altezza, molto meglio avere una percentuale attorno al 18-20%, ma avere anche i muscoli! A meno che tu di mestiere non faccia il maratoneta!

Gianpa
Gianpa
5 anni fa

Max, mi unisco a carlo: sei un grande!

Anch’io ho una storia simile, eccezion fatta per i lineamenti che sono direi da normaloide.
Sono dimagrito, poi ho notato che la mia vita era rimasta la stessa di prima (anzi con molte meno soddisfazioni) e ho lasciato perdere. L’ossessione per il proprio corpo è qualcosa che non mi appartiene.

Max
Max
5 anni fa

Buongiorno a tutti,

vorrei riportare la mia esperienza col dimagrire/ingrassare, magari qualcuno ci si riconosce…

Tutto comincia quando avevo 25 anni (ora ne ho 46…). Pesavo 88 kg per 170 cm.
Essendo chiaramente sovrappeso, anche se privo di significativi problemi fisici, mi detti alla dieta.
Principalmente questa consisteva in tè con biscotti alla mattina, un piatto di pasta a pranzo e un secondo con contorno la sera, quando mi concedevo anche un paio di bicchieri di vino.
Persi molto rapidamente i primi 7-8 kg e poi mi fermai.
Cominciai allora a diminuire ulteriormente le dosi e a fare attività fisica.
Trovavo -e tuttora trovo- odioso andare in palestra; la considero in assoluto l’attività più stupida umanamente concepibile: stare ore a fare movimenti ripetitivi è a mio modo di vedere più da criceti che da esseri umani…
Ad ogni modo, non posso dire non mi sia servito: persi infatti altro peso sino ad arrivare ad un accettabilissimo 65 kg.
Il tutto accadde nel giro di due anni circa.
A questo punto, mi guardai allo specchio e mi sentii decisamente… un pirla!
Avevo rinunciato a una delle cose più belle della vita (mangiare sino a strafogarsi) e, oltretutto le mie attività da criceto mi avevano privato del tempo che amavo dedicare alle cose che più mi piacevano.
Anzi, per stare dietro alla dea palestra mi ero privato della compagnia di tanti amici.
Allora ritornai in me.
Smisi con tutte queste cazzate e ripresi a vivere più o meno come prima.
Ora ho 46 anni, esco spesso la sera e soprattutto ho il tempo da dedicare alla mia vera passione: suonare il basso col mio gruppo heavy metal.
Ne mio periodo da “magro”, avevo recuperato il mio bell’aspetto (ho sempre avuto lineamenti gradevoli e nell’adolescenza ero piuttosto gettonato…), ma sinceramente non riesco a ricordare nessun significativo vantaggio apportato alla mia esistenza.
Magari le persone mi consideravano bello allora, così come ora (sono tornato al peso di un tempo) mi considerano un grassone, ma la cosa non aveva alcuna concreta ripercussione sulla mia vita.
Godo di una buona stabilità lavorativa (sono un dipendente statale), ho una vita sociale invidiabile, mi posso dedicare a ció che più mi piace… quale vantaggio potrebbe mai darmi il dire addio alla mia dolce sfericità???
Mi sembrerebbe cosa da blupillati o, appunto, da pirla.

Carlo
Carlo
5 anni fa

Come la metti la metti, aumentare di peso è sempre e comunque una questione di mantenere un leggero surplus calorico e fare attività fisica anaerobica. Se ad es. il tuo fabbisogno calorico normalmente sarebbe di 2000 calorie, alzale a 2400 e sfondati di pesi. Fine. 🙂

Marco
Marco
5 anni fa

…Riprende

Ora però sto cercando di risolvere il problema del sottopeso: da circa 2 mesi ho impostato la nuova dieta ponendomi l'obiettivo di rientrare in peso forma con l'aumento di massa muscolare, tenendo la massa grassa sotto controllo (diciamo entro i limiti del 12%).
Dai primi di maggio, sono aumentato di appena 2 kg, quindi attualmente peso 56,5 kg: ancora troppo poco, il mio peso forma dovrebbe aggirarsi attorno ai 60-63kg considerando i miei 174cm di statura.

A questo punto, mi verrebbe da sottoporti 2-3 quesiti, magari tenendo conto che ho 38 anni:

1) Va bene se tengo la mia quota di carboidrati intorno ad una media di 250g al giorno o devo aumentarli un po'?
2) La quota proteice, mediamente, si aggira sui 2,2-2,5g per kg di peso: dovrei abbassarle e compensare appunto con qualche carbo in più?
3) Sto tenendo il surplus calorico intorno alle 100-150 calorie oltre il fabbisogno: meglio aumentare questo surplus?

Ti confesso che è dura racimolare calorie concentrandosi su cibi sani: tieni conto che (sgarri del weekend a parte: se non pranzo in qualche ristorante durante un viaggetto, il sabato non mi faccio comunque mai mancare un primo elaborato tipo amatriciana o carbonara, magari innaffiato da un paio di bicchieri di vino, mentre la domenica non rinuncio mai ad un gelato…rigorosamente artigianale!) la mia dieta è incentrata su cereali integrali, marmellata light, miele, frutta e verdura fresche, legumi, patate, yogurt greco o bianco magro, frutta secca, pollame, vitello e pesci come orata, branzino, merluzzo, sgombro, tonno o salmone.
A colazione bevo latte parzialmente scremato giusto due volte a settimana, per il resto tè verde o caffè nero all'americana, ovviamente non zuccherati.
Integro la mia quota proteica con proteine del siero in polvere (whey) a colazione e, una volta a settimana, anche nel post-allenamento (negli altri 2 giorni prediligo cibi solidi).

Direi quasi che, almeno nel mio caso, è più difficile salire di peso in maniera pulita che non dimagrire: lì sono d'accordissimo con te, a meno di non soffrire di patologie metaboliche, non è affatto un'impresa titanica, anzi 🙂

Marco
Marco
5 anni fa

Ciao Gabriele!

Sono Marco, quello che ti ha appoggiato nel corso del mezzo flame che si era scatenato un po' di tempo fa, forse ricorderai (si trattava del tuo articolo riguardante gli alcolici).

Ti rispondo per portare la mia esperienza in campo di dimagrimento, a cui avevo accennato in un articolo scritto da me, più che altro incentrato sul looksmaxing in generale (la perdita di massa grassa è stata solo una parte del mio percorso).

Inizialmente pesavo 72 kg per 174cm di statura: diciamo che non ero "tecnicamente" in sovrappeso, ma presentavo un evidente eccesso di massa grassa, che si poteva stimare attorno al 25%.
Il grasso si concentrava nelle cosce, sull'addome…e soprattutto su viso e collo, arrivando a deformarmi i lineamenti e "regalandomi" un gran faccione tondo e gonfio che contribuiva a scaraventarmi, assieme alla calvizie, nell'inferno dei sub6 (le mie vecchie foto furono valutate in media sul 5 o poco più).
Quando decisi di cambiare drasticamente stile di vita, puntai sulla restrizione calorica, sul miglioramento qualitativo dell'alimentazione e sull'attività fisica.
Nel mio caso, quest'attività consisteva nel recarmi in palestra 3 volte a settimana, dove ad una sessione di pesi aggiungevo 50 minuti complessivi di corsa per ogni seduta, mentre nei giorni di riposo mi imponevo almeno 30 minuti di camminata a ritmo sostenuto, che a volte diventavano 1 ora e più considerando le varie uscite per lavoro, commissioni varie, viaggi, ecc…

Ebbene, nel giro di 6 anni, seguendo il percorso appena menzionato arrivai a pesare 54,5 kg: in sostanza, ho esagerato col dimagrimento, arrivando ai limiti dell'anoressia (HP-20).
Come punto a favore, però, la massa grassa è scesa intorno al 9-10% e il mio viso si è asciugato visibilmente, facendomi guadagnare un punto abbondante considerando che avevo risolto nel frattempo anche il problema calvizie (tant'è che vengo valutato in media sul 6,5 circa, con le nuove foto post-looksmaxing).

Segue…

Seduce?
Seduce?
5 anni fa

Ciao GabrieleM durante e dopo la tua fase di lookmaxing hai notato miglioramenti nella quantita' delle ragazzedonne conosciute e nella qualità (aspetto fisico, carattere). ?

Anonimo
Anonimo
5 anni fa

Apprezzo sicuramente la precisazione, nell’incipit, riguardo alla non volontà di fare prediche a nessuno.
Poi peró rimango perplesso (ma è possibile che non abbia capito bene) quando si afferma, in buona sostanza, che chi non mette il dimagrimento al primo posto ha dei problemi psicologici irrisolti.
Questo è palesemente falso, dal momento che una persona puó vivere benissimo e felicemente con la sua pancetta senza fare attività fisica e preferendo concedersi qualche gioia della tavola in più.
Non è un atteggiamento nè sbagliato nè patologico.
Lo potrebbe essere nel momento in cui da una semplice “pancetta” si passasse ad un vero e proprio problema di obesità grave.
Ma questo è un altro discorso.
Al di là di questi estremi il salutismo non è necessariamente l’unica opzione sensata per un individuo.

Fra
Fra
5 anni fa

Ciao Gabriele,

già te lo scrissi una volta, commentando l’articolo sull’alcol; personalmente non sono molto d’accordo con quanto scrivi.
Mi sembra, più che altro, che tu ci metta un ottimismo che, almeno per molti, non è realistico.
Dimagrire è una rinuncia, non c’è modo di indorare la pillola.
Probabilmente nel tuo caso interveniva, come tu stesso dici, il fattore soddisfazione.
Ma proprio perchè sono le cose faticose che danno soddisfazione di solito, questo implica che perdere peso non è facile.
E del resto, tu lo sai meglio di me, se così fosse non ci sarebbero in giro tanti dietologi, cliniche, nutrizionisti, guru, per non parlare dei veri e propri criminali che propinano diete nocive.
Dunque, per te sarà stata una soddisfazione e lo è stata perchè era un obiettivo che ci tenevi a raggiungere.
Devi capire, peró, che ci sono persone cui in tutta franchezza non frega niente di avere un corpo magro.
Per loro il traguardo non vale neanche minimamente le rinunce affrontate.
Anche l’attività fisica, che dai per scontato essere una cosa gradevole, per molti non lo è affatto.
La trovano solo una fatica insensata, senza considerare poi che magari non hanno nemmeno la possibilità di svolgerla.
E sono in moltissimi a non avere il tempo materiale per farlo, o a non avere le risorse, oppure ancora ad avere altri problemi che gliela precludono.
Per questi la dieta è un calvario. Significa convivere continuamente con lo stimolo della fame e rinunciare a quello che più ti piace.
Significa per esempio non poter bere birra fra amici o, peggio, doverne bere solo una e piccola (con ció, tra l’altro, esponendosi al ludibrio generale).
Personalmente ho perso decine di chili, perchè il mio cuore non era dell’avviso di andare avanti diversamente.
Ma non ne ho tratto nessuna soddisfazione, se non quella di essere vivo, beninteso. Anzi, quando mi guardo allo specchio nemmeno mi riconosco più.
Amavo la mia ciccia e il cibo che ne era la causa.
Essere magri -e doverlo rimanere- per me (e per molti) è una vera tragedia, forse peggiore del doverlo diventare.

Mtn
Mtn
4 anni fa

L’attività sportiva migliore per dimagrire è la corsa. Oltre al dispendio calorico, la pratica regolare “educa” il corpo a non mantenere zavorra inutile, infatti si dimagrisce più di quanto risulterebbe dal semplice calcolo delle calorie. A tale proposito la regolarità è meglio della quantità: Meglio correre 40 minuti 3 volte a settimana che 2 ore al sabato mattina, per esempio. Se il vostro BMI è superiore a 28, prima di correre dovreste raggiungere quel limite facendo attività fisiche meno gravose per le articolazioni come nuoto, bicicletta, voga, etc. Consiglio di puntare al raggiungimento dei 5 minuti per kilometro mantenuti per almeno mezz’ora, tutto il resto verrà da se. La pratica regolare della corsa vi insegnerà il piacere di avere stomaco ed intestino vuoti, vi troverete a mangiare solo il necessario senza doverci pensare troppo. Diventerete pronti, scattosi, reattivi, e sono caratteristiche che fanno punteggio.